13
*Ti prometto che manterrò quella promessa.*
Il tempo passava.
Incredibile come il tempo passasse così velocemente.
Arrivammo finalmente alla fine della scuola.
Mi dovetti mettere sotto con lo studio, avevo la maturità e una grande ansia per quell'esame così importante, non tanto per il voto, ma perché avrebbe chiuso un percorso, un percorso durato anni e ne avrebbe, al contempo, aperto un altro il quale, per me, era ancora un punto di domanda enorme.
Passai la maturità con un discreto 80 e finalmente iniziai a godermi le mie vacanze estive.
Passammo metà estate a divertirci.
Alessia ricevette delle ferie davvero lunghe e decidemmo di passarle al mare.
Passammo molto tempo con Matilde e Giulio, che erano diventati ormai i nostri compagni di avventure.
Anche Enrico e sua moglie Claudia ci stettero molto vicini, passammo molto tempo con loro e i nipoti di Alessia.
La famiglia di Matilde ci invitava sepsso a pranzare o a cenare da loro e, noi, felici dei loro inviti, passavamo molto tempo anche con loro.
Tutto procedeva bene, anche il compleanno di Alessia fu veramente bello.
La portai nella nostra collina, avevo preparato un pic-nic con l'aiuto della mamma di Matilde, ovviamente.
A noi bastava la semplicità, a noi bastava questo e tutto risultava perfetto.
Ci furono tanti, tantissimi, momenti di sconforto, in cui iniziavamo a piangere ricordandoci che le nostre famiglie non ci accettavano.
Ma io ero lì per lei e lei era lì per me.
Eravamo l'una la spalla dell'alta.
Andavamo avanti insieme, unite sempre di più da quell'amore instancabile, perché ogni giorno noi ci innamoravamo sempre più.Iniziò l'ultimo mese d'estate, eravamo tristi perché sarebbe tornato il freddo inverno e quella magica estate piena di divertimento e amore sarebbe finita.
- Ehi!- mi ero appena alzata e preparata, trovai Alessia sul divano.
- Ehi- mi disse sorridendomi, le stampai un bacio sulle labbra poi le rivolsi uno sguardo incerto.
- Stai tremando?- le chiedi.
- No? Perché?- rise, mi misi accanto e
lei e ci guardammo un film.- Hai ancora la febbre?- le domandai, lei fece si con la testa ed io sospirai.
- Probabilmente è colpa del vento che c'era ieri al lago...- mi spiegò ed io annuì -Si può essere- le dissi.- Tutto okay?- Alessia quando si alzò dal letto iniziò a barcollare.
- Certo- mi rispose.
- Sei sicura?- continuai a domandarle.
- Si Lara, solo un normalissimo giramento di testa..- si voltò verso di me con un sorriso.
- Okay, va bene- le risposi alzando le mani.- Tieni- le passai un altro fazzoletto, ogni due giorni le usciva il sangue dal naso.
- Grazie- afferrò il fazzoletto e se lo portò al naso.
- Stai bene?- le chiesi dopo un lungo silenzio.
- Perché non dovrei?- mi rispose ed io rimasi in silenzio.Il mese di agosto e metà di settembre passarono così.
Alessia non mangiava, diceva di non aver fame.
Quando la gente la incontrava iniziavano a dirle quanto fosse dimagrita, anch'io glielo feci notare, ma lei faceva finta di nulla come se tutto fosse normale.
- Merda...- senti Alessia imprecare dopo un rumore, corsi subito in cucina e la vidi a terra che stava cercando di alzarsi, ma senza riuscirci.
L'aiutai io e la misi in piedi.
- Che cazzo è successo? Stai bene?!- le domandai preoccupata
- Sono caduta...sono solo stanca...- disse lei come era suo solito fare ormai da tempo.
- Tu domani vai a fare dei controlli. Intese?!- alzai la voce, lei abbassò lo sguardo -Guardami- le alzai il mento.
- Ti amo okay?- le sorrisi dolcemente facendole tornare un po' di buonumore.
Il giorno dopo andò a fare dei controlli e la settimana successiva ci chiamarono comunicandoci che erano arrivati i risultati.Entrammo nella stanza dove il dottore con il camice bianco era seduto dietro la scrivania.
Lo salutammo con una stretta di mano, poi ci accomodammo sulle due sedie di fronte a lui.
L'uomo prese una cartellina e tirò fuori dei fogli, li lesse attentamente e poi ci guardò.
Rimase in silenzio, intrecciò le dita delle mani e poi si rivolse a noi.
- Alessia...- disse il suo nome guardandola negli occhi - i suoi risultati...parlano chiaro...- riportò gli occhi sui fogli, il silenzio fu straziante.
Era come se il tempo si fosse bloccato per qualche attimo e la preoccupazione saliva sempre di più...sempre di più fino a che quel silenzio non venne spezzato. - lei è affetta da leucemia...-
Il vuoto.
A quelle parole avvertii il vuoto, sotto i piedi non avevo più il pavimento.
A quelle parole tutto divenne scuro, niente aveva più colore.
Non era vero.
Come poteva essere vero?
Quelle parole cancellarono tutto ciò che mi passava per la mente.
Quelle parole...
Mi era difficile anche respirare.
Rimasi a fissare il dottore, "non è vero" era ciò che la mia testa si ripeteva, ma le parole del dottore erano più forti.
I miei occhi iniziarono ad essere due enormi pozze d'acqua, con la coda dell'occhio vidi Alessia piangere.
- La dobbiamo subito ricoverare...faremo di tutto.- le parole del dottore erano ovattate, non sentivo più nulla, la mia testa era sommerza da pensieri e io volevo solo gridare.
Mi alzai di scatto dalla sedia e iniziai a camminare avanti e indietro.
- Come...?- sussurrai -Come...?- ripetei di nuovo.
- Lara...- la voce rotta di Alessia mi spezzò ancora di più.
- Come?!- urlai piangendo, diedi un calcio al cestino, un calcio così forte da sbalzarlo via.
Mi rannicchiai a terra piangendo,
Alessia mi si avvicinò, si sedette vicino a me stringendomi, le sue lacrime pesavano come macigni per me.
- Signorina Conti, adesso deve seguire l'infermiera...- il dottore si era avvicinato a noi posando le sue mani sulle nostre schiene.
Ci alzammo e trovammo una donna che aveva portato una carrozzina in modo da trasportare Alessia.
Lei si sedette su di essa e io le strinsi la mano, la donna uscì dalla stanza e le nostre mani si divisero poco a poco fino a non toccarsi più.
La vidi andare via mentre lei si voltò per un' ultima volta verso di me.
In quale modo avremmo affrontato quella situazione?
Non lo sapevo...ma di certo, ero sicura, che non l'avrei lasciata sola.La prima persona a saperlo fu Enrico, lo chiamai subito e lui mi raggiunse all'ospedale.
Appena mi vide mi strinse forte a se, come un fratello mi diede un po' di forza e tutto l'affetto che mi poteva trasmettere.
Cercammo di farci coraggio a vicenda, era difficile per entrambi.
Non potevamo andare da Alessia in quel momento, provammo e riprovammo diverse volte a parlare con infermieri e dottori, ma tutti ci risposero allo stesso modo "Adesso non potete entrare".
Chiamai Matilde e lei fu la seconda persona a sapere l'orrenda notizia, parlammo poco, ma in quella manciata di secondi anche lei mi diede forza, era davvero un'amica speciale.
Dopo diverso tempo per capire cosa avremmo dovuto fare io ed Enrico, decidemmo di dirigerci a casa dei suoi genitori.
Era assurda tutta quella situazione.
Era surreale.
Non riuscivo a capacitarmi di ciò che stava succedendo.
Avevo solo una domanda fissa che risuonava nella mia mente da ore:
PERCHÉ?

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1995 - Io, Te e nient'altro.
RomanceDue ragazze. Lara e Alessia. Ambiantata nel bel mezzo degli anni 90, Lara è un'adolescente, ancora 17enne, sta per abbandonare l'età della gioventù affacciandosi ai 18 anni e così all'età adulta. Alessia, ormai, è una giovane donna di 25 anni, già...