Capitolo 11 - Il Nostro Ballo

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"Mia signora state ferma un secondo o i capelli non mi usciranno bene come vorrei" 

Mary stava cercando da mezzora di acconciare i capelli della padrona di casa ma senza troppi risultati visto che non stava ferma un secondo. 

"Mary sono troppo agitata, Cristopher non è ancora rientrato dalla sua trattativa e al ballo manca solo mezzora. Non posso farcela da sola" 

Le paure della giovane erano ben fondate, ci sarebbe stata gran parte dell'aristocrazia della città, la stessa che l'aveva sempre criticata ad ogni occasione mondana. Quella sera sarebbero stati ancora più critici visto che, da quanto aveva saputo da alcune domestiche che avevano sentito voci al mercato, Cristopher aveva attirato l'attenzione di non poche giovani nobili, ed ora che si era saputa la sua vera identità le giovani pretendenti a caccia del suo titolo erano divenute ancora più determinate, finche non si era saputo del loro matrimonio. Da li le critiche e malelingue erano aumentate, c'è chi diceva che lo aveva tratto con l'inganno fino all'altare, chi, invece, che fosse già incinta e quindi era stato un matrimonio riparatore. 

Sentendo lo sbuffo spazientito di Mary, si impose di stare ferma, ma proprio in quel momento entrò il marito con uno sguardo adirato sul volto. Capendo che la situazione non fosse delle migliori la domestica finì velocemente il suo compito e lasciò la stanza. 

Girandosi verso il marito Ellie domandò "Cristopher, è successo qualcosa? La trattativa non è andata bene?" Gli si sedette accanto aspettando che si decidesse a parlare. 

"No la trattativa è finita bene, sono stato preso alla sprovvista da un altro affarista che era interessato anche lui alla stessa zona residenziale. Ho dovuto sborsare una bella cifra per mettere Stanford fuori dai giochi, è solo quando ho scoperto chi fosse che ho perso la pazienza. Ma la zona è mia, la farò restaurare e venderò le residenze a un prezzo 3 volte quello d'acquisto." 

Ellie attese che il marito spiegasse chi fosse questa persona misteriosa, ma vedendo che si dirigeva verso il bagno per prepararsi lo seguì: 

"Cristopher, questa persona di cui parli, perché ti ha fatto infuriare così tanto?" 

"Ne parleremo più tardi Elizabeth, ora, a meno che tu voglia condividere il bagno con me, ti chiederei di chiamare il mio valletto così che possa prepararmi velocemente" Disse strizzandole l'occhio e vedendola arrossire mentre si precipitava fuori dal bagno a chiamare Fred. 

Quando raggiunse la moglie davanti all'ingresso della sala da ballo di Manor House, Cristopher la trovò  ad arroventarsi le mani. "Aspetta, togli i guanti" le sussurrò all'orecchio. Aiutandola a togliersi i guanti tirò poi fuori dalla tasca una scatolina blu scuro e aprendola le mostrò un bellissimo anello di zaffiro blu e un diadema di diamanti che lo incorniciava. 

"Oh Cristopher, è bellissimo. Non dovevi..ma lo adoro, grazie" gli disse sorridendogli timidamente mentre lui le infilava l'anello al dito. 

"Di nulla mia signora, ora entriamo e godiamoci la serata."

La sala da ballo straripava di persone, alcune conosciute, altre no. Quando i padroni di casa fecero il loro ingresso la sala si zittì, tutti gli occhi erano puntati sulla giovane coppia, gli uomini ammirarono la flessuosa figura di Elizabeth fasciata da un abito di un'azzurro tenue, mentre le donne, molte invidiose della posizione ottenuta da Elizabeth, nascosero il viso dietro ai ventagli mentre si scambiavano critiche e pettegolezzi. 

Dirigendosi verso una giovane coppia ai lati della pista Cristopher si fermò per fare le presentazioni: "Mia cara, questo è Marcus, Lord Westing e sua moglie Isobel. Marcus ed io siamo amici di lunga data" Dopo un breve scambio di presentazioni Isobel prese a braccetto Ellie e iniziarono a chiacchierare mentre i due uomini proseguivano "Cristopher, tua moglie è squisita, ottima scelta." Disse vedendo che lo sguardo dell'amico era inchiodato alla figura della moglie che rideva ad una battuta di Isobel. "Potreste venire a trovarci nella nostra tenuta di campagna in Ottobre, Isobel è incinta e abbiamo deciso di allontanarci dalla città per non farla stressate troppo. Credo che diventeranno buone amiche" 

"Ne parlerò con Elizabeth ma credo proprio che le farà piacere passare del tempo in campagna, io devo seguire i lavori di ristrutturazione del mio ultimo investimento, non credo sarò molto presente, e sapere che si trova in buone mani e al sicuro sarebbe una rassicurazione. Sai.." si interruppe riconoscendo l'uomo che si era avvicinato alla moglie proprio in quel momento. 

Nel mentre Ellie stava parlando con alcune signore di una nuova sarta francese che aveva aperto  una bottega a Charleston, quando sentì qualcuno schiarirsi la gola dietro di lei, girandosi si trovò davanti un uomo leggermente brizzolato, doveva avere all'incirca una cinquantina d'anni.

"Signora Rotschild, è un onore fare finalmente la sua conoscenza, ho sentito molto parlare di voi" le sorrise l'estraneo, sorriso che non arrivò agli occhi però. 

"Il piacere è mio Signor?" rispose la giovane attendendo che l'uomo si presentasse come è buona norma. Quando lui aprì bocca per rispondere alla domanda di Elizabeth, qualcun altro rispose per lui. 

"Stanford. Non ricordo di aver incluso il suo nome nell'elenco degli invitati." Disse Cristopher che aveva raggiunto la moglie e le aveva passato un braccio intorno alla vita. Sentendo il nome dell'uomo Elizabeth si ricordò della conversazione avvenuta un'ora prima con il marito a proposito della trattativa. Avvertendo un ostilità minacciosa tra i due cercò di calmare le acque. 

"Eccoti finalmente, stavo per venire a cercarti per reclamare il mio primo ballo da padrona di casa" disse girandosi fra le sue braccia ed appoggiandogli una mano sul petto all'altezza del cuore in modo da fargli capire di non fare scenate proprio in quel momento. 

"Mi stavo giusto presentando alla vostra adorabile moglie..milord. Per quanto riguarda l'invito, ho accompagnato qui una vecchia conoscenza, una donna ribelle che sicuramente conoscete anche voi, Miss Cornelia Bowman." Il sorriso di derisione con cui pronunciò quelle parole fece suonare un campanello d'allarme nella mente di Ellie. 

"Non ricordo di aver invitato neanche la Signorina Bowman se è per questo Stanford. Vi consiglio di allontanarvi da casa mia, ed in fretta." Rispose in cagnesco Cristopher non attendendo una risposta dallo sgradevole ospite. Prese per il braccio la moglie e la trascinò al centro della sala, fece segno ai musicisti che iniziarono a suonare una melodia lenta per aprire le danze. 

"Cristopher, chi.." La domanda di Elizabeth venne interrotta dalle braccia dell'uomo che la strinsero ancora più forte avvicinandosela mentre si muovevano lentamente. 

"Non ora Ellie, vedere quell'essere vicino a te mi ha fatto ribollire il sangue nelle vene, vorrei strangolalo. Ne parliamo dopo, ora vorrei godermi questo ballo con la mia affascinante moglie" le sussurrò dolcemente, enfatizzando le ultime parole strusciando il naso sul collo della giovane ed inalandole la delicata fragranza. 

"Va bene, ma prometti che parleremo più tardi. Ora mostrami cosa sai fare Rotschild."

Ballarono all'incirca cinque balli fra cui un valzer, la sfida che gli aveva lanciato Elizabeth l'aveva presa sul personale, e volendole dimostrare le sue doti da ballerino la stremò con un valzer. Alla fine del ballo rimasero abbracciati con i respiri affannosi che si sfiorarono e gli occhi allacciati. Un fragoroso applauso gli fece tornare alla realtà e guardandosi attorno si resero conto che tutta la sala si era fermata ad osservarli ed ora gli stava applaudendo. Esibendosi in un inchino i due si diressero verso le vetrate che davano sul giardino della villa. 

"Aspettami qui, ti porto una coppa di champagne." Cristopher si allontanò velocemente lasciando la moglie a godersi un po d'aria. 

Ellie si sedette sul bordo della fontana del giardino ripensando al modo intimo in cui avevano ballato poco prima, rendendosi conto di quanto ogni gesto o espressione del marito le facesse effetto si rese conto dei sentimenti sempre più profondi che provava per l'uomo. Persa nei propri pensieri non sentì i passi di qualcuno che si stava avvicinando da dietro, mentre si girava disse "Cris, guarda che stelle questa sera". 

Ma la voce che le rispose non era quella del marito, bensì dell'uomo con cui avevano avuto il breve divario in precedenza: "Spiacente signora, non sono quel bastardo di vostro marito". 

Una mano pesante le tappò la bocca trascinandola verso gli alberi che si trovavano a pochi metri dalla fontana. 

Come una rosa d'invernoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora