Una visita inaspettata ma più che desiderata

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Tirai un sospiro di sollievo una volta che mi ritrovai di nuovo al sicuro nel mio appartamento.

Immediatamente sfilai il mio cappotto e scarpe rimanendo a piedi nudi , stranamente Akemi non era venuta ad accogliermi alla porta come suo solito.

Insospettita,mi diressi verso la cucina dove immaginavo trovarla..ed infatti era lì, seduta sul nostro tavolo a braccia incrociate con due cartoni di pizza al suo fianco. 

-Pizza!- urlai entusiasta,feci per fiondarmi verso la mia cena ma la mia migliore amica mi rivolse una delle sue peggiori occhiatacce
-Prima lava le mani- ordinò con tono secco indicando il lavandino con un cenno del capo.

Avrei riconosciuto quello sguardo fra mille..qualcosa la aveva offesa,questo qualcosa probabilmente ero io.

-Non fare quel broncio Kiwi!- esclamai cercando di tirarle su il morale,in cambio ricevetti un'altro dei suoi gelidi sguardi,sapevo odiasse questo soprannome e non era una scelta molto saggia utilizzarlo quando era di malumore o peggio,arrabbiata.

Dopo aver lavato ed asciugato le mie mani con cautela mi sedetti accanto a lei, il suo sguardo era rivolto verso il basso e la sua mascella serrata come ogni volta che si sentiva minacciata. 

-Si può sapere cosa ti turba stasera?- esclamai preoccupata,lei sbuffò,se fosse uscito del fuoco dalle sue narici non mi sarei affatto stupita.
-Si può sapere cosa ti costava avvisarmi che ti saresti trattenuta fuori fino ad ora di cena?- domandò con tono amaro,rotolai i miei occhi.

-È successo un imprevisto,Kiwi- affermai cercando di farla sorridere 
-E basta con sto soprannome!- mi rimproverò Akemi con aria irritata ,tuttavia le sue labbra si curvarono in un debole sorriso.
-Ti avrei avvisata,ma non sai cosa mi abbia tenuta occupata tutto questo tempo..- esclamai dispiaciuta, dopotutto la avevo ignorata per quasi tutta la giornata.

-Onestamente,puoi tenerlo per te. Non ho alcuna voglia di scoprire cosa ti abbia occupata tutto questo tempo- esclamò con una nota di disgusto nella sua voce,arrossii immediatamente.
-Samantha- esclamai prima che il mio viso assumesse il colore di un peperone arrostito. 
Akemi mi guardò incredula, come se le avessi appena confessato di aver incontrato Babbo Natale e la sua banda di renne.

-Come...e soprattutto,perchè?- mi domandò sconcertata
-A pancia piena si ragiona meglio- dichiarai cominciando a servirmi della mia pizza preferita, dopo aver divorato la prima fetta cominciai a raccontarle ogni dettaglio di ciò che era successo poco prima.

Dopo essersi ripresa dallo shock,Akemi cominciò a chiamare mia sorella con una serie di nomignoli non molto gentili  -Che razza di psicopatica...infame,traditrice,str- -Ok,hai reso ben chiaro il concetto- esclamai fermandola in tempo 

-Come si è permessa...di dirti quelle cose?- esclamò Akemi camminando avanti e indietro per tutta la stanza mentre io addentai ciò che rimaneva della mia cena.
-La prossima volta che accade un episodio del genere chiamami pure e ti assicuro che a questa casa non si avvicina più!- esclamò minacciosamente, non posso negare che vista da un occhio esterno la scena sarebbe potuta sembrare persino comica. 

La sua ira sembrò placarsi quando le raccontai l'episodio della foto
-Allora quella figlia di Giuda infondo ha un cuore- esclamò Akemi sorpresa reggendo la fotografia fra le mani.

Quando eravamo più giovani anche lei ha avuto l'opportunità di conoscere Seba, loro due hanno sempre avuto un rapporto cordiale e lui non ha mai smesso di ringraziarla per tutto il supporto e l'aiuto che lei mi ha donato nei momenti in cui non è riuscito a sostenermi.

Ricordo come ieri la giornata di cinque anni fa,quando ricevemmo la notizia del suo presunto suicidio dopo solo una settimana dal suo arrivo in carcere. Accolsi la notizia con il più grande dispiacere,una parte di me se ne andò insieme a lui ed ancora oggi non sono riuscita a recuperarla.

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