ventisei;

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(smut)

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(smut)

«Allora vado, a domani ragazzi-»

Jimin prese il cappotto e scese dall'appartamento del corvino.

Ormai erano quattro giorni che andava così: lui e Taehyung, la sera, dopo tutti gli impegni, andavano a casa di Jungkook per stargli vicino e dargli forza.

Jimin cucinava un po' di kimchi, ignorava categoricamente le richieste, da parte del corvino, di includere nella spesa dell'alcol e, infine, faceva la scelta accurata del giusto film da vedere su Netflix.

Taehyung, invece, dava qualcosa che Jimin non poteva fornire: l'amore.

Jimin era l'amico migliore che il corvino potesse avere, e Taehyung era il miglior antidolorifico di tutti, era serotonina allo stato puro.

Jimin sorrise, all'idea di quei due insieme, mentre si dirigeva al locale di Yoongi per aggiornarlo sulla situazione.

«Yoongi-hyung sono arrivato-» Jimin entrò dalla porta, con un sorriso smagliante, portando una mano ad aggiustarsi i capelli.

Si avvicinò al bancone, intravedendo la figura del barista, ma si bloccò quando notò che quest'ultimo stava singhiozzando.

«Yoon che succede?»

«J-Jimin per favore, lasciami solo-» Il barista si girò, cercando di non farsi vedere.

Il ragazzo fece il giro, andando dietro al bancone e raggiungendolo.

Jimin pose una mano sulla spalla del barista.

«Yoongi perché stai piangend-»

«Non toccarmi, cazzo!» Il barista urlò, girandosi adirato verso il ragazzo.

Jimin indietreggiò, offeso da quel tono.

Yoongi parve accorgersi dello sbaglio, abbasando il capo.

«È tutta c-colpa tua..»

Jimin spalancò gli occhi, confuso da quelle parole. «Colpa mia? Credo di non aver capito»

Jimin portò una mano sul cuore, sentendolo andare più veloce del moto di rotazione della Terra.

«La mia ragazza, mi ha lasciato, ed è tutta colpa t-tua» Yoongi singhiozzò.

Jimin, sorpreso da quella confessione, si affrettò ad allontanarsi dal ragazzo, come avesse paura di contaminarlo.

«Oddio Yoongi, mi dispiace, le parlerò, le dirò che non ti darò più fastidio, che non c'è nulla tra di noi-»

«Non capisci-»

Il barista scosse la testa, giocando con l'orlo della divisa da lavoro con le dita.

«Mi ha lasciato perché non riesco più a baciarla, non riesco più a stringerla, non riesco più a fare sesso con lei-»

Jimin lo guardò confuso.

THE GUY WITH THE PICTURES | KOOKVDove le storie prendono vita. Scoprilo ora