UNA FUGA FALLITA

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“Emma finalmente! Dov’eri finita? Mi hai fatto preoccupare tantissimo”

“Sto bene Luke, grazie; voglio solo andare in camera mia”

Così, senza salutarli, salgo le scale e mi rifugio nella mia stanza, ricominciando a piangere. Come un pennarello indelebile che lascia una macchia e, anche se la strofini, non scompare, così Rosie non può scomparire dalla mia mente, rimane fissa nel mio cuore. Non posso fare più niente, non riesco a fare più niente; tutta la mia vita è legata a Rosie e, ora come ora, con tutto quello che è accaduto il mio filo si è rotto, o forse si è così tanto aggrovigliato che non riesco a scioglierlo, rimanendo incastrata nel passato. Si, forse è proprio per questo che mi è difficile fare amicizia qua e concentrarmi su quello che c’è di bello qua a Sydney.

Oh, ma guarda, ho pianto così tanto che i miei occhi non hanno più lacrime; eppure io sto ancora male. Ora capisco la frase di Colpa Delle Stelle “È questo il problema del dolore, esige di essere vissuto” : continuerò ancora per molto a disperarmi e a piangere per tutto ciò, perché se tieni veramente ad una persona, ogni cosa che le accade ti sconvolge la vita.

Qualcuno bussa alla porta e lo faccio entrare con un leggeroavanti. Sono tutti e quattro i ragazzi.

“Ehi”

“Ehi”

“Come stai? Ashton ci ha detto tutto”

“Come vuoi che stia, Luke? Male. Non posso sopportarlo”

“Ti capisco, è come due anni fa, con Ash. Da quando i suoi genitori ci hanno lasciato, Ashton era così depresso che io e i ragazzi abbiamo deciso di venire a vivere qui con lui; non parlava, non mangiava, era diventato come un vegetale. Per fortuna, con il tempo e con dei buoni amici come noi che lo abbiamo sostenuto, lui è ritornato il ragazzo sempre sorridente di prima. Questo è per farti capire che se vuoi, noi ci siamo e ci saremo sempre”

“Grazie Luke, grazie ragazzi”

Li abbraccio più forte che posso e loro contraccambiano; tra le loro braccia mi sento meglio, capisco che loro tengono veramente a me.

“Bene, ora... io... ecco, dovrei andare...” balbetta Luke, grattandosi la nuca.

“Hai un appuntamento con una ragazza che personalmente non mi va a genio?”

“Ehm... già. Grazie a te ha accettato di fare un’uscita con me e questo è il momento per farle vedere quanto stiamo bene insieme”

“Oh si, benissimo. Benissimo come un cactus sul fondoschiena” tossisco.

“Come scusa?”

“Oh no, niente” faccio la faccia d’angioletto e lui sembra crederci, o forse è troppo di fretta per farcene caso.

“Aspetta” ci ferma Ashton “Sei tu quella che mi ha scollato Hayley di dosso? Io ti adoro, sappilo. Era come avere una sanguisuga addosso, insopportabile”

Ridiamo tutti, eccetto mio cugino, troppo preso a messaggiare per ascoltare le nostre battute. Dopo qualche minuto si ferma e ci saluta, per poi andare in camera sua, cambiarsi e uscire con sorriso smagliante sulle labbra.

Mi rigiro verso i ragazzi e, con un sorrisetto sulle labbra, faccio una domanda:

“Allora, visto che Luke se n’è andato e sicuramente non me lo avrebbe permesso, allora chiedo a voi; voi mi capite, no? Bene, allora capirete anche che devo partire e ritornare a Perth. Quindi... posso tornare a casa? Si, grazie; preparo le valige”

“Tu non vai da nessuna parte mostriciattolo” controbatte Calum.

“Primo, non chiamarmi mostriciattolo. Secondo, perché no? Luke non lo verrà mai a sapere” mi lamento.

Emma's new life || Ashton IrwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora