diciannove;

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«Non ci posso credere, che cazzo di figura di merda!»

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«Non ci posso credere, che cazzo di figura di merda!»

«Hoseok, per favore, abbassa la voce che c'è Mark di là-» Il fotografo si girò per vedere se il collega avesse sentito qualcosa. «E non voglio che sappia di questa cosa»

I tre ragazzi erano allo studio, in anticipo rispetto all'orario stabilito, e Taehyung ne aveva approfittato per raccontare gli ultimi avvenimenti ai suoi due amici, in cerca di un qualche tipo di consiglio.

Il fotografo, che aveva passato la maggior parte della sua adolescenza tra libri, obiettivi e film fantasy, ora irrimediabilmente, e contro ogni aspettativa, si ritrovava a vivere una vicenda degna di uno dei suoi più agognati romanzi: un ragazzo misterioso e indubbiamente interessante gli aveva proposto di fare sesso, argomento che Taehyung non toccava da sei mesi.

I due amici, al racconto fatto in fretta e furia dal ragazzo, erano rimasti scioccati ma anche divertiti.

Soprattutto perché Taehyung non era assolutamente il tipo da scopamicizia secondo loro e quel Jungkook, che avevano avuto modo di conoscere pressoché poco, aveva tutte le carte in regola per essere uno che a letto faceva le acrobazie alla Cirque Du Soleil.

«No davvero Taehyung, io al posto tuo mi sare sotterrato, ma poi che cazzo è questa Posizione dell'Acrobata-» bisbigliò Jin.

«Non lo so, non ricordo tutto il libr-»

«Cerchiamola su internet!» esclamò Hoseok.

Taehyung non tentò nemmeno per un attimo di dissuadere i suoi amici dall'intento, ormai li conosceva e sapeva benissimo che non li avrebbe mai e poi mai convinti a finirla con quell'argomento finché non avessero visto quella dannata posizione.

Il ragazzo, rassegnato, portò lo sguardo allo schermo, dove vi era una raffigurazione della ormai famosa posizione.

«Oddio ma devi avere la forza di Hulk per tenere una persona così» Hoseok spalancò la bocca.

Taehyung non potè che essere d'accordo con l'amico, rimanendo piuttosto sconcertato dal fatto che due figure umane potessero mai fare una cosa del genere.

«Aspetta, gira lo schermo, forse la tieni al contrario» disse Jin.

«Cazzo Taehyung, devi dirgli di sì! Devi farlo per tutti i nerd sfigati del mondo! Questo è il sogno di ogni ragazzina!»

Taehyung fulminò con lo sguardo l'amico. «Hoseok, io non sono una ragazzina»

«È indifferente» disse il ragazzo roteando gli occhi.

«Davvero Taehyung, cos'hai intenzione di fare?»

Ma il ragazzo non sapeva davvero cosa diavolo rispondere.

Inizialmente aveva intenzione di optare per un secco e sonoro "no" e preparare una valigia per partire direttamente per la Cambogia.

Ma poi pensò al corvino, al suo modo di essere misterioso e dannatamente intrigante.

Taehyung si chiedeva costantemente cosa diavolo lo tormentasse, perché bevesse dalla mattina alla sera, e soprattutto come diavolo facesse a conoscere a memoria tutte quelle citazioni di libri che usava a suo piacere per ammaliare chiunque avesse la fortuna di ascoltarlo.

Taehyung era semplicemente nel panico più totale perché il suo ippocampo, sede principale della memoria, gli stava facendo brutti scherzi, rifilandogli, appena era sovrapensiero, tutti i ricordi legati a quei pochi avvenimenti che vi erano stati tra lui ed il corvino.

Il ragazzo di questo passo sarebbe stato sull'orlo di una crisi isterica.

Taehyung era stanco di essere "il nerd" o "il topo da biblioteca", perché Taehyung molto semplicemente non era solo quello.

Dentro di lui c'erano storie, fantasie, perversioni, esattamente come tutti gli altri. Ma soprattutto c'era tanta, tantissima voglia di sentirsi capito, compreso, perché Taehyung aveva l'impressione di essere un enorme buco nero che divorava ogni cosa senza provare minimamente niente, nemmeno un ansito di un senso di sazietà, di appagamento.

Taehyung si sentiva irrimediabilmente vuoto e sbagliato.

Ma Jungkook era sbagliato esattamente come lui.

Jungkook era un disadattato, si faceva del male, beveva, fumava peggio di Cillian Murphy in Peaky Blinders, e soprattutto leggeva dei libri, dei benedettissimi libri, cosa che ormai non faceva più nessuno in quella cazzo di società.

Erano simili, con la differenza dell'involucro. Jungkook fuori era l'incarnazione di un Dio greco.

Lui, invece, si sentiva come il Gobbo di Notre-dame.

«Taehyung, ci sei?» chiese Jin.

Il ragazzo si risvegliò dai propri pensieri, scuotendo la testa.

«Sì, scusami Jinnie, dimm-»

«Taehyung! Sono arrivati gli altri pseudo-modelli!» La voce di Mark arrivò dall'altra stanza dello studio fotografico.

«Merda-» Taehyung andò nel panico.

«Forza, andiamo di là, abbiamo una marea di foto da fare» sospirò.

THE GUY WITH THE PICTURES | KOOKVDove le storie prendono vita. Scoprilo ora