Durante il tragitto notai con disappunto che stavano costruendo macchine sempre meno rumorose. La radio spenta accompagnava i miei pensieri, alla ricerca di qualcosa di cui parlare, mentre non facevo che torturarmi le dita, innervosita dal silenzio. Matt abbassò il velo di imbarazzo come se io sola lo stessi percependo.
«Ho sistemato le cose con Jenna.»
«Chi?» Domandai sperando di non aver dimenticato di aver conosciuto una certa Jenna. In tal caso avrei finto di ricordarmi di lei per evitare nuovamente l'imbarazzo.
«La mora nel bagno. Oggi.» Mi fece presente e allora capii che si stava riferendo alla gallina che gli andava dietro. «Le ho parlato e mi ha promesso di non darti più fastidio.» Mi assicurò.
Mi passò per la testa di chiedere come avesse fatto a trovare la ragazza giusta con le poche informazioni che gli avevo dato, pensai che sarebbe stato un argomento che avrebbe occupato il tempo restante a destinazione. Ma un altro tipo di domanda solleticò la mia curiosità.
«L'ha già fatto prima?» Matt espresse la sua risposta con un sospiro rassegnato e annuì. «Dovresti chiederle di uscire. Così almeno non si preoccuperà più di ogni ragazza con cui parli.» Gli suggerii. «Anche se devo ammettere di essere impressionata da come sia informata su di te, non deve essere facile stare dietro ad ogni ragazza a cui chiedi di uscire.» Pensai ad alta voce, sperando di strappare un sorriso anche a lui. Lo osservai per un lungo minuto, mentre era concentrato sulla strada, pensando che fosse un ragazzo a livelli: quello superficiale che manteneva il controllo del corpo, guidando con armonia ogni muscolo in un sorriso tirato e un portamento sicuro; il livello subito sotto sembrava essere lo spazio caotico di un tredicenne disordinato, in cui riuscivo a vedere, attraverso le finestre ambrate, i pensieri correre freneticamente da un punto all'altro, senza un ordine. E in un livello ancora inferiore teneva qualcosa chiuso in cassaforte.
Vi capita mai di guardare qualcuno e pensare che stia nascondendo qualcosa? Ma qualcosa di bello, come una festa a sorpresa per voi. Ecco, per un breve, brevissimo istante, fui certa di essere arrivata al caveau. Mi guardò e tutti i livelli che potevano celarsi oltre quella porta svanirono.
«Non ha un gran lavoro, a dire il vero» disse. «Era tanto tempo che non chiedevo un appuntamento a una ragazza.»
Quando arrivammo al Kate's salutai Matt e lo ringraziai del passaggio prima di scendere dall'auto, ma quando aprii lo sportello lui mi fermò.
«Non capisco perché mi saluti» disse con una piccola risata. «Io rimango qui con te, altrimenti come torni a casa? E poi,» continuò dopo aver estratto le chiavi della macchina dal quadro, «avevo programmato di passare la serata con te, quindi. . .» concluse lasciando in sospeso la frase.
Non sapendo come rispondere, dissi semplicemente: «Okay» e insieme scendemmo dalla macchina.
Quando Jackson mi vide arrivare, mi salutò con un dolce sorriso, che divenne un'espressione rude quando scorse Matt alle mie spalle. Era così differente nella sua "modalità buttafuori". L'ultima volta mi aveva detto di aver un brutto presentimento nei confronti di Matt, che io non comprendevo e solo dopo alcuni minuti di rassicurazione e suppliche, lo fece entrare con me nel locale.
«Dopo mi spieghi.» Mi sussurrò quando lo sorpassai e potei benissimo notare la sua diffidenza.
Una volta dentro, fummo invasi dalla musica alta e l'aria viziata. Matt mi si avvicinò da dietro e accostò le sue labbra al mio orecchio. Avvertii il fiato caldo sul mio collo e i brividi impossessarsi del mio corpo in pochi decimi di secondo. Nonostante sapessi perfettamente che avrei dovuto spostarmi, non volli farlo e in seguito mi resi conto che si era avvicinato solo per parlare, data la musica troppo forte.
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Profumo di stelle #wattys2020
Chick-LitMiami, giorni nostri. Elizabeth Sandrey ha appena perso i genitori a soli sedici anni. Un paio di anni più tardi, deve occuparsi lei della sorella minore Emily e con l'aiuto di Chris, Elizabeth riesce a stabilirsi in un nuovo appartamento, in una nu...