Josh
«Che ti amo, fottuto idiota!»
Ed era vero, ero un idiota. Dalla testa ai piedi.
Mi ero pietrificato, l'avevo lasciata andare via, con la schiena dritta di chi non cede, ma... l'avevo visto come si era abbracciata da sola.
L'avevo fatta a pezzi, eppure da sola riusciva a tenersi insieme.
Però mi aveva colto alla sprovvista.
Cosa ci trovava in uno come me? In uno che uccideva la gente, in uno con tanti peccati da riempirci un libro, in uno con un posto riservato all'inferno?Lei era così... pura, innocente, dolce.
Ero sbagliato per lei, non me la meritavo.Ma Dio... quanto la volevo.
Volevo tutto; volevo quel suo mettersi sulla difensiva subito, volevo quel movimento del mento che faceva quando osservava la situazione guardinga, volevo il suo orgoglio smisurato che le impediva di accettare qualsiasi cosa che non fosse la ragione.E volevo anche quel sorriso luminoso che le imporporava le guance pallide, volevo le occhiate divertite che mi lanciava mentre scuoteva la testa esasperata, volevo tutto il calore che mi trasmetteva anche solo sfiorandomi in punta di dita.
E aveva ragione, mi ero comportato da verme, lasciandola con un bigliettino improvvisato, dopo che si era fidata abbastanza da lasciarsi toccare dalle mie mani.
Si era fidata a tal punto da farsi vedere senza barriere, da scoprire le carte in tavola, da permettermi di sfiorarle il cuore morbido sotto la corazza.Ma io... io non potevo... come glie lo avrei spiegato che era per la sua sicurezza? Che sarebbe stato meglio per lei non sapere dove fossi o cosa stessi facendo, che tutti intorno a me avrebbero sfoderato i pugnali se solo avessero scoperto della sua presenza.
Però Scarlett... maledetta, era incapace di nascondersi. Rinfacciarglielo non era bastato: con il suo nome e la sua storia, non passava inosservata.
Stupido io che ci avevo anche solo sperato.
Mi era servito Otto, che mi aveva preso da parte la sera prima, per dirmi che qualche voce aveva cominciato a girare.Ma tornare prima non era bastato.
Non le era bastato.Avevo frantumato la sua fiducia dopo che si era messa a nudo davanti a me, anima e corpo.
E il ricordo del suo viso, sconvolto dal piacere, mentre mi si scioglieva tra le dita, mi diede uno schiaffo in piena faccia.
Dovevo trovarla, dovevo abbracciarla e dovevo tenermela stretta. Perché qualunque cosa fosse quello che provavo, io dovevo dirglielo. Lei aveva il diritto di sapere, non potevo permettere che si sentisse insignificante per me.
E corsi, setacciai i dintorni, tornai dentro, feci il giro del locale due volte... ma era sparita.
Mi mancò il respiro, il petto mi bruciò così forte che dovetti allargarmi il collo della maglietta.
Dove sei, leonessa?
Mi fiondai di nuovo fuori, spaesato come un animale che cerca riparo. Io cercavo lei, il mio rifugio, il mio antidolorifico; cercavo solo verde in quella marea di colori.
Avvistai mia sorella, e lei voleva dire anche Scarlett.
Le corsi incontro e la strattonai dalle spalle, ma di Scarlett nemmeno l'ombra.
Annabelle mi guardò confusa, parlava, agitava le mani, ma non la sentivo.«Dov'è?» proruppi.
Avevo interrotto quella che aveva tutta l'aria di essere una ramanzina. Me la meritavo, certo, ma non era quello il momento.
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Corri lontano da me
RomanceCOMPLETA IN REVISIONE (potrebbero variare alcuni nomi, farò più in fretta che posso) *** Scarlett ha passato l'adolescenza a scappare, prima ancora di sapere da che cosa si stesse nascondendo. I suoi genitori le hanno lasciato un segreto che nemmeno...