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«Mi ripeti perché siamo venuti in questo locale per depressi?»

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«Mi ripeti perché siamo venuti in questo locale per depressi?»

 «Jin non lamentarti, sai benissimo che se non fosse stato per la mia proposta staresti rimasto a casa a farti le seghe patetiche da divano»

Hoseok lo derise, sapendo che con il suo hyung poteva prendersi una certa confidenza.

I due entrarono nell'intimo locale suggerito dal rosso, il "Daechwita", aperto da poco più di un paio di mesi da un amico stretto di Hoseok, un certo Min Yoongi.

Appena varcarono la porta presero posto ad un tavolo rotondo in mogano posto nel mezzo della sala, nelle vicinanze di un piccolo palco con un pianoforte. Il locale dava un'aria molto intima ma anche sensibilmente triste. C'era musica Jazz in sottofondo, un lungo bancone in legno dove poggiavano bicchieri ancora inumiditi dal whisky e un'aleggiante ma persistente odore di sigarette. Era un posto per anime solitarie che cercavano un po' di conforto in qualche bruciante sostanza alcolica e magari, perché no, anche una storia d'amore di una notte, per sentirsi vivi.

Una testa nera si avvicinò al loro tavolo, un ragazzo cupo ma con un sorriso gengivale.

 «Hobi, alla fine sei venuto»

I due ragazzi si girarono verso la voce che aveva parlato. Un ragazzo bassino, con una pelle bianca, quasi anemica, sorrideva verso di loro. Jin a guardarlo aveva quasi voglia di chiedergli se avesse bisogno di un bicchiere di acqua con zucchero o una donazione di sangue, magari.

 «Te l'avevo promesso, J-Hope mantiene sempre le promesse!»

Il rosso sorrise vivacemente, entrando in contrasto con il mood depresso del locale che lo ospitava.
 «Lui è il tuo amico, quello negato in amore? Taehyung mi pare?» Il ragazzo ridacchiò nel dirlo. Hoseok gli aveva esplicitamente chiesto di organizzare una serata con lui e qualche suo amico per far uscir fuori di casa il topo da biblioteca, Kim Taehyung.

 «No io sono Jin, il ragazzo da far accoppiare con qualcuno stasera di cui ti ha parlato Hobi sta arrivando, è in ritardo»

Yoongi rise alla sfrontatezza di quel nuovo tipo.  «Ottimo allora»

I due ragazzi al tavolo furono attratti dal rumore della porta che veniva aperta. Si voltarono ma rimasero leggermente delusi nel constatare che non era Taehyung. Il topo da biblioteca, come sempre quando si trattava di uscire di casa o di scollare il naso da un libro, si faceva attendere.

Entrarono invece due ragazzi. Uno dei due subito si diresse verso Yoongi che con uno straccetto stava ripulendo il bancone. L'altro, invece, si dirigeva verso il palco.

 «Allora Min, hai deciso se stasera tornerai a casa con me oppure no?» Il ragazzo in questione si sedè sullo sgabello, incrociò le gambe e portò una mano a buttare indietro i capelli neri. Aveva una camicia lunga quasi quanto un vestito corto, soffice e di velluto, che ricadeva sul suo corpo. I lunghi orecchini a piuma che gli davano un leggero tocco femminile.

«Jimin, ti ho già detto che sono fidanzato e la mia ragazza ha minacciato di prenderti a calci in culo»

Jimin ridacchiò, portando alla bocca il dito per morderlo sensualmente. Si girò poi verso il palco, con il suo fare vanesio, dove il suo amico già sedeva sullo sgabello del pianoforte.

 «Hai sentito guk, la ragazza di Yoongi-hyung vuole picchiarmi»

Il ragazzo a cui si rivolse Jimin roteò gli occhi, senza rispondere, per poi riportare l'attenzione sul pianoforte, pronto per essere suonato dalle sue dita, come d'altronde succedeva da mesi. Jungkook era stato personalmente ingaggiato da Yoongi per suonare al suo locale, ma soprattutto per cantare con quella voce che per il più grande era di una spiccata rarità. Molte volte i suoi clienti si intrattenevano e ordinavano valanghe di alcool solo per poter sedere ad un tavolo ed ascoltare la voce dolce come il miele di quel ragazzo dai capelli lunghi e mossi, che quando armeggiava sui tasti e cantava spesso sbuffava per spostare le ciocche di capelli dagli occhi.

Jin e Hoseok che intanto stavano parlando dei propri fatti furono di nuovo distratti dalla porta che veniva aperta.

Un ragazzo con un ciuffo che gli copriva gli occhi a mandorla, di cui uno solo con una palpebra atipica per i ragazzi asiatici, entrò con il fiatone nel locale. Il basco sistemato alla ben in meglio sulla testa e la tracolla con la fedele macchina fotografica e i soliti libri che poggiava sulla spalla, che povera risentiva del "peso della cultura". Taehyung si avvicinò al tavolo tirandosi giù il maglioncino che indossava e sistemandosi gli occhiali con un tocco delle dita.

 «Scusate per il ritardo ragazzi, Namjoon voleva fare una videochiamata per farsi spiegare una cosa per l'esame di anatomia»

 «Quel Namjoon è quasi più fissato di te, un giorno dovresti farcelo conoscere» disse Jin.

 «Certo, magari la prossima volta lo invito»

Taehyung si accomodò, pronto per intrattenere una conversazione con i suoi amici che non vedeva da una settimana per via degli esami universitari, ma fu interrotto da una voce che armeggiava con il microfono, segno che un esibizione stava per iniziare.

Tutti i presenti al locale si girarono verso il palco dove un ragazzo dalle occhiaie profonde prendeva un sorso di gin da un bicchierino di vetro, per poi porlo sul ripiano del pianoforte, prima di scrocchiarsi le dita ed iniziare una triste melodia.

 «Buonasera- » il ragazzo tossì leggermente  «Stasera canterò "Falling" di Harry Styles»

Jungkook chiuse gli occhi, si schiarì la gola rumorosamente e posò le dita sui primi tasti.

Taehyung poggiò il mento sul palmo della mano, seduto al tavolo in lontananza, pronto per farsi incantare da quel ragazzo sconosciuto che aveva notato solo in quel momento.

 «Stupiscimi» pensò.

THE GUY WITH THE PICTURES | KOOKVDove le storie prendono vita. Scoprilo ora