CAPITOLO 11

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18 MAGGIO

Al di là delle aspettative assai deludenti, l'apertura dei Parrucchieri viene anticipata al 18 maggio e Rossella è più eccitata che mai dall'idea di riprendere di nuovo in mano le redini del negozio. Quei due mesi di fermo sono stati duri, ma doverosi, ovviamente; però, ritornare a maneggiare il pettine e le forbici, per lei, è come ritornare a respirare dopo mesi di apnea. Sa che probabilmente quella apertura anticipata sia dovuta al visibile miglioramento dei dati del contagio e alla continua discesa della curva epidemiologica; ma, in cuor suo, le piace pensare che Giuseppe abbia davvero pensato a lei e alle parole che si sono detti un paio di settimane prima. Da quel giorno non l'ha neanche più visto e sentito. Come al solito, fuggente.

Ovviamente questo Rossella l'ha sempre messo in conto, sia prima della pandemia che durante. Essere l'amante di un uomo non è di certo semplice come andare in bicicletta; essere l'amante del Presidente del Consiglio è sicuramente come andare in bicicletta... ma all'Inferno, senza sellino, con i pedali chiodati, mentre il Diavolo ti punzecchia il deretano con la forca. Una vera passeggiata. Ma volete mettere un Diavolo che ti punzecchia il culo con la fattezze di Giuseppe Conte? Eh, lì il gioco vale la candela, eccome se la vale.

Ma torniamo al 18 maggio, l'inizio di una quasi quotidianità. Quasi. Perché neanche la proprietaria si sarebbe aspettata l'affluenza che aveva nei tempi d'oro, ma già la presenza di due sue carissime clienti, per di più sorelle gemelle, le ha donato la voglia di ripartire con la carica giusta.

"Che periodo terribile, Rossella. Terribile."

Le lamentele, però, sono sempre le stesse di un tempo.

"I capelli mi son cresciuti a dismisura, mi sono spuntati i capelli bianchi e ho preso addirittura cinque chili in più. Terribile."

Fossero questi i veri problemi.

"Immagino, Laura, ma se non ti stai ferma, non riesco a tagliarteli."

Primo giorno di lavoro ed è già ad un passo dal perdere qualche falange; per non parlare della fastidiosa risata squillante, proveniente dalla sorella seduta alle sue spalle. Sarebbe stata una lunga giornata, ma sempre meglio che ascoltare le terribili lamentele di Antonio e della sua incapacità di stare al mondo.

Ad interrompere il momento, però, è il cellulare che segnala l'arrivo di un nuovo messaggio.

Ti chiedo scusa in anticipo per la presenza dei giornalisti.

È Giuseppe. Dopo due settimane di silenzio, le scrive per dirle una frase senza alcun senso logico.

Ma che cazzo significa? I giornalisti?

"Rossella." Sente, dietro di lei, la voce dell'altra donna chiamarla.

"Un attimo, Maria, che rispondo a questo messaggio."

"Rossella, c'è..."

"Aspetta."

In quel preciso istante, tre lievi colpi ripetuti contro il vetro della porta le giungono all'orecchio. Rossella alza gli occhi dal cellulare e si volta in direzione dell'uscita; quello che vede la lascia senza fiato, e ciò non dovuto dall'ingombrante e asfissiante presenza della mascherina.

"Non posso crederci, quello è il Presidente?!" Urla Laura, balzando dalla sedia.

Che. Cazzo. Ci. Fa. Qua. LUI. DIO. COSA.

Il cervello di Rossella non riesce a processare nessuna frase di senso compiuto, se non parole sconnesse tra loro. Vorrebbe urlare e, per di più, il cretino non fa altro che salutarla, da dietro il vetro, con la manina. Dopo una breve presa di coscienza, decide di avvicinarsi per aprirgli, con la stessa tensione che può avere uno studente prima di farsi interrogare dal professore più stronzo del corso. E guarda caso, Giuseppe Conte è sia professore che stronzo.

La favorita del PresidenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora