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*Eri perfetta ed io lo capii subito.*

La città quella mattina era davvero affollata e il caldo primaverile mi fece sudare ancora di più dopo la corsa che dovetti fare per arrivare, puntuale, all'appuntamento che ci eravamo date io e Matilde.
Arrivai al solito posto, di fronte al negozio di dischi, il mio negozio preferito.
Matilde non c'era, non vidi la sua bici appoggiata al muro come era suo solito fare.
Guardai il mio orologio al polso, decisi di aspettare qualche minuto, solo quando passò un quarto d'ora rinunciai alla speranza di vederla.
Sicuramente il suo ragazzo l'aveva bloccata alle sue solite prove con la sua "band".
Giulio, il ragazzo di Matilde, aveva messo su un "gruppo" con alcuni suoi amici e compagni di classe.
Da qualche tempo li invitavano a suonare nei bar o nei locali, riuscivano pure a ricavare un po' di soldi.
Sbuffai, quella mattina avevo davvero voglia di stare con la mia migliore amica.
Guardai curiosa il negozio di dischi e decisi di entrare, tanto per fare un giro.
Amavo comprare i dischi per tenerli esposti, avevo una grande collezione.
Questa passione mi era stata passata da mio padre.
Stavo guardando le varie copertine quando d'un tratto la porta si aprì e la campanellina posta sopra di essa suonò così da richiamare l'attenzione del venditore che era dietro la cassa.
Nel negozio entrò una ragazza, non aveva la mia età, era poco più grande.
Aveva un taglio di capelli, di color  castano, che le arrivava poco più sopra le spalle, ed indossava un completo con una giacca nera.
Era davvero bella.
Il suo sguardo cadde sul mio, come se avesse sentito che la stessi osservando.
Riportai gli occhi verso i dischi ed iniziai a osservare uno, cercando di essere il più naturale possibile, ma credo di aver fallito.
  - Michael Jackson...grande cantante - con sorpresa la ragazza mi si era avvicinata, alzai lo sguardo verso di lei e notai il suo sorriso dolce, era alta quanto me, forse avrà avuto un centimetro in più ma non si percepiva.
  - Già...un genio - sorrisi io e lei accennò una risata.
  - E lui..? - prese in mano un disco e lo girò per farmi vedere la copertina che raffigurava Gianni Morandi.
Risi appena lo vidi, lei cercò di rimanere seria anche se notai un lieve sorriso.
  - beh direi che non è il mio genere...- risposi cercando di ridere di meno dopo aver visto l'uomo alla cassa lanciarmi un'occhiataccia.
  - almeno era carino da giovane...- sorrise e ripose il disco.
  - non il mio tipo...- sussurrai, pensai che non mi avesse sentito, ma mi sbagliai.
  - e chi è il tuo tipo? - domandò con uno sguardo curioso.
Rimasi in silenzio senza trovare risposta, la porta del negozio si aprì e notai sulla soglia di essa la mia amica dai capelli rossicci.
  - Perdonami per il ritardo! - si avvicinò a me e si scusò con tono dispiaciuto.
  - Tranquilla...- sorrisi cercando di non farle pesare il suo ritardo.
  - Dai andiamo...devo comprare il giornale per mio padre - mi afferrò una mano, posai velocemente il disco e guardai la ragazza dagli occhi verdi.
C'era un tavolo pieno di dischi da un parte e dall'altra la ragazza, non c'era molto spazio per passare e la giovane senza nome non riuscì a spostarsi facilmente.
Matilde mi tirava il braccio ed io passai di lato, sentii il corpo della ragazza addosso al mio, la sua schiena si irrigidì quando mi sentì vicina a lei e senza rendermene conto le posai una mano sul fianco, la tolsi subito e riuscii ad arrivare alla porta.
La ragazza si voltò velocemente verso di me e io la guardai per un'ultima volta prima di uscire.
La mia amica mi diede un altro strattone al braccio per farmi camminare e così uscimmo dal negozio.

Nel tragitto fino all'edicola non parlai molto, Matilde invece non rimase zitta un secondo.
Continuava a parlare di quanto Giulio fosse pesante, ma che infondo lei lo amava e lui amava lei.
Erano una coppia complicata, come molte altre, si facevano mille problemi e paranoie, che, infondo, molti di essi non esistevano nemmeno.
Arrivammo all'edicola e finalmente la mia amica comprò ciò che doveva prendere.

  - Ti ricordi cosa c'è Sabato? - mi domandò quando fummo arrivate di fronte al portone di casa sua.
  - Certo, il matrimonio di tua cugina - le dissi ovvia, non me ne ero dimenticata o almeno non quella volta.
Io e Matilde ci conoscevamo da sempre, le nostre mamme erano amiche fin da ragazze e per questo noi crescemmo insieme come sorelle; le nostre famiglie ci consideravano proprio tali e, come Matilde era parte della mia famiglia, anche io facevo parte della sua.
Teresa era la cugina di Matilde, aveva 26 anni e si sposava quel sabato con Nicola, erano fidanzati da 7 anni ormai.
- Complimenti Lara! Dopo 10 mesi te ne sei ricordata! - mi prese in giro lei.
Dopo aver parlato per venti minuti del più e del meno, ci salutammo ed io tornai a casa mia ripensando a quella ragazza di cui però non sapevo nulla, ma di cui avrei tanto voluto saper tutto.

1995 - Io, Te e nient'altro.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora