La megera, che si spacciava per l'insegnante di lettere, non aveva fermato quelle sottili labbra raggrinzite da quando aveva varcato la soglia, nemmeno per prendere fiato. La lenta pigrizia con cui formulava le frasi aveva un effetto soporifero che avrebbe potuto facilmente fare concorrenza al sonnifero migliore in commercio, il che rendeva particolarmente arduo rimanere concentrati, nonostante il fastidioso trillo che caratterizzava la sua voce. Nell'attesa che riuscisse a concludere una frase, dalla quale digrediva da ormai dieci minuti, continuavo a guardare l'orologio con la speranza che le lancette si muovessero più in fretta. Mancavano solo dieci minuti, se solo avessi avuto il potere di controllare il tempo. . .
«Signorina Sandrey!» Il tono arcigno mi richiamò alla realtà. «Mi dica, quale assurdo dilemma la tormenta al punto da privarmi della sua preziosa attenzione?»
«Niente.» Non è che non stessi ascoltando assolutamente nulla, solo che ogni volta che ci provavo finivo per perdermi nei miei pensieri, aspettando che lei giungesse al nocciolo della questione.
«La spiegazione è utile solo a voi, non mi diverto a parlare di cose che conosco da anni, quindi dovreste essere grati che io vi dedichi tutto questo tempo.» Mi scrutava, con i suoi gelidi occhi, da dietro un paio di occhiali con un'appuntita montatura rossa, ricoperta di brillantini verdi. Quegli occhiali mi fecero pensare che fosse una donna piuttosto sola, o qualcuno le avrebbe fatto notare quanto fossero oggettivamente brutti.
«Io la sto aiutando perché si metta un pari con i suoi compagni, signorina Sandrey. Si assicuri di non sprecare il mio tempo.» Parlava con una particolare superiorità.
Mi sentii riempire di rabbia quando notai gli sguardi divertiti su di me. Abbassai la testa per evitare di guardare i miei compagni e lei lo interpretò come un segno di scuse.«Ero attenta» sussurrai a me stessa. Dopotutto, guardavo circa nella sua direzione, non poteva aver notato che guardavo l'orologio da quella distanza e considerando lo spessore di quelle lenti. La racchia si sistemò i pochi capelli biondi con una mano e lanciò uno sguardo alla classe prima di fissarsi nuovamente su di me.
«In questo caso, la prossima volta che ci vediamo non avrà problemi a consegnare un riassunto di ciò che ha compreso sull'argomento che stiamo affrontando.» Mi rivolse un sorriso perfido. «Naturalmente il lavoro extra sarà valutato. Non voglio certo che i suoi sforzi siano vani.» Non aspettò una risposta e riprese a spiegare con straziante lentezza fino all'ultimo secondo di lezione. In quel breve tempo prima che la campanella ci scarcerasse, riuscii a capire che stava parlando del Romanticismo europeo. Non sarebbe potuto esistere argomento più noioso, per me.
Uscii dall'aula sperando che la strega fosse impalata dalla scopa che sicuramente nascondeva all'interno della sua cavità anale, qualcuno mi si affiancò quasi subito mentre camminavo e mi voltai per trovare un ragazzo poco più altro di me, con i capelli scuri quasi rasati.
«Tieni» mi porse un foglio a righe pieno di scritte a matita. Lo guardai un attimo confusa, cercando di decifrare la scrittura disordinata piena di frecce. «Sono i miei appunti.» Mi rivolse un sorriso gentile tirando le labbra spesse. «Quella stronza se la prende ogni anno con uno diverso. L'anno scorso ero io nel mirino, quindi, in un certo senso, te lo devo.»
«Grazie. . .»
«Oh, io sono Jack.» Mi porse la mano continuando a camminare.
«Elsa.
«Lo so. Siamo insieme anche a storia.» Si affrettò a dire, facendo un cenno al fatto che stavamo andando nella stessa direzione. Sembrava davvero gentile e mi sentii leggermente in colpa per non essermi ricordata di lui. Lo ringraziai per gli appunti ed inserii il foglio tra i miei libri.«Non dico che io sia stata una studentessa modello, ma perché prendersela in quel modo?» Ero ancora irritata per il tono che aveva usato, come se lei fosse superiore a tutti noi solo perché più vecchia di mezzo secolo. «Non stavo facendo niente di male.»

STAI LEGGENDO
Profumo di stelle #wattys2020
ChickLitMiami, giorni nostri. Elizabeth Sandrey ha appena perso i genitori a soli sedici anni. Un paio di anni più tardi, deve occuparsi lei della sorella minore Emily e con l'aiuto di Chris, Elizabeth riesce a stabilirsi in un nuovo appartamento, in una nu...