Capitolo 3

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*POV BASH*

Francesco andò dritto alle stanze di Caterina. Non lo avevo mai visto così agitato.
Io gli andavo dietro e cercavo di convincerlo a stare calmo ma non ci credevo neppure io. Se fossi stato al suo posto a quest'ora sarei stato capace di far scoppiare una guerra.
Quando entrammo, trovammo Caterina con Nostradamus intenta a preparare nuove pozioni e unguenti.

<<Nostradamus può uscire cortesemente?>> disse Francesco non guardandolo nemmeno in volto.
Era troppo concentrato ad essere amareggiato per degnarlo di uno sguardo.
<<Ragazzi quante volte vi ho detto di bussare prima di entrare?>> disse Caterina finendo di sistemare le ultime cose.
<<Non m'importa un bel niente delle buone maniere>> rispose Francesco.
Era davvero molto arrabbiato ed io non avevo intenzione di fare nulla,
era una questione tra madre e figlio quindi mi appoggiai alla parete e osservai la scena curioso di scoprirne la conclusione.

<<Cosa è successo? Ti vedo agitatissimo>> disse Caterina quasi amorevolmente.
<<Madre, le voci girano velocemente e quello che è giunto alle mie orecchie non è di mio gradimento, anzi esigo delle spiegazioni>>.

Caterina si girò verso di me e mi lanciò un'occhiataccia che non auguro di ricevere a nessuno.
<<Bash, va bene che sei il bastardo del re, ma questo non ti autorizza ad origliare le mie conversazioni private>> disse Caterina seriamente arrabbiata.
<<Non origliavo... mi è solo scivolato l'orecchio>> dissi colpevole, d'altronde ero nel torto.
<<Madre, forse hai ragione ma questo non è proprio il momento per parlare di educazione. Bash ha fatto solo ciò che tu non fai mai. Mi ha detto la verità. E subito.>> disse arrabbiato. Stava iniziando a perdere la pazienza.
<<Non era un suo dovere farlo. L'avrei fatto io, d'altronde lo sposo sei tu>> affermò Caterina difendendosi. <<L'avresti dovuto sapere prima o poi.
Ma ora che lo sai possiamo parlarne da persone civili quali siamo.>>

<<Bash per favore esci e chiudi la porta alle tue spalle>> mi ordinò Caterina.
<<Non ci penso nemmeno, devo supportare il mio fratellino in caso di un possibile svenimento>> risposi ironicamente. Non volevo perdere assolutamente questa discussione. E, ad assicurarmi il posto in quella stanza, fu proprio mio fratello, che disse convinto:
<<Lui resta. Niente obiezioni.>>

Caterina fece un respiro profondo prima di aprire la bocca e sono sicura che, se avesse potuto, ci avrebbe uccisi entrambi.
<<Allora cos'è questa storia di una nuova moglie?>> chiese Francesco impaziente.
Caterina gli raccontò in breve la storia aggiungendo le sue personali opinioni e Francesco, seppur sconvolto e curioso, mantenne sempre uno sguardo deciso e infuriato. Ma io lo conoscevo e sapevo per certo che la storia della sua nascita lo aveva un po' toccato.
<<Mi dispiace per questa Anna ma non può arrivare dal nulla e sconvolgere le mie nozze>> furono le uniche parole che mio fratello riuscì a dire.

Non osavo immaginare come stesse Francesco. Io ero molto confuso e non facevo nemmeno parte di questa storia. Dovevo ammettere che questa storia mi commosse parecchio e non riuscii a nasconderlo.
<<Concludiamo da persone civili>> dissi speranzoso <<Francesco pensaci seriamente a questa proposta>> lo guardai e cercai di convincerlo con lo sguardo << E tu Caterina parla con i diretti interessati prima di prendere decisioni avventate>> le dissi. Sembrava aver capito il suo errore ma conoscendola avrebbe continuato a sbagliare.

Dopo le mie parole, io e Francesco uscimmo dalla camera della regina a passo svelto. Non ebbi nemmeno il tempo di sospirare che Francesco si mise anche contro di me.
<<Ma sei matto anche tu?! Sono già promesso sposo ad una donna che amo!>> rispose rendendosi conto dell'assurdità della situazione.
Non sapevo cosa rispondere così cercai di sfruttare le sue emozioni. <<Hai detto anche tu che ti dispiace per questa Anna, pensaci>>
<<Neanche la conosci, non giudicarla così senza averla mai vista>> mi disse Francesco.
<<E l'alleanza non sarebbe male>> gli dissi ignorandolo. << E poi l'ho vista, è molto carina>>.
Iniziai a dargli colpetti con il gomito, cosa che lui non apprezzò e mi respinse subito.

<<Perché com'è questa ragazza?>> mi chiese incuriosito ma ancora infastidito.
<<È abbastanza alta ma non troppo, di certo non ti supera. Poi ha i capelli castani e gli occhi chiari. Occhi verdi, sono davvero molto belli. Ed è italiana ma parla il francese fluentemente, come se fosse la sua lingua madre. Ha un fisico simile a quello di Maria e sembra, oltre che gentile, anche molto simpatica. È anche un po' ironica e in gamba da quel che ho sentito durante il discorso tra lei e tua madre.>>
<< Dio, portatela a letto se ti piace così tanto. So solo che, per me, resterà sempre quella che sta per rovinare il mio matrimonio, mi dispiace>> affermò concludendo il discorso. Aveva bisogno di pensare, era evidente.
<<Pensala come vuoi, ma prima conoscila almeno>> gli dissi, provando a convincerlo per l'ultima volta.
Lui mi ignorò e se ne andò, lasciandomi da solo in mezzo ai miei pensieri.

*POV ANNA*

Ero a corte da neanche 2 ore e già tutti mi trattavano come se fossi una persona influente, di una certa importanza quando in realtà non sapevano che non avevo nessuna importanza lì. Ma a quanto pare avere l'appoggio di Caterina de Medici non era da poco.
In fondo stavamo parlando della regina. Era normale che fosse così.

Mentre mi pettinavo i capelli, vidi, attraverso il riflesso dello specchio, entrare la mia dama dalla porta della camera. Si chiamava Sofia e Caterina pensava che fosse adatta a me. Secondo lei avevamo un carattere simile.
<<Buonasera, è lei Anna?>> mi chiese. <<La regina mi ha mandato da lei.
Sostiene che io sia adatta a farla ambientare a palazzo. Molto piacere, mi chiamo Sofia, sono italiana come lei sa?>> sembrava proprio gentile ma il fatto che mi stessa dando del lei mi metteva molto a disagio.
<<Piacere mio, Anna e ti prego non darmi del lei, sono una tua coetanea e non ho assolutamente nessun potere qui.>> mi presentai <<Da dove vieni?>>
<<Da Roma>>
<<La conosco molto bene Roma! Mio zio è cardinale e vive lì. Da piccola lo andavo a trovare spesso insieme a mio padre. Adoro quella città, è proprio magica. Un giorno vorrei tornarci, chissà magari tra qualche tempo>>
<<Lo stesso dicono di Venezia, come mai hai deciso di venire qui?>> era molto curiosa di sapere tutti i dettagli della mia vita e io di condividerli con qualcuno. Avevo bisogno di un'amica là dentro.
<<Avevo un disperato aiuto della regina Caterina ed eccomi qua, ma se devo essere sincera ritornerei volentieri a Venezia>>
<<Capisco, anche a me manca Roma>>

Dopo pochi secondi di silenzio riprese a parlare.
<<Oh mio dio, è tardissimo! È giunto il momento di prepararsi>>
Ero seriamente confusa.
<<Prepararsi? E per cosa?>> chiesi.
<È il momento di prepararsi per la cena con i reali, conoscerai tutti stasera!>> affermò entusiasta.

Passò una mezz'oretta circa e l'abito che passò la selezione aveva un corpetto bianco panna e una gonna rosa antico abbinato a un paio di orecchini di perle.

Dopo essermi vestita, ringraziai Sofia per avermi aiutata e, poichè era ancora presto per la cena, decisi di andare a fare un giro in giardino per ammirare il tramonto.
Era uno dei miei passatempi preferiti a Venezia e volevo provare a sentirmi il più a casa possibile, così osservai cielo che piano piano diventava sempre più buio.

*POV FRANCESCO*

Nelle ultime ore erano successe davvero troppe cose e la mia mente non riusciva a reggere tutto questo. Più crescevo, più mi rendevo conto che la mia vita era manipolata dalle scelte di mia madre e questo ormai era diventato insostenibile.
Avevo bisogno di essere indipendente, in fondo ero io l'erede di Francia. Se non potevo neppure scegliere la mia futura moglie, come avrei potuto governare questo intero paese? Dovevo fare qualcosa, non potevo lasciarmi governare da mia madre.

Decisi di andare in giardino perchè era arrivato il momento della giornata che più preferivo, quello che mi aiutava maggiormente a rilassarmi e a liberarmi dalle preoccupazioni.
Mentre riflettevo sul da farsi, vidi una sagoma osservare il laghetto, dove si rifletteva il tramonto. Capii subito che si trattava della donna che amavo, era Maria, la quale amava ammirare il tramonto insieme a me.
Mi avvicinai a lei e senza pensarci due volte la baciai.
Notai che c'era qualcosa di diverso nel bacio, ma non ci diedi peso.

Unexpected|| Francis de Valois Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora