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*Ricordi quando mi dicesti "Ti amo" con lo sguardo? Da quel momento non hai più smesso di guardarmi in quel modo.*

Era Sabato, il giorno del matrimonio.
Mi ero vestita per l'occasione con un completo elegante, pantaloni e giacca.
Non ero amante dei vestiti e delle gonne, tutti mi conoscevano per essere un po' un "maschiaccio".
  - Sei pronta Lara?! - sentii mia madre chiamarmi dal piano di sotto ed io scesi subito.
Dopo poco salimmo tutti in macchina per dirigerci verso la Chiesa.
Il mio fratellino Francesco non stava fermo un attimo, aveva 5 anni ed era pieno di energia, mentre la mia sorellina Veronica aveva 16 anni ed era un smofiosetta, certe volte non la sopportavo affatto.
Io ero la più grande avevo ancora 17 anni ma qualche mese più tardi sarei diventata maggiorenne, ciò mi metteva paura ed ansia, anche se fin da piccola desideravo essere "grande".

Finalmente arrivammo alla Chiesa ed io scesi velocemente dalla macchina per cercare la mia amica.
La notai da una parte con Giulio, mi avvicinai a loro e ci salutammo con i soliti baci sulle guance.
Li guardai attentamente e ad essere del tutto sincera erano davvero un bella coppia.
Giulio si era dato una bella sistemata e il completo gli stava molto bene, mentre Matilde aveva un vestito di un rosa chiaro davvero grazioso.
Mi guardavo intorno, c'era davvero molta gente e tanti degli invitati venivano a salutarci, continuavano a dirci le stesse frasi a me e a Matilde "io vi conosco da quando eravate piccole così", "ma quanto siete cresciute, ormai siete delle donne!" ecc...
Passata mezz'oretta la macchina della sposa arrivò e Nicola aprì la portiera per farla scendere.
Ci recammo infine tutti dentro alla Chiesa.
La messa fu davvero lunga, durò un'eternità e quando finalmente finì mi trattenni dall'esultare.
Giulio, Matilde ed io ci mettemmo da parte e quando uscirono gli sposi, insieme ad altri, lanciammo loro il riso.
I due giovani sposi era davvero innamorati, si guardavano con sguardi profondi e si sorridevano in modo così sincero.
Era arrivato il momento di andare al ristorante e gli sposi furono i primi a partire, così mi diressi verso la mia famiglia.
La folla di invitati si stava dirigendo verso le proprie macchine ed improvvisamente mi bloccai.
Intravidi tra la gente una ragazza, era esattamente la ragazza che avevo incontrato al negozio di dischi.
Mi ripresi appena la vidi entrare in una macchina, guardai i miei genitori e vidi mia sorella rivolta verso di me che mi guardava con un'espressione interrogativa, non capendo perché fossi rimasta immobile per qualche secondo, scossi la testa, come per dire "lascia perdere" e lei tornò a seguire i nostri genitori ed io feci lo stesso.
Era surreale, non capivo come fosse possibile la sua presenza lì.

Arrivati al grande ristorqante ci recammo tutti al tavolo del buffet, posto all'esterno, per fare l'aperitivo.
Mi guardai intorno per vedere chi mi circondava.
La vidi un'altra volta, era insieme ad altri ragazzi.
Aveva un completo simile al mio, la giacca aveva dei brillantini in più, sorrideva ed io mi chiesi "come fa ad essere così bella?".
  - Ti sei imbambolata? - rise Giulio mettondosi davanti e comprendomi la vista.
  - eh si capita...- sussurrai tornando alla realtà e come nulla fosse successo mangiai le noccioline che avevo in mano.
Quando ci dovettimo mettere a sedere nei tavoli per il pranzo avrei preferito essere sotto terra.
Io ero nel tavolo tra i parenti, anche se non lo ero o almeno non anagraficamente, mentre nel tavolo di fronte al nostro c'erano gli amici degli sposi.
Mi ero messa alla fine del tavolo e nel tavolo di fronte vidi il volto della ragazza, ervamo una di fronte all'altra divise però da qualche metro.
Sperai con tutta me stessa che non si voltasse mai a guardarmi, ma poco prima di iniziare a mangiare il suo volto si girò verso di me e appena mi vide il suoi occhi si sgranarono, qunado metabolizzò che io fossi proprio lì davanti a lei mi fece un sorriso, io ricambiai timidamente.
Per tutto il pranzo ci guardammo, ci mandammo sguardi e sorrisi, cercando di essere il più invisibili agli occhi degli altri.
Di colpo mia madre mi si avvicinò,  facendomi sobbalzare, teneva per mano Francesco che aveva gli occhi rossi, aveva di sicuro pianto.
  - Mamma! Mi hai fatto prendere un colpo..! - esclamai, ma la mia voce non venne percepita da nessun altro, solo da lei, perché nella grande sala tutti parlavano creando un grande brusio generale.
  - Scusa... - disse con tono esausto, come se avesse bisogno di una pausa da quel diavoletto. - Tuo fratello vuole andare fuori, là dove ci sono quei giochi...- mia madre indicò una vetrata dove si potevano vedere un'altalena, uno scivolo e altri giochi.
  - Va bene..- sussurrai un po' scocciata, mi alzai e presi in braccio mio fratello.
Quando mi voltai per dire ai miei amici che sarei uscita, i posti, che poco prima erano occupati da Matilde e Giulio, erano vuoti.
Sbuffai ancora e mi diressi verso l'uscita.
Feci andare mio fratello ai giochi e mentre correva verso di ad essi gli ricordai di fare piano.
Guardai mio fratello da lontano che era già arrivato alla sua destinazione ed era finalmente felice, sorrisi nel vederlo così sorridenete e intanto io camminavo con calma.
  - Devi fare da babysitter..? - mi voltai, accanto a me ritrovai la ragazza, mi aveva seguita?
  - È mio fratello..- le dissi in imbarazzo e impacciata.
  - Sì...ti somiglia...- la guardai e la vidi sorridere -quindi...tu sei parente di Teresa o Nicola..?- mi domandò curiosa.
  - in realtà di nessuno dei due, ma sono cresciuta insieme alla cugina di Teresa...- le risposi e lei annuì -tu invece..?-
  - sono un'amica di Nicola..- mi spiegò.
Per qualche secondo rimanemmo in silenzio, a rompere quest'ultimo furono solo le risate e le grida dei bambini che si erano radunati ai giochi.
  - Io comunque sono Alessia.- mi sorrise e mi porse la mano, la guardai negli occhi e sorridendole gliela strinsi   -Lara, piacere.-
  - sei giovane Lara..- puntualizzò lei, forse intenta a scoprire la mia età, ed in realtà anch'io ero curiosa di sapere la sua.
  - tra qualche mese compierò 18 anni... però si sono giovane - accennai una risata -credo che tu sia più grande di me, giusto?- domandai.
  - già, ho 25 anni- rispose, non credevo ne avesse 25, sembrava più giovane di qualche anno.
  - non si direbbe - sussurrai e vidi spuntare sul suo viso un sorriso timido.
  - tu...tu lavori..?- cercai di trovare un argomento di cui parlare, perché volevo che la conversazione continuasse.
  - oh, si...sono una giornalista e in più...me la cavo anche con la fotografia- notai in quel momento che al collo aveva una piccola macchina fotografica, una delle ultime uscite, se la sfilò.
  - anch'io amo la fotografia. - le sorrisi e alla notizia sorrise anche lei - questa macchinetta è bellissima...- dissi guardando attentamente l'apparecchio.
  - se vuoi...ti posso regalare la mia vecchia macchinetta, ormai non la uso più.- a quella proposta la guardai con un'espressione incredula.
  - tu scherzi..- ma lei scosse la testa - nono, non posso accettare - questa volta scossi io la testa in segno di disappunto.
  - sono seria, a me fa più che piacere...non ti preoccupare- mi sorrise ed io la guardai negli occhi senza saper che cosa dire -domani alle 17:00 passa nel mio ufficio, io sarò lì- mi spiegò, dalla borsetta a tracolla che aveva tirò fuori un pezzo di carta e una penna poi me lo porse -questo è l'indirizzo-.
  - grazie...- dissi non avendo altre parole e lei mi sorrise.
  - Francesco vieni!- mi rivolsi a mio fratello e che stranamente mi diede ascolto, forse perché era stanco.
Presi in braccio mio fratello e appena si posò sulla mia spalla iniziò ad addormentarsi.
  - Lara...!- sentii la voce familiare di Matilde che era più distante insieme a Giulio.
  - Ti lascio andare..- mi voltai verso Alessia e sorrisi alla sua frase.
  - Ci vediamo domani- le ricordai, le feci un occhiolino e lei sorrise ancora una volta.
Era tutto così strano, mi sentivo davvero bene con lei, avrei tanto voluto che quella giornata finisse all'istante per poterla rivedere ancora una volta.

1995 - Io, Te e nient'altro.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora