Chi lo avrebbe mai detto che sarei stata cosi fortunata?
Ero in giro per Legnano,il paese Natale di mia madre ed era inverno. Indossavo un maglioncino chiaro con dei pantaloni molto semplici,a fantasia scozzese che si allargavano ai polpacci e si stringevano alle caviglie. Una sciarpa che mi avvolgeva delicatemente il collo e un cardigan che mi riparava dal freddo del nord Italia.
Ero lì per fare delle spese in arrivo del Natale. Non sapendo cosa fare a casa infilai i miei stivali, presi la borsa e decisi di uscire per fare alcune compere.
Nel cammino vidi una insegna enorme sull'entrata di un negozio "SALDI", "bene mi sembra il caso di entrare" dico tra me e me.
Entrai e mi accolse il dolce suono delle campanelle si Natale simili a quelle della renne di Babbo Natale,diventando per un attimo di nuovo bambina. Mi trascinai vicino gli scaffali che esponevano i capi di abbigliamento che mi attiravano di più. Avvistai una bella camicetta a quadri rosa e bianchi,la presi e mi diressi verso il camerino. Scoprii che non era solo uno, ma c'era una fila lunghissima di camerini,cosi indecisa scelsi il primo a destra. Aprii la tendina velocemente e mi infilai dentro. Dietro di me sentii una spalla nuda che mi sfiorava il braccio. Mi girai e sobbalzai dalla vergogna ed uscii subito dal camerino senza guardargli il volto. La vergogna mi divorò tanto che non ero sicura che fosse una donna ma piuttosto un uomo. Feci tutta rossa appena sotto le lentigini dove il mio naso giá rosso si mimetizzava. Mi batteva forte il cuore.
Non ero mai stata il massimo con i ragazzi per quanto riguarda la comunicazione. Ho sempre avuto paura di dire una parola sbagliata che offenda un ragazzo. Ho sempre odiato il momento in cui sto zitta per evitare di fare danni o perché ho semplicemente niente da dire.
Sono sempre stata una di quelle ragazze che parlano,parlano e parlano fino a diventare rossa per la mancanza di ossigeno,ma con i ragazzi no,divento muta.
Rimango lí fissa immobile pensando se dovessi scusarmi o meno ,ma avrei fatto sicuramente una figuraccia come al solito. Poi vidi la tenda aprirsi e vidi lui. Rimasi immobile quando alzó lo sguardo verso di me. Oddio era lui.
Il mio sogno,il mio Emis,il mio Emiliano. Aprivo e chiudevo gli occhi cercando di visualizzare il suo viso e mi tirai un pizzico per capire se stavo sognando o meno.
Ma no,era lui, gli occhi eran quelli. Fu lì che realizzai tutto,mi trovavo davanti al mio idolo.
-"Eri tu quella che è entrata nel mio camerino prima?" disse guardandomi e studiando il mio viso.
-"Emmh, no! "
"Ehi bellissima, non ti hanno mai insegnato che le bugie non si dicono? Ho visto i tuoi bellissimi ricci rossi ,non posso sbagliare! "
Rimasi in silenzio per via della vergogna e dopo mi accorsi che mi stava fissando dalla testa ai piedi e la tensione continuava a salire. Cosi decisi di sputare il rospo.
-"Scusami,non era mia intenzione. "
-"Tranquilla, sei stata fortunata che avevo solo il petto nudo. "
-"Oddio, già."
Diventai un peperone.
STAI LEGGENDO
Il coraggio di non arrendersi. Emis Killa fanfiction
FanfictionQuesta è una fanfiction di Emis Killa che ho scritto io. Spero che vi piaccia. Recatasi per le vacanze natalizie nella gelida Legnano, Veronica incontra qualcuno che aveva sempre desiderato incontrare:il suo idolo. Cosa succederà tra loro due? Uno...