CAPITOLO 18

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"Perché non resti ancora un po'? Ti offro qualcosa da bere."

Ha da poco terminato una riunione con il suo sottosegretario Riccardo Fraccaro, una delle persone più fidate all'interno della squadra di Governo, con cui ha discusso di diverse questioni in sospeso attinenti all'attuale azione di governo e alle future riforme che verranno attuate. Riccardo è un suo collega giurista ed è molto più giovane di lui, ma è estremamente competente e capace nel proprio ruolo, e con lui ha sempre avuto modo di confrontarsi civilmente e proficuamente. Si potrebbe dire che ormai Giuseppe lo considera un caro amico, oltre che collaboratore.

"Certo, perché no, ci vorrebbe dopo questa giornata di lavoro."

Il presidente accenna un sorriso e si alza per andare a recuperare una bottiglia e un paio di bicchieri da un mobiletto alle sue spalle, messo in un luogo seminascosto per non essere troppo esposto agli sguardi estranei o agli obiettivi dei fotografi. "Purtroppo ho solo dell'Amaro del Capo in ufficio. Avrei voluto offrirti qualcosa di più giovanile e internazionale, ma il mio spirito da uomo del sud prende sempre il sopravvento."

"Non preoccuparti, Giuseppe. Non sono il tipo da farmi così tanti problemi." Lo assicura, prendendo il proprio bicchiere dalle mani del Premier.

"Lo so, per questo sei la mia persona preferita qui dentro."

Parlano del più e del meno, con aria spensierata, e ogni tanto accennano a qualche questione politica senza mai andare troppo nei dettagli per non appesantire la chiacchierata. Hanno già fin troppo a che fare con quella roba lì, parlarne ulteriormente finirebbe per metterli entrambi di pessimo umore. Riccardo gli parla delle figlie soprattutto, di quanto è felice e orgoglioso di vedere le sue bambine crescere e maturare ogni giorno. Giuseppe, di rimando, gli racconta di Niccolò, il suo bambino che poi tanto bambino più non è, e di quanto gli manca passare le giornate di svago con lui, come faceva in passato, quando i problemi di Stato erano soltanto un'isola lontana.

"Posso farti una domanda?" Gli domanda poi, Giuseppe, di punto in bianco, attendendo in seguito una conferma dell'altro. "So che è molto personale, ma... hai mai tradito la tua compagna?"

Riccardo lascia in sospeso la mano con cui stringe il bicchiere a pochi centimetri dalla bocca semiaperta. La sua espressione esprime a pieno il suo stupore.

"Perché... perché me lo chiedi?"

"Curiosità." Cerca di sviare immediatamente, il presidente. "Forse più per un confronto, non lo so..."

"Non l'ho mai tradita." Dice serio l'altro, prima di buttare giù anche l'ultima goccia di liquore. "Non ne sarei capace."

"Fai bene." Afferma, Giuseppe, mentre si allenta la cravatta, iniziando a sentire i primi effetti dell'alcol. "Io invece l'ho fatto. Più volte."

Si crea tra loro un'inusuale clima di attesa, come se quella confessione improvvisa dovesse portare a qualcos'altro, ad un qualcosa di più significativo e denso.

"Con la mia ex-moglie, tipo." Giuseppe si lascia andare, riuscendo finalmente a confessare quell'enorme segreto a qualcuno. "Con lei è stato un matrimonio burrascoso e io non le ho reso di certo vita facile, lo ammetto. Sono stato un pessimo marito con lei, pessimo." Si riempie per l'ennesima volta il bicchiere e butta giù il liquido come se fosse acqua. "Lei non lo ammetterà mai, ma credo proprio di averle rovinato la vita." E quell'ultima frase gli esce sofferta, colma di sensi di colpa che si porta dentro da troppo tempo. "Poi c'è Olivia... beh, lei è una donna davvero forte, indipendente, se mai la lasciassi non credo che la prenderebbe così tanto male, ma lo stesso non riesco a farlo. Sono stato ingiusto anche con lei..." Lascia la frase in sospeso, tenendo gli occhi fissi sulla carta da parati dorata alle spalle del suo collega.

La favorita del PresidenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora