Capitolo Otto - Lo voglio

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La piccola chiesa poco fuori Charleston era stata abbellita da delicati fiori rosa e blu, il sole rendeva l'aria praticamente irrespirabile per via del clima umido ed i pochi invitati si erano già riparati in chiesa armati dei loro ventagli per farsi aria. Elizabeth stava attendendo in una piccola saletta appartata mentre Livia le sistemava per la decima volta il velo bianco. L'abito che aveva fatto confezionare in tutta fretta doveva ammettere fosse perfetto. Il busto era fasciato da un candido tessuto bianco decorato in pizzo d'oro, così come parte della lunga gonna morbida; le maniche corte a sbuffo ed i guanti bianchi le aderivano perfettamente a tutto il braccio. Peter si era offerto di recarsi in città a farsi preparare un piccolo mazzolino di fiori bianchi che ora stringeva convulsamente tra le mani tremanti; le vennero alla mente i ricordi del primo incontro con Cristopher, tutto è iniziato per via di quelle rose rosse. Sospirando sentendo la porta aprirsi Ellie fece un respiro profondo ed alzò la testa incrociando lo sguardo di ghiaccio del padre, che riluttante le porse il braccio senza dire una parola d'incoraggiamento. 

La cerimonia si celebrò davanti a pochi ospiti e altrettanti pochi domestici, dato che la servitù dello sposo non l'aveva ancora conosciuta. Mentre la giovane percorreva i pochi metri rimasti a separarla dallo sposo, si azzardò ad osservarlo nella speranza che il velo la coprisse abbastanza da nascondere le lacrime che si andavano formando. Dovette ammettere dolorosamente che era splendido nel suo abito blu scuro con richiami d'oro che si intonavano perfettamente al pizzo dell'abito di Ellie. I capelli gli erano stati accorciati leggermente e pettinati di lato, mettendo ancora più in risalto la forma perfetta del volto. Alzando ancora di più lo sguardo osservò quei limpidi occhi grigi aspettandosi di scorgere derisione, invece non riuscì a decifrare alcunché perché il sacerdote iniziò il rito e venne subito sospinta ad inginocchiasi accanto al ragazzo. 

Cristopher si rese conto che Elizabhet si era persa nel suo mondo quando il prete chiese alla sposa la fatidica domanda, ma lei rimase con il volto chino. Schiarendosi la gola ed allungando la mano per stringere brevemente quella della giovane mormorò "Mia Cara, credo che il sacerdote vi abbia appena chiesto se volete sposarmi". La vide sobbalzare e alzare la testa di scatto, poi, con voce tremante che gli fece battere il cuore la sentì sussurrare "Lo voglio". 

Cristopher fu molto meno titubante, dopo la sua risposta affermativa prese le mani della sposa e la fece rialzare, sapendo quello che tutti gli ospiti si aspettassero. Tolse delicatamente il velo rimanendo di stucco quando incrociò due occhi azzurri pieni di lacrime. Passando delicatamente il pollice sotto l'occhio per toglierle una lacrima si avvicinò lentamente alle sue labbra e prima di baciarla le sussurrò, in modo che potesse sentirlo solo lui "Perdonatemi". Poi fu come il loro primo bacio, il mondo attorno a loro scomparve e rimase solamente il calore dei loro corpi ed i loro respiri che si univano. Sentendo il prete tossicchiare si staccarono bruscamente rendendosi conto che si stavano baciando da troppo tempo; Cristopher prendendo in mano la situazione si girò con un sogghigno e annunciò: "Per dare il giusto benvenuto alla mia sposa siete tutti invitati per un breve rinfresco alla mia tenuta". 

Si incamminarono verso l'uscita fermandosi di tanto intanto a ricevere le congratulazioni dai pochi ospiti presenti. Una volta raggiunta la carrozza si fermò per aiutarla a salire e si sistemò di fronte a lei senza dire una parola. 

Il silenzio era troppo assordante e prima di farsi prendere dal panico Ellie cercò di avviare una conversazione con l'ormai sposo: "Non mi avete detto come si chiama la vostra tenuta, immagino non vivremo in quella di vostro zio". Disse torcendosi le mani e guardando fuori dal finestrino, non riusciva a guardarlo senza che le venisse da piangere.  

Sospirando Cristopher si chiese cosa fosse successo alla giovane ribelle che aveva conosciuto pochi giorni prima, le sembrava di aver davanti un cucciolo impaurito, ogni volta che lo osservava lui notava le lacrime nei suoi occhi, lo disprezzava così tanto? Non vedeva l'ora di poter rimanere da solo con lei in modo da poterle raccontare la verità e sistemare tutto.

"No di quella tenuta me ne sono già sbarazzato, se così si può dire. Ad ogni modo dovete per forza apparire così impaurita? Non sono l'orco che era mio zio, non ho intenzione di malmenarvi come faceva vostro padre e chiudervi in cantina assieme ai salami." Disse e rendendosi conto troppo tardi di averla ferita fece per rimediare allungando la mano per prendere la sua ma con uno scatto Elli spostò il braccio furiosa. 

"Voi mi avete ingannata! Vi siete finto un gentiluomo quando in realtà sapevate benissimo chi fossi, sapevate che ero la promessa sposa di vostro zio! Chissà quante risate vi siete fatti voi due alle mie spalle, era tutto un piano vero? Peccato che quel mostro sia morto e a voi è toccata una sorte forse peggiore della sua no? Sposare me." Rendendosi conto che la carrozza si era finalmente fermata si fiondò fuori dall'abitacolo correndo verso Livia che la stava già attendendo sul vialetto di ghiaia assieme agli altri membri della servitù; mentre Cristopher le urlava di fermarsi. Chiedendo frettolosamente una stanza per potersi rinfrescare mentre la vista le si annebbiava ed iniziava a sudare freddo; venne afferrata da due forti braccia proprio mentre le ginocchia le si piegavano e tutto si face nero. 




Grazie per essere arrivati fino a qui! Spero che questa storia vi stia piacendo, cercherò di inserire nuovi capitoli ogni settimana :) 


A presto 

Come una rosa d'invernoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora