Capitolo 32

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*POV ANNA*

Non aver chiuso le tende e la finestra la sera precedente stava avendo i suoi effetti: la luce del sole, quel giorno non coperto dalle nuvole, andava a scontarsi proprio sui nostri visi ancora assonnati e un venticello freddo fastidioso aveva libero accesso nella nostra stanza.
I miei lamenti, soffocati dal cuscino schiacciato sul mio viso, fecero svegliare Francesco, che si trovava ancora beatamente tra le braccia di Morfeo.
<<Nervosa stamattina?>> mi chiese stroppicciandosi gli occhi.
<<No, anzi, felice come non mai>> dissi avvicinandomi a lui per stampargli un bacio sulle labbra,
<<Ma dovremmo ricordarci di chiudere la finestra e tirare le tende la prossima volta>>
<<Hai proprio ragione...'La prossima volta' faremo le cose ancora meglio di questa volta>> disse ridendo.
<<Come sei stato stanotte?>> chiesi curiosa e preoccupata.
<<Benissimo, come sempre quando sto con te>> disse, lasciando leggeri baci sul mio collo e causando dei brividi davvero piacevoli, <<Tu, invece?>>
<<Mai stata meglio. Non esisteva modo migliore per iniziare l'anno nuovo>>
Ai brividi che già percorrevano il mio corpo, si unirono i brividi di freddo, così mi coprii fin sopra la testa per cercare di riscaldarmi.
<<Ma quanto sei pigra? Forza ci dobbiamo alzare>> disse Francesco facendomi il solletico nei fianchi.
<<Ti prego... basta... non resisto>> mi raggomitolai su me stessa.
Non riuscivo quasi più a respirare per le risate e lui sembrò capire la mia situazione disperata.
<<Va bene, tregua! Ma esci dalle coperte>>
<<Ti potresti... girare?>> chiesi imbarazzata, prima di levarmi le coperte di dosso.
<<Ti vergogni?>> chiese lui con fare ovvio, sorridendo.
<<Un po'...>>
Ammetterlo era imbarazzante, ma in fondo era così, <<Preferirei che tu non guardassi>>
Non ero abituata a farmi vedere da qualcuno senza vestiti e non mi sentivo per niente a mio agio.
<<Va bene, va bene... chiudo gli occhi>>
<<No, sbirceresti>> affermai sicura, <<Girati... per favore>>
<<Ma per chi mi hai preso? Sono un bravo ragazzo io>>
<<Devi proprio farmi rispondere?>>
<<Mi arrendo>> sbuffò divertito e, alzando le mani in segno di arresa, si voltò dall'altra parte del letto.
In meno di tre minuti ero già vestita e gli dissi di voltarsi.
<<Non ci hai messo molto, rispetto al bagno caldo durato un'ora di ieri sera>>
<<Non mi prendere in giro, ero davvero stanca e credo persino di essermi addormentata ad un certo punto>> ammisi divertita.
<<Devo vestirmi pure io adesso>>
<<Mi giro>> dissi con fare ovvio.
<<Io non mi vergogno>> mi guardò divertito.
<<Beh, ma io sarei comunque imbarazzata. Quindi, o mi giro o esco dalla stanza>>
<<Non te ne vai di qui! Girati su>>
Mi girai e mi avvicinai alla finestra, ancora aperta dalla sera precedente. La chiusi ma non tirai le tende.
E fu un grande errore.
<<Che è successo?>> mi guardò preoccupato quando mi voltai verso di lui.
Dovevo essere del colore delle fragole.
<<N-nulla...>> dissi balbettando.
<<Sicura?>>
<<Diciamo che la finestra riflette benissimo>>
<<Oh>> scoppiò in una risata, <<Allora non è servito a molto girarsi>>
<<Smettila!>> dissi ancora più imbarazzata, coprendomi il viso con le mani.
Si avvicinò e mi spostò le mani dal viso.
<<Sei più bella quando arrossisci>>
Se possibile mi colorai ancora di più e, nonostante fossimo in pieno inverno, sentivo davvero caldo.

In poco tempo prendemmo tutte le nostre cose e ci dirigemmo giù.
La colazione dela locanda non era per niente male. Presi ovviamente il mio amato cornetto la crema ed ero davvero grata che lo avessero anche lì.
Poi, dopo aver pagato, io mi recai alla carrozza e Francesco, invece, andò a prendere il suo cavallo.
Saremmo tornati in tempi diversi, come d'accordo, e una volta giunti a corte gli avrei dovuto parlare di parecchie cose: la profezia, Clarissa...
La luna piena si avvicinava e io stavo tornando al castello con l'intenzione di non lasciarlo più.
Per non parlare dei due fuochi della profezia; da ciò che mi aveva detto Francesco, mi resi conto che si stava avverando.
Avevo davvero paura che potesse fare delle scelte stupide per me. Se fosse morto o se si fosse ferito, non me lo sarei mai perdonato.
Ora la domanda era: chi si sarebbe arreso?

Unexpected|| Francis de Valois Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora