Diventava noioso, dopo un po', aprire le palpebre e sentirle sempre tremare.
E anche fastidioso, se dovevo dirla tutta; mi mancavano i miei riflessi, per l'amor del cielo, mi mancava persino riuscire a respirare senza avere i polmoni pieni d'acqua dentro e incendiati fuori.Quella volta però, con mia grande sorpresa, nonostante non ricordassi come fosse andata a finire in precedenza, non riscontrai nuovi dolori.
Stranita, feci un breve check fisico: la spalla e le tempie pulsavano ancora, ma nulla che non riuscissi a sopportare; il taglio sul labbro si era più o meno chiuso; la schiena faceva ancora un male cane, ma mi ci stavo abituando.
Forse l'unica cosa nuova erano i polsi.
Avevo strattonato le corde troppo violentemente, provocandomi delle lacerazioni profonde che, ovviamente, si erano infettate.
Potevo sentire i palmi umidi di sangue vecchio e sebo.A dir poco disgustoso.
Ma ciò non mi fermava dall'avere fame.
Una fame da lupi, come non ne avevo avuta mai. Mi impediva di ragionare, di pensare lucidamente, mi faceva sentire una bestia.
Oh, e poi il fumo, Dio... il fumo.
Quello stronzo di Scott aveva lasciato il pacchetto di sigarette vicino a me, con accendino e posacenere, e io non riuscivo a raggiungerli.Ogni tanto ridevo da sola, mi sentivo una pazza.
Pensavo a mangiare e a fumare quando c'era qualcuno che mi dava una dose quotidiana di violenza fisica e mentale. Quando c'era qualcuno che minacciava la mia famiglia.Ma forse ero impazzita davvero, forse ero in astinenza da qualsiasi cosa fosse quello che mi iniettava di continuo.
O magari era un modo per non pensare a che situazione di merda avessi intorno. Concentrarmi sulle cose semplici, banali, inutili, doveva essere una scappatoia che il mio cervello aveva trovato.Forse non ero del tutto andata.
Forse io c'ero ancora.
Nascosta da qualche parte, ma c'ero.Mi mossi involontariamente, sibilando quando il metallo freddo delle manette strisciò sulla carne viva.
Già... era passato alle manette, la iena.
Perché quando avevo capito che tirare le corde non avrebbe funzionato, mi ero messa d'impegno e avevo disseppellito le memorie del mio periodo agli scout.Scioglievo nodi su nodi, così lui aveva optato per il ferro.
Sogghignai tra me e me, perché nemmeno quelle avrebbero funzionato.Grazie mamma.
La porta cigolante sbatté come al solito, facendomi digrignare i denti e incassare il mento nel collo.
Ok, forse il dolore alle tempie non si era così sopportabile.«Nuovo piano, principessa.» Scott batté le mani tra di loro, provocandomi un'altra stilettata di fuoco sotto al cranio «Visto che non parli, chiamerò i rinforzi.»
Rinforzi?
Non bastava lui a picchiarmi? Voleva che lo facessero anche altri?Sconcertata, alzai lo sguardo su di lui, solo per vederlo portarsi un telefono all'orecchio.
Ci misi un paio di secondi, analizzando quella cover arancione, a capire cosa stesse facendo.Quella era... la mia cover, quindi aveva in mano... il mio telefono.
Piantato davanti a me, con un'espressione meschinamente soddisfatta, stava chiamando...
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Corri lontano da me
RomanceCOMPLETA IN REVISIONE (potrebbero variare alcuni nomi, farò più in fretta che posso) *** Scarlett ha passato l'adolescenza a scappare, prima ancora di sapere da che cosa si stesse nascondendo. I suoi genitori le hanno lasciato un segreto che nemmeno...