Arianna's POV
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Caro diario,
Il calcio è uno sport che è sempre stato una parte importante della mia vita.Tutte le volte in cui ero triste o arrabbiata con il mondo,o semplicemente quando non avevo nulla da fare,prendevo quella palla e cominciavo a dare calci per mandarla contro il muro.Ricordo quando uscivo dalle medie,passavo a casa,prendevo il pallone e me ne andavo al parco.Lì c'era la mia panchina vicino a un albero.Spesso mi sedevo li e restavo in silenzio a guardarmi intorno. Non piangevo o urlavo.Non facevo assolutamente niente.Chiudevo gli occhi e restavo li così,poi prendevo la palla e la tiravo contro l'albero con tutta la forza che avevo. Era il mio modo di sfogarmi quando non ce la facevo più,quando i commenti dei miei compagni di classe su ogni cosa cominciavano a farmi male.E mi ripetevo di non piangere,perché piangere era da deboli,ma non avevo capito che anche le persone più forti hanno i loro momenti bui e crollano,perché poi quando ti rialzi e lo fai contando solo su te stessa sei ancora più forte.Sarà per questo che ora piango così tanto,perché prima o poi ho avuto il bisogno di smetterla di combattere e di lasciarmi andare per un po'.In questi ultimi giorni sentivo di non farcela più,che tutto era finito,ma spesso ogni fine è un nuovo inizio,come mi aveva detto mamma quando papà se n'era andato.Mai come adesso mi rendo conto di quanto sia vero che quando tocchi il fondo l'unica cosa che puoi fare è risalire a galla.Tornando all'argomento principale di questa pagina di diario,ricordo le partite con gli amici di mio fratello,quelle fatte di nascosto erano le migliori.Fin da piccola sono stata soprattutto con gli amici di Ale,e di conseguenza ho voluto fare tutti sport maschili.I miei detestavano questa cosa.Mia madre mi ripeteva continuamente di non fare quello o quell'altro perchè non era "femminile",e questo soprattutto quando sono cresciuta."Mettiti la gonna,non quella felpa",chissà quante volte l'avrò sentito.Comunque,per fartela breve,verso i sette anni mi sono decisa a fare danza per assomigliare di più al modello di figlia perfetta.Ben presto mi sono scocciata e appena ho chiesto a mamma di fare calcio si è rifiutata,e così ha fatto mio padre.Come se gliene fregasse realmente qualcosa.Non c'erano e non ci sono stati mai.Alessandro mi aiutava,e mi ha insegnato a giocare a calcio.mia madre vedendo che stavo diventando brava con gli amici mi ha proibito ogni tipo di partita.Ma Ale mi faceva uscire di nascosto e mi portava con lui,e quando mamma chiedeva dove fossi stata e il perché della terra sulle scarpe rispondevo che ero inciampata ritornando da casa di un'amica.Ora che sono cresciuta non interessa più a nessuno ciò che faccio,e posso coltivare le mie passioni senza nessuno che mi rompa le palle.
Tra due minuti io e Ale andiamo al campetto,cercherò di sorridere il più possibile.
Non voglio far sentire in colpa anche lui.
Non credo che saprà mai quanto io gli sia grata per tutto,a partire dalle risate alle volte in cui mi passava a prendere a scuola e mi portava a mangiare qualcosa al McDonald's o cercavamo di cucinare qualcosa noi,ma alla fine dovevamo sempre uscire perché in cucina siamo incapaci.Tutte le volte in cui ha asciugato le mie lacrime,o mi ha tenuta stretta dopo un incubo.Gli devo tutto quello che sono diventata,anche se non è molto.
Ora devo proprio andare,e sto molto meglio.
Imparerò a convivere con il mio dolore,e troverò qualcuno disposto ad amare un disastro come me,ho deciso.
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Mio fratello mi chiama dal piano di sotto e mentre mi allaccio gli scarpini e mi stringo la coda guardandomi allo specchio sorrido.
Sono dimagrita un po',ma mi sembra di rivedere quella ragazzina che si rifugiava nello sport per scappare da tutto.
Scendo di corsa le scale con la borsa in spalla e esclamo:"Eccomi!"
Alessandro sembra confuso,ma non commenta e mi guida lungo la strada.
Andiamo a piedi anche se mamma ci ha lasciato la macchina.
Camminiamo a passo svelto e in dieci minuti siamo arrivati.
Appena mi avvicino al prato verde vedo Lorenzo che si prepara.
Per un momento mi verrebbe di mollare tutto e correre a casa,ma rimango lì per fargli vedere che nonostante tutto io sono ancora in piedi.
Con molta calma gli passo davanti e saluto tutti,poi appoggio la mia borsa sulla panchina e aspetto che gli altri siano pronti.
Io e Lorenzo siamo in due squadre differenti,almeno questo è a mio favore.
La partita finisce 3-2 per noi,due gol fatti da me e uno da Matteo,mentre per l'altra squadra entrambe i gol sono stati fatti da Lorenzo.
Gli passo davanti con molta calma di nuovo e mi dirigo verso la mia borsa.
Proprio mentre penso che tutto sia filato liscio vedo quella,non so neanche come definirla,fidanzata di Lorenzo,credo che si chiami Federica.
Pure qua deve venire.
Gli va incontro e comincia a baciarselo con...passione diciamo.
Io mi avvicino a Ale e gli dico bisbigliando:
"Ma a fare le loro cose non se ne potrebbero andare a casa?ci manca solo che lui gli tocca le tette davanti a tutti!"
Lui sorride senza motivo.
"Gelosooosaaaa???"dice.
Io scuoto la testa e gli do una gomitata,per poi dirigermi verso quelli che potremmo chiamare "spogliatoi".
Entro,appoggio la mia borsa e mi infilo nella doccia,convinta che nessuno verrà.
L'unica cosa fastidiosa è che non ci sono due stanze separate per maschi e femmine,ma tanto ormai ci ho fatto l'abitudine a cambiarmi sotto alla doccia.
Mi accerto che la tendina sia chiusa e poi mi lascio bagnare dal getto di acqua calda.
Sento la porta aprirsi e chiudersi.
"Sei veramente brava,non me lo aspettavo."sento una voce dire.È Lorenzo.
Proprio ora.
"Grazie,mi ha insegnato Alessandro"dico troncando la conversazione.
Mi giro in cerca dell'asciugamano,ma non l'ho portato nella doccia.
Mi maledico mentalmente,poi mi faccio coraggio e chiedo a Lorenzo:
"Mi puoi passare l'accappatoio che sta nella mia borsa?"
Lui imbarazzato dice:
"Emh si certo"
Poi mi da l'accappatoio da sopra alla doccia e sento la porta aprirsi e chiudersi,poi delle voci e di nuovo il silenzio.
Convinta che non ci sia nessuno esco in accapatoio,ma mi trovo davanti Lorenzo che sta rientrando.
Mi squadra prima da capo a piedi, poi si riscuote e dice imbarazzatissimo:
"Emh si scusa,io...esco.Si esco subito"
Guardo i muscoli della sua schiena nuda mentre si china a raccogliere le sue cose e poi lascia in fretta quello spogliatoio,diventato improvvisamente più caldo.
Mi costringo ad attribuirlo al vapore della doccia.
Mi vesto velocemente e esco con i capelli ancora bagnati legati in una crocchia disordinata.
Mentre percorro la strada per uscire dal campo guardo Federica con superiorità,e poi mi avvicino ad Alessandro.
Per la sera ordiniamo la pizza e ci sediamo a mangiarla sul divano.
Parliamo di qualunque cosa,e lui mi confida la sua cotta segreta per Chiara.
Avrò un modo in cui ricattarlo da ora in poi.
"E a te invece, chi è il fortunato?"dice ridendo.
Io addento un pezzo di piazza e scuoto la testa,come a fargli capire che non c'è nessuno.
"Non ci credo,è inutile.Lorenzo?"chiede con sguardo malizioso.
Io abbasso lo sguardo in silenzio.
Lui sospira e mi abbraccia.
"Ora capisco perché hai fatto così per questi tre giorni.Potevi dirmelo"sussurra.
"Non avresti capito come mi sentivo,e poi sono stufa di pesare sulla gente con i miei problemi"
Lui scioglie l'abbraccio e mi guarda in faccia.
"Io capirò qualunque cosa per te okay?Mi da così fastidio il fatto che ti faccia soffrire in questo modo."
"Ma non mi conosce nemmeno"dico ridacchiando.
"Domani ci parlo io"annuncia.
"No!Non ci provare"urlo.
Lui ride e poi guardiamo un film horror,o meglio,lo guarda lui,perchè io nascosta nella sua felpa che profuma di casa mi addormento lentamente.||Spazio Autrice||
Salveee!
Scusate se ci sono errori o fa schifo ma vado di fretta.
Ci vediamo al prossimo capitolo!❤️👍😎
|Giulia❤️
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I've been falling in love||Lorenzo Fragola||
Teen FictionArianna,una ragazza di 18 anni che non sa cosa fare della sua vita.Le sembra che tutto le stia cadendo addosso,si sente oppressa dai suoi sogni.È spaventata dall'amore,da quel sentimento che prova nonostante tutto. Lorenzo,un ragazzo di 19 anni che...