Odio..odio puro e semplice. Era questo che provava Cristopher mentre si accaniva sul volto di Stanford. Vederlo mentre cercava di violentare sua moglie gli aveva fatto perdere quel briciolo di lucidità che aveva; sentire le urla di Ellie mentre invocava disperata il suo nome era qualcosa che non avrebbe mai dimenticato.
Due grosse mani lo agguantarono da dietro e cercarono di tirarlo via da quel corpo ormai senza vita.
"Cristopher, amico mio, smettila ora. Smettila ho detto!!" La voce dura di Westing lo riportò lentamente alla realtà mentre si sedeva sui talloni e respirava affannosamente.
"Cris, credo che tua moglie abbia bisogno di te. Ci penso io qui tu portala fuori, Lewis stava cercando di acciuffare Cornelia mentre tentava la fuga. Vai." Marcus non aggiunse altro vedendo che l'amico era ormai completamente lucido.
Ellie tremava, mentre osservava il marito che le si avvicinava velocemente e si inginocchiava vicino. Osservò le contusioni e il taglio sul labbro, poi strappò le catene da terra lasciandole cadere con un sonoro tonfo che le si vibrò per tutto il corpo. La sua grossa mano prese ad accarezzarle i capelli ed il volto mentre mormorava frasi sconnesse, sembrava sotto shock.
"Piccola..mi dispiace, mi dispiace così tanto" La voce era roca, spezzata. Avvicinandosi il corpo della moglie la tenne stretta mentre i singhiozzi la squassavano.
"Sa..sapevo che saresti venuto da me. Lo sapevo Cris" sussurrò con voce tremante mentre si aggrappava al corpo caldo del marito ed inalava la sua familiare fragranza.
"Verrò sempre da te amore. Non dubitarne mai. Dio..sarei morto se ti fosse successo qualcosa..non riesco neanche a pensarci. Andiamo ora..ti porto a casa". Le rispose mentre le depositava un bacio sulla testa e la sollevava tra le braccia uscendo da quel posto infernale.
Una volta rientrati a casa vennero accolti dai domestici visibilmente in apprensione, Fred e Livia avevano già preparato una tinozza calda per i padroni di casa e fatto chiamare il medico che stava già impartendo ordini ai domestici riguardo al necessario per le cure.
Vedendo lo stato emotivo di Ellie, Cris non permise a nessuno di entrare nei loro appartamenti se non al Dott. Hamilton. Dopo aver pulito i graffi e il taglio sul labbro, prescrisse alcune pomate ed uno sciroppo tranquillante congedandosi con la promessa di tornare il giorno seguente per vedere come stavano.
Un debole sorriso illuminò il viso di Elizabeth mentre osservava il marito che le preparava i saponi per il bagno.
"Non credo di avere la forza per lavarmi. Dovrai aiutarmi te o mi addormenterò nella vasca" sussurrò cercando di alleggerire l'aria tetra del ragazzo.
Con un grugnito lui lasciò cadere i saponi si avvicinò al letto con passo spedito mentre Ellie sgranava gli occhi, la tirò in piedi e la strinse in un abbraccio possessivo mentre le affondava il viso del collo respirando il suo odore.
"Cris..fai pian.." la frase rimase incompiuta perché Cristopher le divorò le labbra prima di appoggiare la fronte alla sua e dirle:
"Ti amo!!..Dio ti amo talmente tanto che mi fa male solo a pronunciarle queste parole." Prendendola per le spalle le fece scivolare a terra la camiciola bianca e la mangiò con lo sguardo, poi la sollevò tra le braccia e la immerse dolcemente nell'acqua profumata mentre lei lanciava una risatina.
Lui appoggiò la testa sul bordo della vasca mentre osservava Elizabeth che si insaponava le braccia. Lei allungò una mano e gli accarezzò il volto lasciando una scia di goccioline sul bel viso del marito. "Anche io ti amo Cris. Ed oggi ho avuto davvero paura . Ma non per me, avevo paura di non rivederti più. Ho avuto paura che mi strappassero via l'unica felicità che io abbia mai conosciuto, capisci vero? Anche io morirei senza di te." Una lacrima le sfuggì mentre lui le avvicinava il viso per baciarla di nuovo.
Erano passati ormai tre mesi da quel brutto giorno, le ferite si erano rimarginate e avevano trovato una routine perfetta, cercavano di passare la maggior parte del tempo assieme prima che Cris si recasse in città per sbrigare i propri affari e sovrintendere i lavori di ristrutturazione per la nuova zona residenziale. Quel giorno Marcus ed Isobel erano venuti in visita con il loro bambino, l'uomo si era recato assieme a Cristopher a Charleston per concludere delle trattative mentre lei ed Isobel prendevano il the nella grande terrazza della casa.
"Sai Ellie, da quando è nato Alexandre, Marcus è irriconoscibile! Sembra totalmente innamorato di suo figlio, è strano vedere un uomo dare così tanta attenzione ad un bambino". Una risatina seguì lo sguardo amorevole che la neo-mamma lanciò al bimbo addormentato che teneva in braccio.
"Oh lo vedo benissimo, non vi stacca gli occhi di dosso. Chissà se anche Cris sarà cosi..credo che lo scopriremo tra pochi mesi" Disse ridendo e portandosi una mano al ventre ancora troppo piccolo per dare segno che vi stava crescendo una nuova vita.
"Sei..oddio!! Lui lo sa??". La risposta energica dell'amica fece agitare il piccolo che teneva in braccio per la troppa foga della madre.
"No, glielo dirò questa sera. Ne ho avuto conferma solo questa mattina dal Dott. Hamilton. Dice che dovrei essere di quasi 3 mesi. Ne avevo il dubbio da settimane ormai, avevo delle forti nausee mattutine che cercavo di tenere nascoste a Cris, diventa troppo apprensivo sennò".
Prendendo la mano di Ellie, Isobel le sorrise dolcemente "Siamo fortunate ad avere due mariti come i nostri, amano molto intensamente".
Cris quella sera era davvero stanco, dopo aver cenato con i Westing si erano da poco ritirati nei loro appartamenti, era sdraiato sul divanetto mentre osservava la moglie che, con addosso una leggera camiciola di seta bianca, si pettinava i lunghi capelli biondi.
"Cris..c'è qualcosa di cui dovremmo discutere". Lo disse con un tono grave, giusto per gustarsi l'espressione perplessa del marito e tenerlo un po sulle spine.
Lui la osservava mentre, con fare ammiccante la moglie si alzava in piedi e lasciava scivolare a terra l'indumento. Sbattendo gli occhi per la sorpresa osservava il bellissimo corpo di Ellie mentre lei gli si avvicinava lentamente, rendendosi conto che aveva parlato nuovamente disse:
"Non.." Schiarendosi la gola riprese "Amore, non ho capito cosa hai detto prima". Pronunciò mentre si allentava il colletto della camicia e le osservava i seni.
"Ho detto..che stai per diventare padre." Il sorriso che gli lanciò mentre si portava dolcemente le mani al ventre e si metteva di profilo per fargli ammirare la lieve sporgenza.
Lo vide balzare in piedi urlando "Cosa!?"
Le corse incontro e sollevandola la fece girare per la stanza mentre entrambi ridevano e si commuovevano assieme.
"Un figlio..nostro!" Cris prese a baciarle il volto e poi si inginocchiò e mormorò dolcemente quanto gli amasse entrambi..ancora, ed ancora.
Fine.
Vorrei ringraziarvi di cuore, "Come una rosa d'inverno" è stato il mio primo racconto. Spero ne seguiranno molti altri e che voi rimaniate sempre con me. <3
A presto
C <3
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Come una rosa d'inverno
Ficção HistóricaCharleston, 1815 - Elizabeth, una giovane proveniente da una famiglia di nobili caduti in disgrazia, non da peso alle malelingue dell'alta società e alla situazione disastrosa in cui versa la famiglia perché ha la possibilità di fuggire dalla realtà...