Capitolo 26

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Aveva ancora quel dolce profumo di vaniglia, come ricordavo.

«È bello vederti, come stai?»

Eccolo lì, quello sguardo. Quella domanda.

Sapevo bene che non era colpa sua, lei cercava solo di essere gentile, ma vederla mi fece ricordare tutto. Quel tono compassionevole mi diede la nausea e desiderai fortemente poter scappare via, esattamente come aveva fatto Allison con Adam, quando le aveva parlato la prima volta, ma non avrei mai potuto lasciare Emily.

«Bene.» Risposi forzando un sorriso. «Va tutto bene.» Le frasi di circostanza non mi erano mai piaciute, e sapevo che lei voleva davvero sapere come stessi, ma io volevo che se ne andasse prima di dire qualcosa di troppo davanti a Matt. Lui ancora non sapeva tutto.

«Mi fa piacere.» Sorrise dolcemente e mi posò una mano sul braccio come per incoraggiarmi.

Ovviamente aveva notato il ragazzo con cui sedevo, e da buona donna educata gli porse una mano per presentarsi.

«Molto piacere, io sono Beaky.»

«Matthew, signora, piacere.»
Riconobbi il tono usato da Matt e, senza sapere come, ero certa di conoscere la risata che stava trattenendo per essere un ragazzo modello. Potevo avvertire la sua curiosità pungermi il collo.

«Sei sparita senza dire niente.» Riprese a parlare. «Nate ha detto che non hai salutato nessuno e non hai lasciato un modo per rintracciarti.»

Si voltò a guardare alle sue spalle per farsi raggiungere dal ragazzo che era con lei. Lui camminò lentamente fino a fermarsi al suo fianco, la testa bassa per evitare il mio sguardo.

A quanto capii, Nate aveva deciso di non dire alla madre come erano andate le cose. Era comprensibile, almeno se ne vergognava.

«È stata una decisione improvvisa.» Mentii spudoratamente. 

«Ciao» con un evidente imbarazzo, tentò un sorriso che subito scomparve grazie alla mia reazione fredda. Non potevo a guardarlo in faccia.

«Cosa fate da queste parti?» Provai ad essere gentile per capire per quale motivo erano riusciti a trovarmi.

«Mia madre si è operata al cuore.» Mi rispose lei, con preoccupazione negli occhi. «Siamo venuti qualche giorno per darle una mano.»

L'orgoglio nei suoi occhi, quando guardò suo figlio, fu la prova che non le avesse detto una sola parola su come fosse finita.

«Ora come te la cavi? Sai che se ti servisse qualcosa. . .» La faccia di lei era il ritratto della compassione.
Annuii determinata.

«Grazie ma sto bene, ho un lavoro e Chris mi aiuta molto.» Controllai che Emily fosse ancora nel mio campo visivo, poi tornai alla conversazione, sperando finisse presto.

«Se hai quel bell'uomo con te, non hai di che preoccuparti.» Rise alla sua battuta e subito si ricompose, come se non potesse essere allegra in mia presenza. Lo detestavo, dannazione, erano passati due anni!

Guardò il suo orologio con allarme.

«Scusa, ora dobbiamo proprio andare. Sono felice di averti ritrovata. Perché tu e Nate non vi vedete, uno di questi giorni? Così parlate un po'.»

Non provò minimamente a nascondere il suo desiderio che tornassimo insieme. Continuava a far scorrere lo sguardo da uno all'altra.
Avrei tanto voluto dirle tutto, aprire la bocca su quello che il suo adorato figliolo mi aveva fatto, proprio davanti a lei.
Ma lei non era coinvolta, non lo meritava.

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