CONOSCIAMOCI MEGLIO

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È ormai passata una settimana dal mio arrivo a Sydney; ho iniziato ad ambientarmi a scuola e le poche interrogazioni che mi hanno fatto sono andate bene. Martedì i ragazzi mi hanno portato a visitare la città ed erano veramente delle ottime guide; certo, c’era Michael che ogni tre per due inciampava o raccontava barzellette, scatenando le risate di tutti, Fanny che mi elencava il nome di tutti i negozi migliori per fare shopping, Calum e Ashton che si rincorrevano come due bambini, e Luke che continuava a fare foto, ma devo ammettere che mi sono divertita parecchio.

Ho instaurato un magnifico rapporto con Laura, ho scoperto che abbiamo in comune la maggior parte delle ore scolastiche e alla pausa pranzo andiamo insieme nel giardino dietro la scuola, passando il tempo a conoscerci meglio e a scherzare. Giovedì sono andata a casa sua per studiare insieme matematica; almeno, l’intenzione era quella: in realtà siamo state sui libri una mezzoretta, il resto del tempo lo abbiamo passato giocando e guardando divertenti video su YouTube.

“Allora, stavi dicendo?” mi chiede Rosie.

“Oh giusto; praticamente Ashton mi voleva far vedere la piscina in cui si allenava e io, indifferente, ho accettato”

“Faceva nuoto?”

“Si, ma non lo fa più adesso. Preferisce concentrarsi sullo studio, che è il suo ultimo anno, e alla band. Comunque, entriamo e c’è tutto quello che mi serve; capisci?! C’è tutto! Quindi, quando saranno troppo impegnati a non cagarmi, andrò lì e chiederò informazioni”

“Perfetto tesoro. Però quando ti alleni devi andare su Skype, così vedo tutto in diretta e ti posso dare consigli”

Bussano alla porta e vado ad aprire. Mi trovo davanti Calum e lo faccio entrare. Chiedo alla mia amica di restare in linea e aspetto la domanda del moro, che non tarda ad arrivare.

“Senti, ti volevamo chiedere una cosa, visto che è sabato e domani non andiamo a scuola”

“Dimmi”

“Vuoi venire giù e fare un gioco con noi per conoscerci meglio? Sai, è una settimana che sei qui e sappiamo pochissimo di te, e tu sai altrettanto su di noi”

“Aspetta un secondo”

Avvicino il telefono all’orecchio e un SIIII mi spacca i timpani. È Rosie e mi intima di accettare, poiché lei vuole scoprire tutto quello che riguarda il mio Lukey, copiando le sue parole. Eh già, da quando le ho inviato la foto del biondo che suona, è come se il suo cervello sia impostato in modalità AMORE, cosa strana per lei; insomma, non era mica quella che diceva di aspettare il ragazzo giusto, che non si innamora facilmente? Beh, almeno so che se i due si incontrassero andrebbero d’accordissimo e sarei felicissima se uscissero insieme; ma, dopotutto, so per certo che non si conosceranno mai, Luke resterà sempre qua e Rosie a Perth.

“Va bene Calum, adesso scendo”

Il ragazzo esce dalla camera e finisco la conversazione con Ros.

“Ems, sia chiaro: quando ci risentiamo devi assolutamente dirmi tutto quello che Luke ha detto su sé stesso”

“Agli ordini capo!”

“Ahahah divertiti” chiudo la chiamata e scendo.

Michael e Calum sono seduti sul tavolino, mentre Ashton e mio cugino sono accomodati sul divano; quest’ultimi mi fanno spazio tra di loro e iniziamo il gioco.

“Allora, uno fa una domanda che riguarda tutto, dal colore preferito al numero di ragazze che ha avuto” ridacchia il tinto “e tutti devono rispondere, compreso lui stesso”

“Perfetto. Inizia tu, Emma”

Mh, quale domanda pongo all’inizio? Non vorrei essere troppo sgarbata e fare domande imbarazzanti, così chiedo il nome completo.

“Ashton Fletcher Irwin” buffo il suo secondo nome.

“Calum Thomas Hood” bello questo, invece.

“Michael Gordon Clifford”

“Luke Robert Hemmings”

Ora tutti mi guardano; ho per caso qualcosa in faccia? Non capisco. Mi continuano a fissare. Cosa... oh, capito! No, io non voglio dire il mio secondo nome.

“Posso evitare?” chiedo con un barlume di speranza.

“Assolutamente no”

Sbuffo e mi preparo al peggio.

“Emma Thabitha Jones”

Alzo lo sguardo e vedo i ragazzi che si stanno trattenendo dal ridere; che figura di merda, perché i miei hanno dovuto mettermi a tutti i costi quel nome?! Michael non resiste più e scoppia in una risata che sentirebbe pure la mia migliore amica.

“Mikey! Ma sono modi?!”

“Luke... ahahah guarda che... ahahah stai ridendo anche tu!”

Perché tutte a me? Perché ho fatto questa cazzo di domanda? Sprofondo nel divano, piena di imbarazzo.

“Ehi Emma, non devi vergognarti, anche il mio secondo nome è orribile. Voglio solo capire una cosa: perché Thabitha?” domanda Ashton.

“I miei avevano una gatta che è morto qualche settimana prima che io nascessi; dicono che i miei occhi assomigliano ai suoi e mi hanno chiamato come lei”

“Interessante. Ora andiamo avanti, tocca a me”

“Ti prego, Luke, non dire scemate come è tuo solito fare”

“Tranquillo Cal. Allora... cosa posso dire? Vediamo... ah, ecco. Data di nascita”

“20 novembre” Michael.

“25 gennaio” Calum.

“7 luglio” Ashton.

“16 maggio” io.

“16 luglio” Luke.

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Passiamo tutta la serata a raccontarci qualcosa, dalle varie tinte di Michael alla passione di Luke per i pinguini. Ora posso affermare che sono miei amici, conosco tantissimo di loro; sembra quasi che li conosca da una vita. Ho scoperto di avere molte cose in comune con tutti, in particolare con Ashton, partendo da fatti semplici, come il colore preferito, ovvero il verde, al posto che vorresti visitare con tutto il cuore, la Norvegia. Sembra strano questo; insomma, noi viviamo in una nazione calda in cui il sole è padrone quasi tutto l’anno e vogliamo andare in un Paese freddo. Beh, in fondo a me è sempre piaciuto il freddo, i maglioni extralarge e la cioccolata calda, infatti la stagione scorsa mi piace tantissimo, è la mia preferita; la cosa positiva di quest’anno è che le temperature sono più basse della norma. Lo so, sono una ragazza strana, ma... Ehi, se c’è freddo nessuno esce e, di conseguenza, sono più sicura che nessuno mi vede mentre mi alleno.

“Sport”

Cosa? Devo dire lo sport che faccio? No, ditemi che non è vero. Ditemi che Luke non ha fatto quella domanda. Ma le mie preghiere vanno in fumo quando gli altri rispondono: calcio, basket, suonare. Cose, insomma, che fanno tutti i maschi, eccetto l’ultima, forse.

“I..io... io... non faccio nessuno sport” dico tutto d’un fiato. La balla più assurda del mondo.

“Ma almeno ne avrai fatto qualcuno in passato”

“No, Calum. Nessuno” ormai da questa bugia non posso più uscirne; devo mantenere il segreto e, se necessario, dirne qualcheduno in più per nasconderlo per bene.

Dopo qualche altra domandina, stanchi per l’orario, decidiamo di andare a dormire. Ci salutiamo e ci chiudiamo ognuno nella propria stanza.

Mi cambio, mettendomi il pigiama e mi infilo nel letto; prendo le cuffiette e metto riproduzione casuale sul telefono. Non c’è niente di meglio nell’ascoltare musica quando sono agitata per qualcosa; in questo caso quel qualcosa è l’ansia di non essere scoperta per l’XX. Non mi è mai successo a Perth, era diventata una cosa normalissima dire a tutti che non praticavo alcuno sport, ma effettivamente l’aria di Sydney mi deve avere scombussolato il cervello.

Mi rilasso, addormentandomi dopo poco, tra le note di You & I.

Emma's new life || Ashton IrwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora