IL RAGAZZO DELLE BANDANE

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Durante tutta la giornata non apro nemmeno la porta, non  ho intenzione di familiarizzare con gente sconosciuta, io non voglio fare nuove amicizie, tutto quello che desidero è tornare a Perth e riabbracciare Rosie, nulla di più.

Finisco di sistemare le ultime cose, metto le valige ormai vuote sotto il letto e mi distendo sul materasso; sono solo le 18, ma io una leggera voglia di mangiare, così scendo le scale, facendo molto silenzio; non voglio disturbarli, sono sicura che mi trovano solo un impiastro.

“Ash, stai attento! Quella si rompe, non è la tua batteria!” riconosco la voce di Luke, quindi mi avvicino alla penisola.

Vedo un ragazzo girato di spalle che ha una maglietta a maniche corte, skinny jeans neri e capelli ricci; ma non ha freddo? Va beh che siamo ad Ottobre, ma cavoli, io ho la felpa! Vado verso il frigorifero, svelando anche il suo volto: i suoi occhi sono verdi, non come i miei, questi sono veramente degli smeraldi. In mano ha due bacchette e fa finta di suonare la batteria, usando però una padella capovolta. Faccio finta di niente e prendo una mela, mordendone un pezzo.

“Ehi Emma!” esclama Luke.

Il ragazzo riccio alza lo sguardo e mi sorride, mostrando due adorabili fossette ai lati della bocca; capisco chi è dalla bandana nera che ha in testa. Wow, devo ammettere che è proprio carino, mi sa che è una dote che hanno tutti i ragazzi Sydney.

“Luke, è una delle tue conquiste? È molto carina, sai”

“Veramente è mia cugina, quella di cui vi avevo parlato”

“Oh, scusami tanto; io sono Ashton” penso di essere dipendete del suo sorriso.

“Emma, piacere”

“Allora, che ci fai qui?” mi chiede.

“I miei si sono trasferiti in Italia e mi hanno spedito qua” ride. Ok, cos’ha da ridere? Non capisce che io sto male per questo?

“E perché non potevi andare con loro? Non ti volevano? O forse i tuoi amici erano stufi di te e hanno implorato i tuoi genitori affinché ti portassero via?” ride ancora.

Le lacrime iniziano a salire e a offuscarmi gli occhi; ditemi che non l’ha detto sul serio, vi prego.

“Ash!” lo sgrida mio cugino.

“Tu non sai niente della mia vita” sussurro, per poi lasciare la mela lì e correre via nella mia stanza.

Mi butto sul letto e inizio a piangere; come ha potuto dire una cosa del genere? Come è potuto essere così stronzo da farmi riaffiorare tutti i ricordi dei giorni passati? L’immagine di Rosie mi si staglia nuovamente davanti e io non faccio altro che piangere ancora più forte di quanto non lo facessi già prima.

Ecco le caratteristiche dei ragazzi carini: fascino, bellezza, antipatia e, soprattutto, sono dei totali deficienti; non capiscono che le persone hanno sentimenti, anzi, ci giocano.

Oggi ho scoperto due cose: la prima è che mio cugino, il ragazzo biondo, è un figo della paura e mi sta abbastanza simpatico, per quanto poco l’ho conosciuto; la seconda è che il ragazzo delle bandane può essere bello quanto vuoi, ma è un totale senza cuore e antipatico, probabilmente il classico ragazzo del liceo, quello che fa tutte le galline che sbavano ai suoi piedi e che prende in giro gli sfigati.

“Luke ti prego puoi andare tu?” una voce fuori dalla porta mi distrae dai miei pensieri.

“Non se ne parla. TU l’hai fatta piangere, quindi TU sistemi tutto”

Sento uno sbuffo e poi qualcuno che bussa.

Sussurro un flebile avanti, per poi rannicchiarmi ancora di più quando una chioma riccioluta legata da una bandana varca la soglia.

Si avvicina piano al mio letto e si siede alla sua estremità; pare molto agitato, ma deciso; io non gli faccio neanche un mezzo sorriso, non se lo merita per quello che mi ha detto.

“Senti Emma” inizia con calma “prima sono stato...beh, sono stato uno stupido, non ti conoscevo e ho detto delle cose poco carine”

Lo guardo storto.

“Ok, orribili” ridacchia “poi Luke mi ha raccontato della tua storia e di quanto sia stato difficile per te separarti da Perth”

“Lo è tuttora” mormoro.

“Quindi io volevo scusarmi per il pessimo comportamento che ho avuto nei tuoi confronti e per quello che ho detto”

Cosa fare adesso? Perdonarlo o no? Mi aveva chiesto scusa, e a giudicare dalla sua espressione da cane bastonato pareva sincero, ma c’era ancora qualcosa che non mi convinceva, qualcosa che difficilmente riuscivo a togliere: un muro.

Esatto, nel mio cuore si era creato un muro da quando avevo varcato la soglia dell’aeroporto e mi impediva di familiarizzare facilmente con le altre persone. Questo muro si era costruito quando vidi l’ultima volta il viso di Rosie, colmo di lacrime.

Ora lui mi guarda chiedendo una risposta, che però non riesco a formulare. La mia mente è ancora piena di tutte quelle parole che aveva pronunciato prima e faccio fatica a pensare ad una valida risposta da dire.

Ma lui capisce male il mio silenzio, quindi, affranto, si alza ed esce dalla stanza a testa bassa. Quando chiude la porta, sento un Niente da fare, non mi ha perdonato, per poi scoppiare di nuovo a piangere; questa volta, però, il fulcro dei miei pensieri non è la mia amica e la mia vita dall’altra parte dell’Australia, bensì quel fantastico ragazzo riccio.

Oggi ho capito che molte volte i pregiudizi possono ostacolare una probabile amicizia, e che Ashton non è come pensavo che fosse. Dopotutto come si fa a resistere al ragazzo delle bandane.

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“Emma, sul serio, vieni a mangiare qualcosa”

“No, grazie; non ho fame”

È da un quarto d’ora che Luke continua a chiedermi di cenare e ad ogni domanda succede una risposta negativa. Non voglio mangiare. Quello che è successo con Ashton mi ha fatto perdere l’appetito.

“Emma, ti prego. Almeno scendi e stai un po’ con noi. Ci sono anche Michael e Calum”

Questa volta non rispondo, così lui, senza bussare, entra e si siede sulla sedia girevole della scrivania. Lo guardo senza fiatare e lui inizia.

“Allora, so che non vuoi venire perché ti manca casa o per la storia con Ashton, ma devi mangiare qualcosa”

“Non mi va” sussurro.

“Vuoi che lo chiamo?”

Annuisco, capendo che vuole anche lui che io e il suo amico facciamo pace. Quindi ritorna giù e risale poco dopo con il ragazzo delle bandane.

“Bene, io vi lascio”

Mio cugino esce dalla stanza e rimaniamo solo io e Ashton, che continuiamo a fissarci nei nostri occhi verdi. Dopo qualche minuto, lui prende parola.

“Volevi parlarmi?”

“S...si. beh, ecco... io... accetto le tue scuse. E mi scuso io per non avertelo detto prima” balbetto.

Nel suo volto si apre un grande sorriso, uno di quelli mozzafiato, e io non faccio altro che ricambiare.

“Quindi... siamo amici adesso?”

“Non correre troppo, diciamo che adesso mi stai simpatico” rido.

“Sei carina quando ridi, dovresti farlo più spesso”

Arrossisco per l’inaspettato complimento, poi lui mi chiede un’altra volta se voglio andare con lui a mangiare, ma io rispondo ancora negativamente, così esce, dandomi la buonanotte.

Quando i passi si fanno sempre più leggeri, fino a scomparire, esco anch’io, vado in bagno a lavarmi, ritorno in camera e mi metto il pigiama, per poi coricarmi.

Devo dire che come primo giorno non è stato così tanto difficile, forse riuscirò ad ambientarmi, anche se non sarà la stessa cosa senza Rosie. Quindi, ricapitolando questa giornata, mio cugino Luke, il ragazzo biondo, è molto sexy e si prende cura di me; Ashton, il ragazzo delle bandane, è simpatico e mi ha fatto sorridere per la prima volta.

Emma's new life || Ashton IrwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora