«Come mai mi hai portato qui?»
Taehyung, stupito dal luogo scelto da Taemin per la loro uscita, fu curioso di sapere perché mai quest'ultimo l'avesse portato lì.
I due, infatti, erano in un piccolo bar estremamente delizioso, dove i clienti potevano bere un tè caldo, seduti comodamente a dei tavoli che erano circondati da pareti ricolme di libri.
«Ohw-» Taemin si grattò la nuca, imbarazzato.
«All'università ti vedo sempre con qualche libro in mano quindi ho pensato che potesse piacerti l'ambiente di questo posto»
Taehyung sorrise ampliamente. «Che genere di libri leggi?»
«Oh no io non leggo-» Il ragazzo ridacchiò. «Ti ho portato qui perché ero sicuro sarebbe piaciuto a te, tutto qui» ammiccò.
«Ah-» Il fotografo cercò di mascherare la propria delusione. «Effettivamente hai ragione, sei riuscito nel tuo intento»
Taemin parve risollevarsi poiché aveva percepito un po' di disagio nell'ammettere di aver portato il ragazzo in un posto che, sostanzialmente, a lui stesso non interessava.
«Sai, ho pensato che comunque avrei dovuto approfittarne per fare colpo, mi hai concesso del tuo tempo e non volevo fartelo sprecare-» Taemin sorseggiò un po' di tè. «Il tempo è denaro, o no?» Il ragazzo sorrise divertito.
Taehyung scrutò l'altro per qualche secondo, riflettendo su quel modo di dire che aveva utilizzato e che sembrava così banale in confronto alle uscite che faceva qualcun altro di sua conoscenza.
Dopo qualche secondo Taehyung rispose.
«Denaro?» Il fotografo sorrise, scuotendo la testa. «Non credo proprio»
Taemin guardò l'altro, confuso, non capendo dove volesse arrivare.
«Il mio tempo vale molto di più» sentenziò il fotografo.
Taehyung sospirò, voltando la testa verso la finestra, che lasciava intravedere una leggera pioggia.
Taemin lo osservò, preoccupato dal fatto che la serata non stesse andando benissimo. «Dove ti andrebbe di andare dopo? Vuoi mangiare qualc-»
«Ti va di andare in un posto? È il locale di un mio amico, un ambiente ricercato, non so se lo conosci-» Taehyung si strinse nel maglione.
«Stasera c'è una serata jazz, potremmo bere qualcosa lì»
Taemin annuì, entusiasta della proposta del fotografo, che effettivamente non sembrava un tipo da bevute.
«Certo, come si chiama il locale?»
Taemin si alzò per infilare il cappotto, facendo capire all'altro che era pronto per dirigersi lì.
Taehyung lo seguì, uscendo dal bar.
«Daechwita-» Il fotografo salì in macchina. «Non so se lo conosci-»
«Oh certo che sì!» Taemin parve illuminarsi. «È un posto fighissimo, ne ho sentito parlare moltissimo»
Taehyung ridacchiò. «Perfetto allora, andiamo»
I due ragazzi, dopo circa un quarto d'ora, arrivarono al locale.
Taehyung, appena varcò la porta, rimase letteralmente a bocca aperta.
Il locale, già dotato di per sé di un'aria malinconica, ora era arricchito da uomini in giacca che bevevano qualche amaro, illuminati da luci soffuse, sia rosse che viola.
Sul palco, invece, troneggiavano degli strumenti, da un elegante basso ad una spumeggiante batteria.
Molto probabilmente, quella sera, il cantante non avrebbe suonato ma sarebbe stato accompagnato da una banda jazz.
«Taehyung! Finalmente sei qui-»
Jimin si precipitò dal fotografo, facendolo spaventare.
Taemin, poco più dietro, subito portò il proprio sguardo ad analizzare il ragazzo che era appena arrivato, analizzandolo dalla testa ai piedi.
«Jungkook si rifiutava di esibirsi senza di te tra il pubblico, Yoongi voleva strozzarlo con le proprie mani-» Jimin corse via, con la stessa velocità con cui era arrivato.
«Vado ad avvisarli che sei qui!»
Taehyung, leggermente compiaciuto di non essersi perso l'esibizione del cantante, si inoltrò tra i tavoli, cercandone uno libero nelle vicinanze del palco.
«Lì, sotto il palco, quello lì è libero-»
Taemin indicò con il dito un tavolo libero, dirigendosi verso di esso e portando con sé Taehyung, tirandolo per la mano.
Il fotografo, a quel contatto, si sentì estremamente a disagio, trovandolo improprio.
I ragazzi, finalmente staccati, sfilarono le giacche e si accomodarono.
In contemporanea, nel resto del locale, le luci si fecero ancora più soffuse e una voce arrivò dalle casse.
«Buonasera Signori e Signore-»
Jungkook, vestito con un completo alla Frank Sinatra, era al microfono, in piedi, con un bicchierino di whisky in mano.
Taehyung immediatamente schiuse le labbra, pietrificato da quella visione paradisiaca.
Jungkook, irrimediabilmente sexy, sembrava uscito direttamente dal set di Pulp Fiction.
«Stasera mi esibirò con un pezzo scritto da me, accompagnato dalle bazzicanti note dei Saxophone's boys»
Il corvino terminò il corto discorso introduttivo e portò il microfono alla bocca, staccandolo dall'asta sul quale era poggiato.
Taehyung, ancora ammaliato e con le pupille dilatate, portò il mento ad appoggiarsi sulla mano, con aria sognante, non sentendo nemmeno mezza parola di quello che stesse dicendo Taemin al suo fianco.
Jungkook si schiarì la gola, portando la mano con il bicchierino alla bocca, per bere un sorso del suo amato liquido amaro.
Fece così cenno alla band di attaccare, poiché era pronto per cantare il suo pezzo e attuare il suo piano: sorprendere il fotografo.
«Si va in scena, preparati, fiorellino» pensò il corvino.
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THE GUY WITH THE PICTURES | KOOKV
Fanfictionkim taehyung, studente di medicina che lavora nel tempo libero in uno studio fotografico, una sera si ritroverà, per caso, a fotografare con la propria polaroid un ragazzo dai capelli corvini che lavora in un pub. peccato che il ragazzo in questione...