ᴛᴡᴇɴᴛʏ ᴛʜʀᴇᴇ

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Dopo le parole della madre di Kook ero diventato curioso.
Mi aveva parlato molto di lui, ma di sua madre non aveva accennato neanche una parola.

Quando sentii suonare il campanello iniziai a sudare freddo, non sapevo che reazione potesse avere se iniziavo a parlargli di sua madre dal nulla.

Iniziai a sperare che non si arrabbiasse con me.

Andai ad aprire e neanche il tempo di salutarlo mi baciò come se non mi avesse visto per giorni interi, camminammo durante il bacio fino a scontrarci contro il divano, per un po' avevo dimenticato cosa dovevo dire a Kook, non potevo distrarmi.
Se non si fosse arrabbiato avremmo continuato dopo.

"k-kookie fermo"
Mi allontanai di poco, ma lui non voleva saperne di spostarsi.
Misi le mani sul suo petto e spinsi per staccarlo, avrei tanto voluto continuare a baciarlo ma dovevo dirglielo.
Lui spazientito del mio rifiuto, si spostò e passò una mano nei suoi capelli, era irritato già prima che io iniziassi a raccontare il tutto, non osavo immaginare il resto della serata.
"che ti prende? Perché non vuoi baciarmi?"
Era serio.
"non sai quanto desidero baciarti, ma dobbiamo parlare."
Si calmò un istante e respirò profondamente per poi sedersi sul divano su cui qualche ora prima si era seduta sua madre.
"dimmi"
Sorrise per rassicurarmi così mi sedetti sulle sue gambe, circondai il suo collo con le mie braccia e gli lasciai un dolce bacio sulla fronte
"non arrabbiarti con me, okay?"
Si girò di scatto guardandomi
"va bene"
"dovresti dirmi qualcosa che no so?"
Cercava di capire a cosa mi riferissi ma non penso che ci potesse arrivare, non se lo sarebbe aspettato.
"va bene, andrò dritto al punto senza giri di parole.
Oggi pomeriggio mi ha fatto visita tua madre"
"cosa?"
Era incazzato ed aveva lasciato la presa sui miei fianchi, era troppo serio
"continua"
"mi ha detto che si è dispiaciuta di averti recato dolore in passato e che era la rabbia che agiva per lei, mi ha detto anche di tenerti stretto perché non ha mai visto un Jungkook con dei sentimenti e vedere che provi amore per me la commuove."
"tutto qui?"
Disse spostandomi in maniera un po' brusca dalle sue gambe per alzarsi, in risposta abbassai la testa iniziando a torturare le mie dita, ero un po' triste per il suo comportamento verso di me.
Dato che non avevo risposto urlò
"JIMIN CAZZO, RISPONDI"
mi spaventai molto chiudendo gli occhi dallo spavento ma non alzai la testa, stavo per piangere e lui non doveva vedermi così in un momento del genere.
Cercai di parlare normalmente, ma ero profondamente ferito
"s-si trasferirà a Tokyo per non recarti più fastidio, è partita due orette fa"
Sbuffò passando ripetutamente la sua mano nei capelli e camminando aventi e dietro per il nervosismo.
Avevo solo bisogno di piangere ora, non volevo sentirlo.
Dopo aver avuto la sua notizia poteva anche andare via, lo avevo atteso per tutto il pomeriggio sperando in una serata pacifica mangiando pizza e guardando un film, ma non fu così.

Mi alzai e lentamente mi recai nella mia camera, chiusi la porta a chiave e mi buttai sul letto mettendomi su un fianco dando le spalle alla porta.
Chiusi gli occhi e iniziai un pianto silenzioso, odiavo dover discutere con lui per poi essere sempre io quello ferito, non ne potevo più di piangere e di sperare che lui si potesse calmare invece di urlargli contro.

Sentii bussare
"Jimin?"
Provò ad aprire la porta ma era chiusa
"Jimin, apri per favore!"
Era un tono di voce normale che aveva una punta di dolcezza alla fine. Non ci cascai di nuovo.
sentii un tonfo, probabilmente si era accasciato per terra dando le spalle alla porta, continuò a parlare
"Minnie per favore, voglio parlare con te, non mi frega un cazzo di quella donna e non voglio che ci rovini la serata, ti prego parlami"
Silenzio
"amore per favore, voglio solo sentire la tua voce e vedere se stai bene. Se vuoi poi andrò via ma dammi un cenno"
Mi alzai e girai la chiave per aprirla e riportai il mio corpo sul letto, la porta non si aprí ma lui era ancora lì.
"posso entrare?"
"s-si"
La mia voce era spezzata dalle lacrime ed era debole, lui aprí lentamente la porta ed aspettò un po' prima di avvicinarsi.

Iniziò a camminare verso di me e appena toccò il bordo del mio letto aprii gli occhi, davo le spalle alla porta quindi di conseguenza anche a lui.
Non si sedette ma si curvò per vedere il mio viso ormai pieno di lacrime che lui con un pollice fece sparire dalla mia pelle, accarezzava la mia guancia con il l'indice e subito dopo passò ai capelli.
"perdonami"
Chiusi di nuovo gli occhi iniziando a piangere come prima
"shh, non piangere"
Continuava ad accarezzare i miei capelli senza fermarsi.
Sentii il materasso muoversi sotto di me, si era seduto.

Mi girai e sempre con gli occhi chiusi misi la mia testa sulle sue gambe e la mano che prima aveva tolto dai miei capelli per farmi girare la portai sulla mia guancia e poi sulle mie labbra per baciarne il dorso.
"m-mi hai spaventato"
Lo sentí sospirare di sollievo per aver sentito la mia voce
"mi dispiace, non so cosa mi sia preso ma non è una scusa plausibile per averti trattato male, non volevo."
Era dispiaciuto e riuscivo a percepire la sua tristezza, mi alzai lasciando un bacio sulla sua coscia e lo abbracciai forte.
" quella donna mi ha anche detto che tocca a te raccontarmi della tua storia, ma non ora okay? Non te la senti ed io voglio che tu sia pronto a raccontarlo senza doverti creare dolore."
"Minnie mi dispiace per quello a cui hai assistito oggi e del dolore che ti ho provocato, ma è meglio che io ti dica tutto ora, non voglio rimandare.
Quando avrò tolto questo peso dal mio stomaco potrò passare la serata tranquillo con te."
"se te la senti per me va bene, quando non ce la fai più fermati, okay?"
"va bene"
Per tutta questa conversazione eravamo a un centimetro di distanza dalle nostre bocche e i nostri occhi non si volevano lasciare.
Prese la mia mano e la porto sul suo cuore, respirò profondamente e continuò a guardarmi
"all'età di sei anni mia mamma morì, mio padre era distrutto ed io pur essendo molto piccolo piangevo per la sua mancanza. Sono cresciuto troppo in fretta per poter credere che mia madre fosse solo andata via, ero già consapevole della sua morte.
Quella donna che prima era qui, mi picchiava lasciando sul mio viso e corpo tutti lividi e varie ferite, poi quando mio padre morì io avevo solo nove anni e lei continuava con la violenza. Quando ancora mio padre era vivo non era a conoscenza delle sue malefatte perché riusciva a coprire tutto dicendo che fossi caduto o che in bici mi ero procurato molte ferite. Dopo i miei quindici anni lei smise di picchiarmi ma lo fecero gli uomini che aveva assunto il suo 'nuovo ragazzo' per evitare che lo facesse lei.
Loro erano molto più violenti di quella donna e non si fermavano a semplici botte, usavano anche un coltellino per procurarmi ferite profonde che sarebbero diventate sicuramente cicatrici."
I miei occhi erano spalancati da quello che vevano udito le mie orecchie, ero stato pessimo prima a non capire la sua frustrazione.
Ma un dettaglio rapí la mia mente
" aspetta"
Dissi spostando la mia scheda dall'estremità del letto
"cicatrici? Allora non erano per le risse?"
Sorrise leggermente notando che non mi ero dimenticato di quel particolare
"in parte, alcune sono per le risse, altre per quel motivo."
Spostò i suoi occhi da me alla finestra che dava un panorama mozzafiato di Seoul

"dopo aver compiuto diciotto anni mi trasferii qui, in questa città che avevo sognato da tanto tempo. È sempre stato il mio sogno viverci per liberarmi totalmente dal mio passato ma continua a perseguitarmi, gli unici momenti di pace avuti qui sono quelli che ho trascorso con te Minnie, se dovessi perderti non me lo perdonerei mai, ti chiedo di perdonarmi per il comportamento che ho avuto prima, ero un po' arrabbiato."
"ti ho perdonato già da quando hai bussato alla porta di questa camera, non potrei mai essere arrabbiato con te per tanto tempo.
Posso?"
Chiesi prendendo un lembo della sua maglia per alzarlo e vedere le ferite procurate da quella gente, come hanno potuto far del male ad una persona così buona?
Lui annuì con la testa e mi baciò la fronte.
Alzai la maglia fino al collo e lentamente toccai ogni sua ferita, ero molto delicato per pura di fargli male anche se erano ferite di molto tempo fa.
"vedi che non mi fai male, puoi toccare normalmente"
"h-ho paura di recarti dolore anche solo sfiorandole, come potrei toccarle con forza"
Dissi senza pensare mentre continuavo ad accarezzare la sua pelle con qualche tatuaggio.
"non potresti mai farmi del male, sei solo portatore di bene per me."
"Jungkook ti amo, non te lo dimenticare mai."
"anche io piccolo"

La serata passò tra baci e coccole varie, mi bastava averlo di fianco per essere completamente felice.

ᴜɴᴀ ꜰʀᴇᴅᴅᴀ ɴᴏᴛᴛᴇ ᴅ'ɪɴᴠᴇʀɴᴏ  -ᴊɪᴋᴏᴏᴋ-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora