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Le ultime note aleggiarono nell'aria e Taehyung decise così di girarsi verso i suoi amici per poter chiacchierare tranquillamente

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Le ultime note aleggiarono nell'aria e Taehyung decise così di girarsi verso i suoi amici per poter chiacchierare tranquillamente.

«Allora ragazzi, come mai avete insistito per farmi venire in questo posto? Di solito cercate di trascinarmi in qualche discoteca piena di maschi arrapati» Il basco che gli causava prurito sulla testa lo costrinse a grattarsi come un adorabile cagnolino con le pulci.

«Sai benissimo perché, devi trovare l'amore e lasciarti finalmente dietro quella brutta storia con Bogum» disse Jin.

«Corcordo con spalle larghe, dobbiamo trovare la tua anima gemella e sono sicuro che possa trovarsi proprio qui, in questo posto!» Hoseok battè le mani con allegria, saltellando sulla sedia.

 «Ragazzi-» prese un respiro  profondo «Vi ho già detto che la storia con Bogum è chiusa ma che non me la sento di innamorarmi di nuovo» Taehyung poggiò la testa sul tavolo freddo, facendo un labbruccio da cucciolo.

 «Va bene, magari la storia dell'anima gemella è esagerata ma una notte di passione, un bacio rubato, cose così per divertirti-» provò Jin.

 «Ti interrompo subito hyung, sai benissimo che non sono il tipo»

Sul tavolo calò il silenzio. Da una parte Hoseok e Jin erano tristi perché sapevano che in realtà Taehyung stesse ancora soffrendo per la sua storia finita bruscamente. Taehyung era invece abbattuto perché sapeva che i suoi amici volevano solo il meglio per lui ma non aveva proprio voglia di farsi spezzare di nuovo il cuore che, distrutto, stava ancora perdendo sangue dalle ferite fresche.

L'attenzione dei tre fu attratta di nuovo dal palco, dove il ragazzo sconosciuto aveva ripreso a cantare una nuova canzone.

Taehyung armeggiò nella tracolla per poter prendere ciò che cercava. Finalmente dopo aver imprecato per alcuni secondi riuscì a tirar fuori la Polaroid.

«Secondo voi sembrerei un pervertito se scattassi qualche foto al ragazzo al pianoforte?»

 Jin e Hoseok si guardarono per poi rivolgersi al ragazzo con gli occhiali.

«Credo che non sarebbe un problema, dopotutto sei un fissato con le foto, sappiamo che fotografi le persone solo perché ti ispirano» disse Hoseok.

 «Poi se avrà qualcosa da ridire potrai sempre dargliele o distruggerle. Questa è la Polaroid che stampa direttamente le foto, giusto?» chiese Jin.

 «Esatto» Taehyung rispose con un sincero sorriso quadrato, felice che i suoi amici dopo tutti quegli anni di suoi racconti sull'arte della fotografia avessero imparato una qualche minima informazione.

Il ragazzo si alzò, affidando la sua preziosa borsa ai suoi amici. Si incamminò verso uno sgabello libero alla fine del bancone per i drink, che era molto più vicino al palco.

Taehyung caricò il rullino e si soffermò un attimo ad osservare il modello delle sue foto prima di scattarle.

Il ragazzo era ad occhi chiusi, e, cosa altamente strana per Taehyung, era vestito completamente di nero.

Indossava un outfit molto sportivo, completamente diverso dal modo di vestire che aveva lui. Spesso le persone gli chiedevano se parlasse francese solo per via del basco che indossava spesso. Il ragazzo al pianoforte, invece, aveva un aspetto da ragazzaccio.

Taehyung si chiese se magari fosse uno di quei tipi che fumano come ciminiere e che fanno a botte. Sembrava proprio uno di quelli.

Ma la sua voce diceva tutt'altro. Era completamente diversa da come ci si sarebbe aspettati. Era oltremodo angelica.

Taehyung si risvegliò da quelle riflessioni e portò la camera al viso per poter inquadrare al meglio il soggetto.

Valutò la luce, come posizionare il quadrante, perché le foto una volta che si stampavano non potevano essere cancellate. Era una cosa che il ragazzo con gli occhiali adorava di quella Polaroid. Se sbagliava e la foto veniva male andava bene così. Si sarebbe ricordato per sempre di quella volta che "volevo fotografare questa cosa qui ma c'era troppo luce ed è venuta male".

Pensava che si sarebbe sempre potuto imparare dai propri sbagli.

«Sei per caso un maniaco?»
Una mano scivolò sulla sua spalla e il ragazzo si girò verso la voce che lo aveva distratto. Maledizione, aveva a malapena scattato tre foto.

 «Oh-» Taehyung sgranò gli occhi davanti al ragazzo che lo stava fissando con un sorriso malizioso, cosa che lo mandò ancor di più nel pallone.

 «Tranquillo, non glielo dirò. Jungkook è altamente scopabile, capisco la tua voglia di imprimerlo su foto» ridacchiò il ragazzo.

Taehyung arrossì. «Io i-in realtà trovavo la scena molto estetica, sai il pianoforte, la luce soffusa.. » biascicò.

 «Certo, certo, capisco perfettamente» rispose il ragazzo agitando la mano. «Io sono Jimim comunque-»

 «Piacere allora, io ehm-» Taehyung si alzò impacciato, raccogliendo le foto già stampate appoggiate sul bancone «vado in bagno, ecco»

Si incamminò sotto lo sguardo divertito di Jimin che trovava quella sua innocenza adorabile.

Taehyung entrò nel bagno e si appoggiò al muro.  «Ma cosa diavolo pensavo quando ho decido di fotografare uno sconosciuto» pensò.

Strinse al petto la sua amata Polaroid, le foto strette nella mano sinistra. Prese un lungo respiro, scuotendo la testa per un secondo, pronto per tornare dai suoi amici e dimenticare quella storia. Si fissò i piedi mentre camminava verso l'uscita del bagno, sbattendo contro qualcuno. Era qualcosa che gli succedeva spesso. Perché era così goffo?

Per lo spavento fece cadere tutto a terra. La fotocamera fece un sinistro rumore alla caduta che gli fece perdere un battito. Le foto finirono a terra e si sporcarono del leggero strato di polvere che era sul pavimento.

 «Stai più attento, fiorellino» Jungkook si abbassò per aiutare quello strano ragazzo con un basco francese sulla testa.

Taehyung, abbassatosi, guardò la fotocamera che era pronta per essere raccolta. Con la tachicardia, alzò la testa verso la figura che era di fronte a lui.

Il ragazzo del pianoforte era lì, chinato, e stava raccogliendo le sue fotografie. Le fotografie che lo raffiguravano.

Jungkook le guardò e piegò la testa di lato, guardando a sua volta il ragazzo con cui si era scontrato, o meglio, che gli era letteralmente finito addosso.

«Sei un maniaco, per caso?»

THE GUY WITH THE PICTURES | KOOKVDove le storie prendono vita. Scoprilo ora