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*Rimarrai per sempre il mio tutto.*

- Mangia...- le dissi imboccadola, lei sbuffò - Dai amore...- cercai di spronarla.
- Basta!- esclamò lei spingendo il mio braccio.
Posai il cucchiaio e la guardai, lei si era voltata verso la finestra, non voleva vedermi.
- Ale...- la richiamai ma lei rimase a fissare fuori con le braccia conserte.
- Guardami.- la feci voltare prendole delicatamente il viso, i nostri sguardi si intrecciarono.
- Non devi restare..- disse ed io aggrottai le sopracciglia.
- Cosa?- le chiesi senza capire.
- Hai tutta la vita davanti.- mi ricordò -Vai a trovare un'altra persona. Non devi soffrire per me.- i suoi occhi iniziarono a brillare.
- Alessia ma che stai dicendo?- le domandai, le non mi rispose e cercò di voltarsi nuovamente, io le ripresi il viso.
- Io non voglio nessun'altra. Io amo te. Voglio rimanere insieme a te, okay? Non me ne andrò Alessia, perché io ti amo!- le spiegai fissandola i quei meravigliosi occhi verdi.
Lei rimase in silenzio, le tolsi dalla guancia la lacrima che le stava scendendo.
- Ti amo anch'io...- disse in un sussurro, con la voce tremante.
Posai la mia fronte sulla sua.
- Promesso?- le chiesi, lei accennò un sorriso ricordandosi la promessa.
- Promesso.- rispose sicura, le stampai un bacio sulle labbra e lei sorrise.
Non ti avrei mai lasciata.

Un mese e mezzo dopo la situazione era piano piano peggiorata, Alessia non aveva più forze e non riusciva a fare più nulla senza l'aiuto di qualcuno.
Io continuavo a passare le mie giornate all'ospedale, grazie all'aiuto della mia famiglia e della famiglia di Alessia, ma anche a quella di Matilde, tutto sembrò essere meno difficile, ci aiutavamo tutti insieme e ciò ci dette forza, anche ad Alessia.
Le cure erano davvero pesanti, riuscivamo a parlare poco perché lei era sempre stanca e anche parlare le era difficile.
Cercavo comunque di farle passare il tempo, portavo molte cassette così ci mettevamo a guardare i film anche se dopo poco lei si addormentava.
Le facevo ascoltare molta musica e qualla si che le piaceva.
La coccolavo sempre e ogni volta mi sussurrava "Ti amo" in modo da ringraziarmi.
Nonostante tutto il nostro amore era sempre lo stesso, non era diminuito, ma aumentato.
Infondo, eravamo una la forza dell'altra.

Entrai in camera, Alessia stava molto male da diversi giorni.
Era sul letto e non aprì nemmeno gli occhi quando la porta si chiuse.
Mi sedetti sulla solita poltroncina accanto al suo letto.
Le diedi un bacio sulla fronte e le sussurra chi ero, i suoi occhi si aprirono piano piano, li teneva socchiusi.
- Lara...- mi richiamò ed io mi avvicinai per sentirla meglio, avava la voce davvero flebile - Sei importante per me...- faceva fatica a parlare.
- Ehi ehi...non sforzarti, riposati..- le accarezzai la guancia.
- No. Devo farlo.- il suo tono di voce era sicuro ed io la fissai in modo interrogativo.
- Non dimenticarti...tu vali, sei forte...potrai fare tutto quello che vorrai- la sua voce era davvero sottile ed io continuavo a guardarla - Non ti abbattere, vivi e sii felice.- le lacrime già mi stavano rigando il viso, le presi la mano e la intrecciai alla mia, lei non aveva nemmeno la forza di stringermla.
- Alessia...devo...chiamare qualcuno?- le chiedi con la voce spezzata.
- No Lara...- mi rispose - Ho passato il periodo più bello della mia vita insieme a te...Continua a vivere, fallo per me.- quelle parole rimbombarono nella mia testa mentre un nodo alla gola mi impediva di deglutire con facilità.
- Ti amo Lara ...- la sua voce divenne sempre più bassa e il suo respiro iniziò ad essere affannato.
- Ti amo Alessia...- le sussurrai e a quelle parole i suoi occhi si chiusero e il suo torace cessò di alzarsi, la macchina accanto a lei incominciò a risuonare un lungo "biiiiiiiiiip".
Posai la mia testa sul bordo del letto piangendo insistentemente, gridando aiuto e urlando il nome di Alessia nella speranza che riaprisse gli occhi, ma nulla da fare.
Alzai il capo e guardai il volto di Alessia, appariva più sereno, come se finalmente avesse trovato la pace.
La mia mano si posò sulla sua guancia le stampai un ultimo bacio sulle labbra che non reagirono e non erano più calde come una volta.
La porta della stanza si aprì di colpo e dottori ed infermieri entrarono di corsa sposandomi via dal letto e impedendomi di vederla ancora.
Qualcuno alle mi spalle mi prese di peso tracsiandomi fuori.
Era Renato.
Appena fuori dalla porta mi strinse a se mentre io continuavo a piangere.
- Lei resterà sempre in ognuno di noi...- la voce sussurrata e rotta di Renato mi diede una forza in più.
Era vero.
Quella frase aveva un significato.
Alessia non c'era più, ma avrebbe continuato a vivere insieme a noi.
I ricordi che avevamo insieme a lei li avremmo custoditi con cura.
Ripensai alle parole di Alessia.
Dovevo continuare a vivere.
Lo dovevo fare, sia per me e sia per lei.
"Okay Ale, lo faccio...continuerò a vivere, per noi due." pensai e continuai a ripetere, sperando che il messaggio, ovunque lei era, le sarebbe arrivato.

1995 - Io, Te e nient'altro.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora