Capitolo nono

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Scarlett Lloyd-Mills (alias Scarlett Moore)
Minot, Nord Dakota, 03/04/2000

Padre: Thomas George Lloyd, Jacksonville, Florida 27/08/1975-31/07/2014, omicidio
Madre: Zara Mills, Austin, Texas, 09/01/1978-31/07/2014, omicidio

Custodia di Marianne Grace Moore dal 08/09/2014

Abitazioni precedenti: Atlanta, Menphis, Omaha, Chicago, Dallas, Albuquerque, Phoenix, Lead Hill, Billings, San Antonio, Saint Luis, New Orleans

Abitazione finale: San Diego

Cassetta di sicurezza presso: Security Affair, 104 Firs Ave, San Diego.

Custodia concessa da T. G. Lloyd e Z. Mills il 30/07/2014 a favore di M. G. Moore, attiva dal 08/09/2014 fino a compimento di anni 20 da parte dell'interessata S. Lloyd-Mills (alias S. Moore).

Ricercata per possesso di documenti di proprietà privata, da restituire come accordato a J. M. Tarson.
Somma pattuita ad avvenuto rilascio di 1'000'000 $ più sovvenzioni mensili di 7 000 $ dal 06/02/2015 con obbligo di dimora presso San Diego dal 29/08/2019

***

Andai avanti a leggere per più di un'ora, sommersa da termini burocratici che a malapena capivo.

Ma se c'era una cosa cristallina, che quei fogli stretti tra i miei pugni tremanti raccontavano, era una sola: i miei genitori mi avevano venduta per dei pezzi di carta di cui io non conoscevo nemmeno l'esistenza.

Ero già sotto custodia di Mary ancora prima della loro morte, quindi anche lei mi aveva mentito sul non conoscerli.
Il perché lo avesse fatto, continuava a sfuggirmi. Sarebbe stato tutto più semplice, meno traumatico per una bambina di quattordici anni; mi sarei abituata prima all'idea di dover vivere con un'amica di famiglia piuttosto che con un'estranea.

Forse, se me lo avesse detto, avrei anche superato la loro morte. Invece no, me ne portavo ancora dietro il peso perché non avevo avuto nessuno accanto che potesse capirlo.

Lei sapeva cosa ci fosse successo quella notte, in quella casa che ancora infestava i miei incubi. Lei sapeva cosa avessi passato, sapeva tutto dal principio, e avrebbe potuto rendermi le cose più semplici.

Ma d'altro canto, tra pochi mesi non sarei stata più un suo problema dato che avrei compiuto i 20 anni. Mi avrebbe scaricata a questo... Tarson?

Scossi la testa, con ancora gli occhi piantati sull'inchiostro delle parole.

Ero stata solo una fonte di guadagno per Mary?
O c'era stato anche qualcosa di vero?

Faticavo a crederci, anzi, forse mi rifiutai proprio. Era impossibile farmi sentire così tanto amata solo per finta, giusto?
Se fosse stato così avrei dovuto accorgermene prima o poi, avrei visto delle crepe o discordanze nei suoi atteggiamenti.

Ma lei era la mia roccia da cinque anni ormai, il mio rifugio quando il panico non mi lasciava via di scampo, un paio di braccia tanto simili a quelle di mamma.

Poteva davvero aver fatto finta?
Solo per un po' di schifosissimi soldi?

Mi asciugai con rabbia le guance arrossate e bagnate, io non avevo intenzione di piangere più per nessuno.

Arrivata a quel punto, tradita fin nell'anima, nessuna persona valeva anche una sola mia lacrima.

Non sapevo più chi fossero i miei genitori. Quelli che mi portavano al fiume di domenica oppure quelli che sparivano per settimane?
Tutti questi clienti che esigevano la loro presenza così lontano da casa, erano almeno reali? E io ero solo un modo per nascondere documenti così che non risultassero a loro nome?

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