La protesta di Rose

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SHAY'S POV

Una sensazione di immensa felicità mi accompagnò per il resto della settimana, era impossibile realizzare di poter finalmente chiamare Rose Laurent la mia fidanzata.

I ricordi dei baci colmi di passione condivisi sotto le stelle e tutte le parole d'amore che ci scambiammo con i nostri cuori in mano cullavano la mia mente in ogni momento della giornata.

Un altro evento contribuì al mio eccezionale buon umore quella settimana: l'incontro con mio fratello minore.
Malgrado la mia gioia non riuscii a nascondere una traccia di nervosismo; quando attraverso una videochiamata annunciai a Tíago che ad accompagnarmi non sarebbe stata Akemi percepii un velo di dispiacere nei suoi occhi.
Non ebbi il coraggio di confessargli che al posto della mia migliore amica che lui vedeva come una terza sorella maggiore al mio fianco si sarebbe seduta una donna a lui totalmente sconosciuta.

Inoltre Tíago era un ragazzo molto timido e vittima di ansia sociale, dunque la paura di rovinare tutto era inestimabile. Tuttavia Rose era una donna colma di dolcezza ed empatia e dalle storie che mi raccontò potevo intuire che anche lei proprio come il mio fratellino fosse un piccolo lupo solitario.

Sperai che i diversi tratti che avevano in comune fossero abbastanza per farli andare d'accordo, non avevo mai colto l'opportunità di introdurre un mio partner ai membri della mia famiglia poiché nessun tipo di mia relazione passata era stata ai miei occhi così rilevante quanto quella che stavo vivendo ora.

In passato solo il pensiero del futuro al fianco di una persona mi avrebbe fatto sentire oppressa, invece contraddittoriamente in quel momento tutti i pensieri riguardanti il mio futuro includevano anche il magnifico volto della ragazza dei fiori.

Il giorno del tanto atteso incontro io e Rose ci recammo al locale prestabilito con una ventina di minuti in anticipo. Il luogo non era molto affollato, gli unici clienti erano una coppia di ragazzini sul punto di lasciare il locale.

-Basta così per voi,ragazze?- esclamò un cameriere a pochi passi da noi.
Per un secondo sussultai credendo che si stesse riferendo a me e Rose, ma invece l'attenzione dell'uomo era rivolta alla coppia di giovani che sedeva al tavolo accanto al nostro.

-Si,grazie...e comunque, lui è un ragazzo- esclamò la ragazza indicando la persona al suo fianco con un forzato sorriso. Il cameriere, un uomo intorno alla mia età rivolse ad entrambi uno sguardo confuso soffermandosi qualche secondo in più sul volto del ragazzino.

Dopo quest'episodio l'umore di Rose mutò notevolmente, persino il colore delle sue iridi si convertì in una sfumatura più scura di verde.
-Tutto bene?- le domandai con tono premuroso, la ragazza dei fiori annuì con un cenno del capo nonostante l'espressione del suo viso comunicava esattamente l'opposto.

Il cameriere riemerse dalla cucina dirigendosi di nuovo verso i due giovani ragazzi, -Ecco il conto, signorine- esclamò il giovane cameriere ignorando il precedente avvertimento della ragazza.

Quest'ultima fece per rispondere a tono ma il ragazzino al suo fianco afferrò la sua mano fermandola prima che potesse aprir bocca.
Quest'ultimo, per cui provavo un'enorme simpatia dato i suoi capelli erano tinti del mio stesso colore, aveva un viso così pieno di dolore che ero quasi sicura sarebbe scoppiato in lacrime una volta fuori dal locale.

Nonostante la ragazza decise di mantenere il silenzio,a mia sorpresa e lo stupore di tutti i presenti questa volta fu Rose a far sentire la sua voce.
-Forse il messaggio della ragazza non le è stato ben chiaro..l'unica coppia di "signorine" in questo locale siamo io e la mia fidanzata. E comunque,se fossi in lei cercherei di ascoltare con più attenzione le parole dei clienti-.

Il giovane cameriere, paralizzato dallo stupore con occhi e bocca spalancati porse velocemente le sue scuse alla coppia al nostro fianco per poi sparire di vista.
Entrambi i ragazzi le rivolsero un sincero sorriso
-Grazie- esclamò il timido ragazzo dai capelli blu con tono così basso che a stento riuscii ad udirlo.
Rose ricambiò il suo gesto e salutò entrambi i giovani con un cenno della mano prima che scomparissero fuori la porta del locale.

Ancora una volta Rose riuscì a colpirmi attraverso la sua generosità ed empatia,alzare la propria voce per i diritti di un indifeso non è una scelta molto comune ed ancora più raro è farlo con una tale maestria, ignorando la tentazione della rabbia.

-Non sapevo fossi una paladina della giustizia- esclamai con ironia cercando di alleggerire l'atmosfera.
-Il tipo di ingiustizia che ha subito quel ragazzo forse è fra quelle che sopporto di meno,avendola vissuta quasi in prima persona- mi confessò con un sospiro,le sue guance ancora rosse per l'adrenalina del momento.

-Io..scusa, non sapevo avessi dovuto affrontare un percorso talmente difficile- cominciai a parlare prima che lei mi interrompesse con una piccola risata.
-Non sono io che l'ho dovuto affrontare bensì Robert,il mio fratello gemello. Essendo la persona più vicina a lui è come se avessi provato il dolore di ogni sua piccola ferita prima che arrivasse a diventare l'uomo che è oggi-. Affermò queste parole con un luccichio particolare nei suoi occhi: quello che compariva unicamente quando parlava delle cose che più ama...mi chiesi se i suoi occhi brillassero in quella maniera anche quando pensava a noi.

-Beh...sapere che è riuscito a vincere una così tanto dura battaglia non fa che aumentare la mia voglia di conoscerlo. Tu invece,come hai reagito alla rinascita di tuo fratello?- le domandai incapace di frenare la mia curiosità.

-Quando intorno ai nostri sedici anni dichiarò la sua identità di genere non rimasi del tutto sorpresa dalla sua confessione.
Avevo capito di avere un fratello al mio fianco ormai da tempo, grazie al mio intuito da sorella gemella presuppongo. Per quanto riguarda la nostra famiglia...per quanto cerchino di fare passi avanti alcune cose non riescono a comprenderle neanche oggi.- Una nota di dolore emerse nella sua voce al ricordo dei suoi parenti, mi resi conto che non mi aveva mai parlato di alcun familiare se non suo fratello.

-E tu,che rapporto hai con i tuoi genitori?- le domandai ancora una volta succube della mia curiosità.
-Beh...un rapporto che senza dubbio ha molte complicazioni. Anche se non sembra, sono sempre stata io la pecora nera della famiglia- confessò con tono distante
-Beh,allora siamo in due!- esclamai con ironia,un piccolo sorriso comparve sul suo viso.

-Secondo te sono stata troppo crudele con quel cameriere?- mi domandò con una nota di insicurezza.
-Forse sarà rimasto terrorizzato,ma credo che senza dubbio adesso farà più attenzione alle parole dei suoi clienti- esclamai rubandole una piccola risata.

-Devo riconoscere che il tuo è stato un gesto molto coraggioso...posso solo immaginare quanto sia stato importante per quel ragazzino.
Inoltre,il modo in cui hai espresso la tua opinione con immensa sicurezza... devo ammettere che è stato molto sexy- esclamai a voce bassa facendo in modo che solo lei mi udisse.

Rose sollevò le sopracciglia,era sul punto di replicare qualcosa quando la porta del locale si spalancò.
Ad entrare fu un ragazzino dalla pelle olivastra e lunghi capelli neri che scendevano sulla sua fronte sfiorando i suoi occhi. Sfilò gli auricolari dalle sue orecchie e si guardò intorno con aria insicura fino a quando incontrò il mio sguardo ed il suo viso fu incorniciato da un grande sorriso.
-Tíago!- esclamai con euforia correndo nella direzione di mio fratello per poi gettare le braccia intorno al suo collo.

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