Papà.
Papà.
Papà.
Quella parola era un rintocco costante nel cervello, quella voce musica di morte.
Papà.
Mio papà era Thomas, un uomo gentile che mi aveva passato la passione per il cioccolato, per i boschi e con cui guardavo l'alba praticamente dalla nascita.
Lui mi aveva insegnato a nuotare, a non aver paura dell'altezza, ad andare in bici e il valore delle cose che si amano.Thomas era mio papà.
Non... non quel mostro davanti a me.
«Oliver?» chiamò ancora Josh, e quel suono mi diede una stoccata al petto.
Per la prima volta non fu un colpo piacevole.
Sentii i suoi passi addentrarsi in casa «Perché c'è la tua macchina in giardino? Guarda che tra un paio d'ore arriva Scarlett, devi and-» si bloccò.
Pessimo tempismo., avrei voluto ringhiargli contro.
Io gli davo le spalle ma lo sentii. Nonostante tutto, quel filo che mi teneva legata a lui mi avvertiva sempre quando era vicino e mi guardava. Sentivo i suoi occhi bruciarmi sulla nuca, il suo respiro sospeso esattamente come il mio, per qualche istante il mondo sembrò fermarsi e galleggiare.
"Josh, figliolo!" Albert si alzò in piedi, superandomi, e lo sentii dare delle pacche sulla schiena di lui.
Nemmeno riuscivo a pronunciare il suo nome nella mia testa, come avrei fatto a guardarlo?
"Sei arrivato giusto in tempo, io devo sbrigare una faccenda ma torno tra poco." Sentii le sue scarpe graffiare il parquet fino all'entrata, quando si fermarono di colpo "Ah, e Josh? Vedi di non ripetere gli stessi errori. Le conseguenze le conosci."
La botta sbatté, facendomi sobbalzare. Avevo i nervi a fior di pelle, nonostante tutto lui riusciva a mandare in tilt il mio sistema nervoso. Era così radicato, così nel profondo del mio cuore, così ancorato tra le mie giunture che strapparlo da me avrebbe significato uccidermi.
Ma forse ero morta un po' per volta. Con i miei, con tutti i traslochi, con le bugie e i segreti.
Forse, non era rimasto più nulla da ammazzare."Se hai intenzione di rimanere lì in piedi come uno stoccafisso, posso avere almeno un bicchier d'acqua?" Sibilai, con tutta la frustrazione che avevo in corpo. Proprio non ci riuscivo a trattenermi con lui, anche se l'unica cosa che si meritava era l'indifferenza.
Non lo sentii muoversi, così continuai.
"Non so se lo sai, ma i sedativi mettono sete, e credo che quel bastardo di tuo padre abbia esagerato un pochino." Feci una pausa, avvertendo ancora silenzio "Ma comunque, fai un po' come cazzo ti pare, non che te ne sia mai fregato realmente qualcosa di me, giusto?"
Solo allora si mosse, allontanandosi verso la cucina, rimanendo lo stesso in silenzio.
Scossi piano la testa tra me e me, perché mi accorsi che ero comunque trepidante. Trepidante di sentirlo al mio fianco, anche se solo per passarmi un bicchiere.Gesù, mi aveva proprio fatto il lavaggio del cervello quel ragazzo. Io continuavo a bramarlo, dopo tutte le ferite inferte dalle sue belle mani, io rimanevo ferma nel mio malsano amore per lui.
La sua ombra si stagliò al mio fianco e mi porse il bicchiere pieno. Non lo guardai, lo presi, facendo attenzione a non sfiorarlo nemmeno per sbaglio, e lo trangugiai tutto d'un fiato, tenendolo poi tra le mani e giocherellandoci.
Non osai alzare lo sguardo, ma quando lo sentii allontanarsi, qualcosa dentro di me scattò, mandandomi su tutte le furie.
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Corri lontano da me
Storie d'amoreCOMPLETA IN REVISIONE (potrebbero variare alcuni nomi, farò più in fretta che posso) *** Scarlett ha passato l'adolescenza a scappare, prima ancora di sapere da che cosa si stesse nascondendo. I suoi genitori le hanno lasciato un segreto che nemmeno...