17

494 18 6
                                        

*Per sempre: Ti amo.*

Dopo la morte di Alessia, io e la sua famiglia continuammo a vederci.
Fu difficile, un calvario.
Era insopportabile l'idea che non l'avrei mai più vista, toccata...
I primi mesi furono davvero impegnativi, tutto mi ricordava lei ed ogni volta iniziavo a piangere, poi mi ricordavo che lei non avrebbe voluto questo per me, così cercavo di tranquillizzarmi, senza troppi risultati però.
Il giorno dopo la sua morte mi ricordai una cosa: la cena che le avevo promesso al miglior ristorante della città.
Non avevamo fatto in tempo.
Così ci andai da sola, senza nessuno, una cena in completa solitudine, ricordandomi le mille esperienze fatte insieme a lei.
Può sembrare una pazzia, ma alemno mi fece sentire un po' meglio, solo per po'.
Matilde e Giulio furono fondamentali, come anche la famiglia della mia amica e quella di Alessia.
I miei genitori invece furono incredibili, continuavano a darmi forza e non si stancavano mai.
Piano piano iniziai a capire.
Metabolizzai l'accaduto.
Fu difficile, ovvio.
Ma dopo un po' di tempo, quando qualcosa mi ricordava lei sorridevo.
I ricordi che avevamo erano stupendi e capii che non  dovevo reprimerli o piangerci sopra, perché erano l'unica cosa che mi rimaneva di lei e non potevo rovinare anche questo.
Passai a casa di Alessia dopo qualche tempo, quando mi sentii "pronta" di tornare lì dentro.
Era tutto rimasto come quando l'avevamo lasciata, nel periodo in cui Ale era in ospedale passai poche volte da casa, mentre i suoi genitori quando passavano pulivano un po' per togliere la polvere, ma la casa era sempre più quella, era tutto uguale.
Feci un giro tra le varie stanze.
Il divano, in cui avevamo fatto tanti di quei sonnellini...
Sulla vetrinetta accanto alla televisione c'era la rosa, la rosa rossa seccata, sorrisi vedendola ricordandomi quando gliela regalai.
Sopra la scrivania, dove lei passava le ore a lavorare, c'era la sua macchina fotografica.
Andai in bagno, mi guardai intorno, notai sopra allo specchio il suo profumo preferito.
Delicatamente, come se fosse un oggetto prezioso, lo presi in mano e l'annusai chiudendo gli occhi.
Era lì, era proprio lì vicino a me, ma quando li riaprii...lei non c'era.
Quando andai in camera vidi il letto, il nostro posto magico, dove era bello svegliarsi la mattina.
Aprii l'armadio, la sua felpa rossa, fu la prima cos1!che vidi.
Quella felpa l'aveva messa quando ci baciammo per la prima volta.
La presi in mano e sentii il suo odore, la strinsi a me.
Avrei volto abbracciarla veramente.
Ma non potevo.
Decisi di tenerla e di portare via il profumo.

Un giorno ero in camera mia a sistemare le mie cose.
Aprii distrattamente il cassetto del comodino.
La macchina fotografica, era lì.
Sorrisi malinconicamente e la presi in mano, la guardai attentamente ricordandomi ogni singolo giorno in cui l'avevo portata con me per immortalare i momenti passati insieme ad Alessia.
"Le foto!" esclamai nella mia testa.
Uscii di casa frettolosamente senza dire nulla ai miei che mi guardarono senza capire perché avessi tutta quella fretta di uscire.
In pochi minuti arrivai dal fotografo e gli diedi la macchina fotografica dicendogli di stamparmi tutte le foto che erano al suo interno.

Dopo qualche giorno ripassai.
  - Ehi Lara!- mi salutò contento di vedermi.
  - Ciao Edo!- ricambiai il saluto chiudendo la porta del negozio.
Lui frugò dentro ad un cassetto e poi posò sopra al bancone diverse buste con all'interno le foto stampate.
- Senti ma...- parlò Edoardo - le hai fatte tu?- mi chiese incuriosito.
Io annuii prendendo il portafoglio dalla tasca.
  - Sono davvero bellissime...- si complimentò con me - Alessia era davvero bella...- mi sorrise ed io feci un timido sorriso.
Edoardo non era il solo a sapere della mia relazione con Alessia, dopo la sua morte iniziò a circolare la voce su di noi.
  - Dovresti esporle!- gli occhi di Edo si illuminarono, io lo guardai in modo perplesso.
  - Sì! Dico sul serio! Ti aiuto io.- si propose, era così convinto che ci mettemmo all'opera quello stesso giorno.
Dopo un mese in città ci sarebbe stata una mostra di fotografi emergenti, Edoardo riuscì a iscrivermi e scegliemmo le foto migliori che avevo fatto ad Alessia.
La mia piccola mostra si chiamava "Tu, io e nient'altro.", su un foglio c'era la spiegazione delle foto e così anche un po' della nostra storia.
Ero davvero emozionata.
La mostra andò bene ed io ne fui sorpresa, ero davvero orgogliosa di me stessa.
Ciò che mi soprese ancora di più è che le foto che reputarono più belle furono proprio le mie.
Fecero il giro della città, tutti si complimentarino con me, alcuni invece mi guardarono male per la storia che avevo avuto con Alessia, ma ciò non mi interessava.
Le foto iniziarono a piacere sempre di più e a sempre più persone.
Una sera, mentre cenavamo, stavamo guardando il telegiornale della nazione e nell'ultimo servizio parlarono delle mie foto e di me che stavano ricevendo un grande successo nonostante fossi una ragazza poco più che diciannovenne.
Così iniziai a fare fotografia e andava molto bene.
Ma non mi dedicai solo su quello.
La mia storia venne scoperta da un gruppo di ragazzi sostenitori della comunità LGBT, i quali organizzavano manifestazioni per la sensibilizzazione, inziai così a lavorare insieme a loro.
Inizia, così, a raccontare la storia di me e Alessia sia ai grandi che ai piccini ed ogni volta aveva un successo strepitoso.
Iniziai a combattere per sensibilizzare e per ricevere diritti per persone come me e Alessia, che si amavano, ma che la società non accettava ancora.
Continuai a vivere tenendo sempre presente Alessia, che mi dava forza in tutto ciò che facevo.
Conobbi Emma, una ragazza fantastica.
Ci amavamo davvero molto, così tanto da decidere di sposarci all'estero e cercare di adottare un figlio.
E finalmente ce la facemmo, riuscimmo ad adottare una bambina, la gioia della nostra vita.

Mia figlia si chiama Alessia.
Un giorno le racconterò questa storia, insegnandole a non avere paura di amare e che l'amore vero non si ferma di fronte a nessuno ostacolo.
E se vorrà potrà leggere questo libro.
Ringrazio chi è arrivato fino a qui.
E ricordatevi...
"Non c'è colpa nell'amare qualcuno."

1995 - Io, Te e nient'altro.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora