Capitolo Quattordici - Ti ritroverò

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La casa di campagna dei Westing non era per nulla come se l'era immaginata Elizabeth. Non aveva mai visto nulla di così perfettamente incorniciato con l'ambiente circostante, Kingston Hall sorgeva nelle vicinanze di un piccolo laghetto che rendeva quel luogo ancora più particolare. Gli enormi prati che circondavano la dimora erano ben curati, le grandi vetrate consentivano ad ogni ambiente di essere ben illuminato, e al suo interno l'eleganza e l'ottima rifinitura dei mobili erano l'orgoglio di Isobel, la padrona di casa nonché ormai cara amica di Ellie. 

La giovane si trovava ospite degli amici da ormai una settimana, era partita pochi giorni dopo il ballo mentre Cristopher era rimasto in città per proseguire le indagini e poter sbrigare alcuni affari. Benché Isobel la tenesse impegnata ogni giorno con attività diverse, alla sera, quando si ritirava nella solitudine delle sue stanze, Ellie si rendeva sempre più conto di quanto le mancasse la compagnia del marito. Si erano scambiati alcune lettere, nella quale lui le prometteva di raggiungerla presto, ma senza specificare quando e lasciandola ad arrovellarsi al ricordo dei loro incontri amorosi. 

L'ottavo giorno, dopo aver indossato un vestito da cavallerizza color magenta ed essersi fatta acconciare i capelli in una crocchia veloce, scese per fare colazione con l'idea di cavalcare per qualche ora; entrò nella sala da pranzo aspettandosi di trovare la coppia di amici. Vi trovò invece Cristopher che, sentendola entrare si girò verso di lei e sorridendole allargò le braccia mentre Ellie gli correva in contro lanciando un urletto felice. Ridendo come una pazza si alzò in punta di piedi riempiendo il bel viso del marito di piccoli baci. 

Cris ridendo alla felicità della moglie la scostò leggermente da se: "Ferma un attivo piccola volpe, baciami come si deve". Poi abbassò il volto su quello di lei e ne reclamò le labbra. 

Dopo un lungo bacio si staccarono per riprendere fiato. 

"Quando sei arrivato? Perché ci hai messo tanto? Avresti dovuto avvisarmi, ti avrei accolto personalmente!" Disse d'un fiato sistemando il colletto inamidato della camicia e guardandolo intensamente. 

"Sono arrivato un ora fa, non volevo svegliarti e Marcus mi ha trattenuto per aggiornami su alcune questioni. Ellie, non credo sia sicuro tornare a Charleston ancora per un po, Stanford non è ancora stato catturato, ho controllato gli imbarchi delle ultime settimane ma non risulta nessuno con il suo nome o che corrisponda alla sua descrizione, perciò credo sia ancora in città. Marcus è d'accordo che tu prolunghi il tuo soggiorno qui ancora per un mese o due almeno."

"Capisco il tuo punto di vista, ma non voglio essere separata da mio marito per così tanto tempo. Non chiedermelo, non lo sopporterei!" 

"Ellie..non posso metterti in pericolo. Ubbidiscimi e fidati di me. Cercherò di tornare più spesso, anche per me non è facile starti lontano." 

Passarono il pomeriggio in riva al lago, stesi su una coperta a raccontarsi le ultime novità e cercando di non pensare al momento in cui avrebbero dovuto separarsi nuovamente. Per cena di scusarono con i loro amici e cenarono nell'intimità della loro stanza mentre Cristopher reclamava tutte le attenzioni della moglie non lasciandola dormire più di qualche ora consecutiva. 

Erano passati ormai tre giorni dall'arrivo di Cris a Kingston Hall, era da poco passato l'orario di cena e si era abbattuto sulla dimora un forte temporale quando sentirono dei forti colpi alla porta. Il maggiordomo annuncio da li a poco un messaggero per Lord Rotschild. L'uomo era visibilmente provato dalla cavalcata e dall'acquazzone ma riuscì comunque a consegnare il messaggio. 

"Milord, perdonate l'intrusione indelicata. Sono sorte delle gravi circostanze per la quale è richiesta la sua presenza in città il prima possibile.." Bevendo un sorso di liquore per riscaldarsi riprese poi "La zona commerciale che avete acquistato..vedete..ecco..qualcuno ha appiccato degli incendi. Sono bruciati alcuni edifici, nessun danno troppo esteso ma sono morti alcuni operai Milord. Stavano lavorando quando è successo e sono rimasti intrappolati." 

Come una rosa d'invernoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora