Dottor Gilbert Blythe

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Due anni dopo

Gilbert

Era il giorno della laurea e non ci poteva credere, finalmente era finita e poteva fare il lavoro dei suoi sogni.
Ma soprattutto poteva tornare a casa e dalla sua Anna, perché non sarebbe stata casa senza di lei.

"Gilbert fratello, sono così fiero di te" disse commosso Guglielmo.

"Anche io di te, grazie Gu, grazie davvero di tutto, non sarei mai sopravvissuto qui senza mio fratello" rispose abbracciandolo forte.

"Nemmeno io Gil" sussurrò Guglielmo dandogli delle leggere pacche sulla schiena.

Aver raggiunto l'obiettivo era fantastico, ma loro due si dovevano separare.
Erano diventati migliori amici quasi subito, ma si erano sempre comportati da fratelli.
Purtroppo, molto probabilmente, non si sarebbero mai più visti poiché Guglielmo doveva tornare a casa, in Italia.

"Vorrei tanto poter lavorare con te collega" disse Gilbert staccandosi dall'abbraccio.

"Lasciamo stare, con la tua bravura ruberesti tutti i miei pazienti" scherzò l'amico.

Risero insieme, come avevano fatto tutti quegli anni e come avrebbero fatto sempre anche a distanza, perché non si sarebbero persi mai, lo sapevano.

"Lo so che è quasi impossibile, ma giurami che ci rivedremo" disse Gilbert.

"Non posso giurartelo, ma ti prometto che farò di tutto" rispose serio Guglielmo.

"Magari verrò in Italia con Anna in viaggio di nozze" disse sorridendo, ma serio.

"Oooh allora hai proprio intenzione di sposartela eh?" chiese l'altro prendendo Gilbert per il collo e tirandolo sotto il suo braccio.

"Si, penso che sia l'amore della mia vita e, in quanto tale, starà con me finché morte non ci separi o finché lei lo vorrà" sussurrò imbarazzato il ragazzo grattandosi la testa.

Ma il suo tono era serio e molto innamorato.
Lo sguardo divertito di Guglielmo diventò dolce.

"Sono davvero contento per te Gil, vedo nei tuoi occhi che il tuo amore è vero e sarà eterno, vi auguro tutto il bene del mondo, siete la coppia perfetta per quanto mi riguarda" disse fiero il ragazzo.

Gilbert sorrise imbarazzato senza aggiungere nulla e si abbracciarono ancora una volta.

La cerimonia sembrò durare troppo, poiché tutti i ragazzi erano estasiati e impazienti di avere la loro "carta" tanto sudata.
Iniziarono a chiamarli in ordine e, uno ad uno, si diressero sul palco a stringere la mano al rettore e ad afferrare la propria laurea con mano tremante.

"E adesso vorrei chiamare sul palco il signor Gilbert Blythe, lo studente che si è classificato primo tra tutti gli altri" gridò al microfono il rettore.

"Cavolo non me lo aspettavo" sussurrò il ragazzo a Guglielmo che era affianco a lui.

Iniziò a sudare freddo, cosa doveva dire? Non lo avevano avvertito di questo, di solito non dovrebbe essere così?
Non aveva preparato nessun discorso e adesso gli toccata improvvisare.

"Grazie signore per questo onore" disse nervoso Gilbert al microfono guardando verso il rettore.

"Vorrei dire per prima cosa che io non sarei qui senza entrambi i miei genitori.
Mia madre mi diceva, fin da quand'ero bambino, che avevo le capacità per diventare tutto quello che avrei voluto.
Mio padre, invece, mi ha spronato a viaggiare per conoscere il mondo e questo mi è stato di enorme aiuto e mi ha fatto capire di voler fare il medico.
Quando sei là fuori, nel mondo, senza conoscere nessuno, completamente da solo, capisci di essere quasi insignificante, ma realizzi anche che tutti quei posti, quei paesi così diversi tra loro, sono la cosa più bella che potresti mai vedere. Ogni luogo in cui sono stato mi ha lasciato qualcosa e, tornando a casa, ho anche capito quanto fosse bella la mia isola, ho capito chi fossero le persone per me davvero importanti, quelle che mi erano mancate davvero e che avrei voluto avere accanto a me quand'ero per il mondo.
Voglio ringraziare la mia ragazza, l'amore della mia vita che oggi purtroppo non è qui presente, il mio migliore amico e fratello Guglielmo e tutti voi colleghi.
Ho imparato tanto in questa università, ma non solo di medicina, ho imparato la vera amicizia, la lealtà e la slealtà, il pentimento e l'odio, la fatica e la cooperazione.
Ho imparato anche quanto caffè bere per restare sveglio 48 ore di seguito!
Tutto quello che voglio dire è che vi auguro una buona vita, a tutti voi. Grazie" concluse Gilbert.

Tutti si alzarono in piedi iniziando a battere forte le mani, un applauso infinito solo per lui, per il dottor Gilbert Blythe.

*Ciao, avevo pensato di continuare con il punto di vista di Anna, ma mi piaceva troppo poter finire così.
Vi giuro che il discorso l'ho scritto davvero tutto d'un fiato, quindi è come se davvero non fosse programmato per il nostro Gilbert.
Capitolo breve, ma pieno di cose belle.
Adesso vi lascio, alla prossima.*






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