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*Il tuo profumo era una sicurezza, una certezza; il tuo profumo era casa.*

  - Esci anche oggi?- la voce stridula di mia sorella rimbombò nella camera.
  - Ma tu te li fai mai gli affari tuoi?- le lanciai un'occhiataccia.
Lei alzò le spalle e si sdraiò sul suo letto sfogliando una rivista.
Appena fui pronta mi precipitai fuori e corsi finché non arrivai a casa di Alessia, prima di suonare al campanello ripresi fiato.
La porta si apri e dopo qualche istante la ragazza uscì fuori.
  - Ehi!- la salutai, lei mi sorrise e ricambiò il saluto, mi studiò attentamente -Hai corso?- mi chiese.
  - Io? Nooo- mentii, anche se era palese.
Ci avviamo verso la macchina e subito dopo partimmo, quando arrivammo al cimitero rimanemmo in auto nel parcheggio.
Osservai le persone che se ne stavano andando, decisi di uscire dalla macchina e qualche secondo dopo Alessia fece lo stesso.
La gente se ne stava andando mentre noi ci avviammo verso la tomba appena fatta.
La terra era fresca e la lapide era ancora molto spoglia, solo i fiori rendevano il tutto più colorato e, anche se in contrasto, anche più felice e sereno.
Alessia fissava la foto di suo nonno insistentemente, io in disparte guardai l'immagine di quel signore, era stata scelta una foto in cui appariva sorridente.
Con la coda dell'occhio intravidi Alessia asciugarsi le lacrime con un fazzoletto di carta, fece un respiro profondo e qualche attimo dopo iniziò a fissare il vuoto.
  - Eravate molto legati?- le chiesi sperando di non essere stata troppo invadente.
Lei annuì in silenzio ed io riportai il mio sguardo sulla tomba.
  - Lui mi ha sempre accettata, mi amava per come ero...e non mi imponeva nulla- la sua voce tremante mi fece rabbrividire, mentre una piccola folata di vento ci scompigliò i capelli.
Rimanemmo così, in silenzio, respirando l'aria fresca che trasportava l'odore buono dei fiori freschi.

Tornammo a casa di Alessia e lei mi offrì di nuovo da bere.
Ero in soggiorno mentre lei stava sciacquando i bicchieri appena usati nel lavandino della cucina.
Mi avvicinai ad una mensola appesa al muro dove erano poste diverse foto.
Ne vidi solo una dove Alessia e suo padre erano insieme, la foto risaliva a qualche anno fa, lo intuii osservando l'uomo il quale aveva meno rughe e Alessia che era una ragazzina poco più che maggiorenne.
I due apparivano felici, il padre aveva pure un sorriso in volto, il che mi fece strano.
Tra le tante piccole foto incorniciate ne intravidi una nascosta, l'afferrai e la presi in mano osservandola meglio.
C'era Alessia in compagnia di una ragazza, avevano dei sorrisi spontanei e sinceri.
  - Bella vero..?- la voce di Alessia mi fece sobbalzare e voltandomi verso di lei le sorrisi.
  - Molto...- sussurrai tornando a guardare quella foto.
  - Lei è Margherita- mi disse indicando l'altra ragazza nella foto, le rivolsi un'occhiata curiosa - Eravamo molto legate...- iniziò a parlare - davvero molto...ma mio padre ci costrinse a troncare i rapporti- guardai intensamente Alessia cercando di leggere i suoi occhi e di comprendere ciò che mi stesse raccontano.
  - Ale ma...- di colpo capì, intuii qualcosa, lei mi guardò con sguardo sincero e mi fece un sorriso dolce come per dire "sì, è quello che pensi tu".
Guardai ancora una volta la foto e sorrisi, incredibile, era una tra le poche persone che conosco che aveva il mio stesso orientamento sessuale.
  - Incredibile...- sussurrai senza rendermene conto.
  - Cosa?- chiede lei con tono curioso.
  - Beh...siamo in due- risi io fissandola negli occhi, mi fece un altro sorriso.
Riposi la foto nella mensola e mi diressi verso il divano.
  - Perciò tuo padre lo sa...?- domandai anche se, infondo, sapevo già la risposta.
  - Già...- mi rispose tornando seria. -Quando lo scoprii non mi parlò per un mese...poi mi costrinse a lasciare Margherita, se non l'avrei fatto mi avrebbe ripudiata come figlia- mi raccontò osservando il pavimento per poi riportare lo sguardo sul mio.
  - E tua madre? Tuo fratello...?- lei sorrise forzatamente alle mie domande.
  - Mia madre ha sempre fatto finta di niente, come se non fosse vero...- sospirò -Mio fratello invece mi è sempre stato vicino, come mio nonno... nonostante fosse anziano credeva che ci fosse qualcosa di peggio che preoccupasi per una cosa del genere...- accennò una risata forse ricordandosi le parole che suo nonno le ripeteva.
  - I tuoi lo sanno?- mi chiese questa volta lei, la guardai sinceramente e lei capì subito, poi le risposi scuotendo la testa.
Dopo qualche minuto dovetti andarmene, ma prima di uscire dalla porta mi chiese se fossi stata libera nel fine settimana.
Cosa mi stavi facendo Alessia?
Perché non riuscivo a starti lontana?
Perché quel tuo sguardo era così magnetico?
Cosa mia stavi facendo provare Ale?

1995 - Io, Te e nient'altro.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora