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*La rosa, la rosa rossa che ti regalai. Guarda...è ancora lì.*
*Adesso è secca, ma l'amore con cui te la regalai non si è seccato.*

- Quindi? Ti è piaciuto? - uscimmo dal cinema che erano le 5 del pomeriggio.
- Sì dai, pensavo che fosse peggio - risi e lei fece una faccia offesa - Credevi che avessi pessimo gusto?!- esclamò, iniziai a ridere e lei non riuscì a trattenere la sua risata.
- Non ho detto questo!- mi difesi alzando le mani.
- Vieni da me? Ti offro qualcosa..- propose guardandomi speranzosa, aveva due grandi occhi verdi che mi fissavano
- Va bene..- risposi e ci sorridemmo a vicenda.
Tornammo a casa sua e appena rientrammo nell'appartamento mi misi a sedere sul divano, mentre lei si recò in cucina.
Qualche attimo dopo tornò e posò un vassoio sul tavolino di vetro, in una ciotolina aveva messo una manciata di patatine, due bicchieri di succo alla pesca e qualche cioccolatino.
- Da quanto tempo vivi da sola?- le chiesi sorseggiando il succo.
- 3 anni...- mi rispose per poi tornare a mangiare le patatine.
- E non sei mai stata con qualcuno..?- mi esposi dopo un lungo silenzio, lei rimase senza parole poi si decise a parlare.
- Beh...qualche anno fa ho avuto una storia...ma non è andata bene- con un sorriso forzato posò il bicchiere sul tavolino.
Rimasi senza dire nulla, non avevo idea di come continuare il discorso.
- Colpa di mio padre...ovviamente- aggiunse all'improvviso, mi voltai velocemente verso di lei guardandola con sguardo interrogativo.
- Lara...- sussurrò il mio nome come se dovesse dirmi qualcosa di importante.
Sobbalzammo quando il suono del campanello rimbombò nella stanza.
Alessia velocemente andò verso la porta e l'aprì, pochi secondi dopo sentii la voce di un uomo.
- Enrico!- esclamò Alessia non aspettandosi la visita di suo fratello.
- Scusa il disturbo...come stai?- disse lui baciandole una guancia ed entrando in casa.
- Non ti preoccupare...bene dai, tu?- rispose lei richiudendo la porta.
- Si va avanti...- il ragazzo sulla trentina d'anni si voltò e appena mi vide fece un'espressione sorpresa.
- Oh ciao- mi salutò in imbarazzo, io feci un cenno con la mano.
- Lei è Lara...- si affrettò a presentarmi Alessia, suo fratello la osservò cercando spiegazioni. -Le do lezioni di fotografia- spiegò velocemente trovando la prima scusa che le venne in mente.
- Capisco...beh perdonatemi per avervi interrotte- disse -comunque... dopodomani c'è il funerale del nonno, verrai?- Enrico si rivolse a sua sorella con tono dolce, lei incrociò le braccia e fissò suo fratello negli occhi.
- Non lo so Enrico...- rispose con voce tremante.
- Dai Ale...non fare così...- cercò di spronarla, ma lei lo fermò subito.
- Ti ho detto non lo so...basta, sai che per me è difficile- portò il suo sguardo verso il pavimento.
- E va bene...- sussurrò combattuto il ragazzo -con papà?- domandò a bassa voce cercando di non farmi sentire.
- Come sempre...- alzò la spalle e tornò a guardare suo fratello, Enrico la fissò per qualche secondo e poi le sorrise facendole così spuntare un lieve sorriso che comparve anche sul mio volto.
- Adesso vado...sennò mia moglie chi la sente?!- cercò di scherzare lui facendoci ridere un minimo.
I fratelli si salutarono calorosamente e quando Enrico stava per uscire dalla porta salutò anche me con un sorriso.
- Vi somigliante...non del tutto, ma gli occhi sono quelli- le sorrisi mentre lei si avvicinò.
- Non è la prima volta che me lo sento dire...- scherzò, casualmente il mio sguardo cadde sull'orologio che avevo al polso.
Si erano fatte le 6:30 e dovevo tornare a casa, così mi alzai dal divano.
- Devi andare?- mi chiese ed io annuii.
Poco prima di aprire la porta mi voltai verso di lei.
- Dopodomani...- le dissi e lei corrugò le sopracciglia non capendo.
- Se vuoi possiamo passare insieme dopo il funerale...quando non ci sarà più nessuno- proposi - se vuoi ovviamente, solo per farti compagnia...- aggiunsi subito dopo.
Rimase in silenzio e dopo aver tentennato un po' annuì timidamente.
Le sorrisi e ci salutammo.
Un'altra giornata in sua compagnia era volata via, avrei desiderato tanto un salto temporale mi portasse al giorno in cui ci saremmo riviste.
Tornai a casa felice e spensierata, continuando a chiedermi quale strano potere magico avesse quella ragazza da farmi sentire così...bene.

Il giorno seguente fu davvero uno strazio, le ore non passavano mai.
Decisi di andare da Matilde così da passare un po' di tempo insieme, in modo tale da non pensare al giorno successivo e a quelle ore che erano mutate in anni.
- Riesci a stare ferma per più di 10 secondi o credi che sia troppo difficile?- mi domandò scocciata Matilde mentre io continuavo a fare avanti e indietro per la sua camera.
- Non credo sia difficile- dissi con tono pacato.
- Ecco vedi..- mi sorrise lei.
- Credo sia impossibile infatti!- esclamai fermandomi e buttandomi sul letto.
- Beh ce l'hai fatta!- mi prese per il culo la mia amica -Devi essere più paziente...- tornò a truccarsi.
- Paziente? Io?! Ma mi conosci?- le domandai scioccata.
- Quanto sei antipatica oggi...- disse avvicinandosi al letto -Dai alzati...- mi lanciò un cuscino in faccia.
- Ma che vuoi?- le chiesi scocciata.
- Facciamo un giro!- esclamò lei tirandomi, questa volta, un pupazzo.
- Non ne ho voglia- affermai abbracciando il pupazzo che mi aveva appena lanciato.
- Ho in mano un libro...non mi ci vuole molto a tirarti pure questo...- con uno scatto mi alzai subito in piedi.
- Dove vuoi andare?- le feci un sorriso forzato e lei ricambiò.
- Ovunque basta che tu ti tranquillizzi- la mia amica mi prese per un polso e mi trascinò furoi da casa sua.
Passeggiammo un po' per il centro, comprammo pure un buon gelato e dovetti ammetterlo, Matilde aveva proprio ragione, il tempo volò via.
Quando la sera mi sdraiai a letto mi addormentai subito.
Il giorno seguente avrei rivisto Alessia, nonostante fossero passate poco più di 24 ore mi sembrava che fossero passati anni, avevo bisogno di rivederla.

1995 - Io, Te e nient'altro.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora