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«Allora, domani andrai prima al locale, giusto?» Jimin allungò un braccio per raggiungere il pacchetto di sigarette sul tavolino

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«Allora, domani andrai prima al locale, giusto?» Jimin allungò un braccio per raggiungere il pacchetto di sigarette sul tavolino. Era nell'appartamento del suo amico, sul piccolo terrazzo, pronto ad un pomeriggio tranquillo di chiacchiere e sigarette, anche se con Jungkook era sempre difficile parlare.

«Sì»

Jimin roteò gli occhi. «Jungkookie non potresti almeno provare a voler conversare con me? Non mi offendo se mi racconti qualcosa, che so, come hai passato la giornata, sai, come si fa tra amici» Jimin portò una mano alla tasca degli skinny jeans per trovare il burrocacao che portava sempre con sé.

Jungkook sospirò. «Hai ragione-» Il ragazzo portò una mano a scompigliarsi i capelli «Questa storia delle foto non mi convince, non voglio avere quel fiorellino tra i piedi mentre lavoro»

Jimin, che si stava specchiando nel posacenere di acciaio per mettere il burrocacao alla fragola, si bloccò. Distolse lo sguardo e si girò verso l'amico. «Com'è che l'hai chiamato?»

«Senti vaffanculo» Jungkook fece un tiro profondo dalla sigaretta che reggeva tra le dita. Le gambe erano distese e appoggiate sulla ringhiera.

«Posso venire anche io? Magari riesco a stare un po' da solo con Yoongi, sai.. mentre sistemiamo la cantina o magari il retrobottega-»

«Aish, Jimin, sei sempre il solito» lo interruppe Jungkook.

«Lo sai che non mollerò finché Yoongi-hyung non sarà mio» Jimin portò una mano sul petto, all'altezza del cuore.

Jungkook lo guardò attentamente. Certe volte, nonostante conoscesse Jimin da anni, non riusciva a capire quando era serio e quando fingeva.

«Che devo dirti, vieni anche tu, basta che non rompi il cazzo»

Jimim gli tirò il mozzicone della sigaretta addosso. «Sei sempre il solito stronzo»

Il suono del citofono li interruppe.

«Aspettavi qualcuno?»

Jungkook si accigliò. «Non mi pare-» il citofono suonò di nuovo. «Ma che ore sono? Cazzo, mi sa che è Yugyeom»

Jimin sbuffò con forza. «Yugyeom? Jungkook, sei serio? Dio, lo sai quanto mi sta sul cazzo quello lì»

Jungkook si alzò per andare ad aprire, visto che il citofono aveva suonato una terza volta. «Jimin, ci scopo soltanto, non devi fartelo piacere per forza»

«Sì certo, questo dillo anche a lui però-» Jimin si mise di fronte all'amico a braccia incrociate, nelle vicinanze della porta «Sai benissimo che è cotto di te ed è anche convinto di avere qualche tipo di speranza!»

Jungkook si avvicinò all'attaccapanni per prendere la giacca di Jimin, ponendogliela per chiedergli implicitamente di smammare.

«Sai benissimo che l'amore non fa per me, non voglio stare con nessuno, sesso e stop, fine» disse Jungkook.

«Un giorno ti innamorerai Jungkook, fidati di me! E quando succederà ti prenderò per il culo tutto il tempo!»

Jungkook tirò Jimin a sè per scompigliargli i capelli. «Idiota» ridacchiò.

Il campanello suonò, segno che Yugyeom era arrivato.

«Arrivederci allora, Monsieur, le auguro una buona scopata e un buon fine serata» Jimin fece un inchino.

Jungkook ridacchiò di nuovo, per poi aprire la porta. Jimin salutò con un cenno Yugyeom che già lo guardava con sufficienza. Quest'ultimo sapeva benissimo che il miglior amico di Jungkook non lo sopportasse e la cosa era reciproca.

«Ciao Kookie» disse Yugyeom una volta dentro.

THE GUY WITH THE PICTURES | KOOKVDove le storie prendono vita. Scoprilo ora