Tornare a casa

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Anna

"Tutto questo é ridicolo" pensò.

Anna si stava pettinando mentre pensava e ripensava a Gilbert.
Le farfalle nello stomaco erano troppe, insistenti, frenetiche.
Cercava di essere normale, di non sembrare agitata, era ridicolo, pensava, stare così in ansia solo perché stava per rivedere un ragazzo, il suo ragazzo, ma dettagli.
Si guardò allo specchio, i suoi capelli rossi erano diventati davvero troppo lunghi, una nota positiva però era che erano quasi biondi ora, o almeno cercava di convincere se stessa di ciò.

"Carota" disse a voce bassa e le scappò un risolino.

Le mancava da morire sentire quel nomignolo.
In quel momento era a casa, era tornata dall'università la notte prima.
Aveva dormito finalmente dopo mesi nel suo letto e poteva sedersi sul suo bagno. Sembra essere una cosa non importante, ma vi assicuro che lo è.
Si legò i capelli e andò verso il bagno, voleva farsi una doccia.
Mentre si stava spogliando sentì il cellulare.
Un messaggio, il messaggio.

Sono arrivatoo

"Oh cazzo" pensò.

Poche volte era così scurrile, persino nei suoi pensieri, ma questa occasione era l'occasione nella quale meritava di esserlo.

Corse in bagno, finì di spogliarsi e si fiondò nella doccia. L'acqua calda le arrivò sul corpo e lei si rilassò d'un tratto, finalmente.
Finì in fretta e furia e si vestì, ma meno in fretta.

"Cosa mi mettoooooo?!" gridò con tutto il fiato che aveva in corpo, ormai era in panico.

Marilla accorse.

"Che cosa ti prende bambina?".

La chiamava ancora così, nonostante avesse già 21 anni, ma a lei piaceva e anche a Marilla.

"Ti prego lasciami sola, la disperazione sta cadendo su di me, non ho niente da mettermi".

Decine di capi diversi erano buttati alla rinfusa sul letto, a terra, sul comodino e anche su Anna stessa.

"Vedo che non hai niente da metterti" rispose Marilla con tono evidentemente ironico.

"Non ti ci mettere anche te"

"Dai calmati Anna, mettendo anche la prima cosa che trovi sarai perfetta"

"Non prendermi in giro Marilla!"

"Bah era la semplice verità, ma va bene va bene, ti aiuto a scegliere qualcosa".

Dopo tanti, tanti minuti di "no, questo é troppo corto, troppo rosso, troppo bianco, troppo stretto" oppure semplicemente "no, questo no" finalmente Anna scelse un top nero dell'adidas e dei jeans strappati con un paio di converse nere.
Alla fine una cosa così semplice era diventata una battaglia.

"Stai benissimo, ma sei vestita come tutti i giorni, perché tanta agitazione?" chiese Marilla.

"Gilbert" rispose.

Un nome ed ecco di nuovo le farfalle.

Gilbert

Quella mattina si sentiva benissimo, dopo mesi di sofferenza lontano dalla sua Anna, finalmente poteva rivederla.
Aveva preso il treno di notte per poter arrivare la mattina, relativamente presto.
Era agitato, non vedeva l'ora di posare gli occhi su quel bellissimo viso, coronato da quei capelli rossi che tanto amava, non vedeva l'ora di guardare in quei bellissimi occhi blu.
In quel momento sentì vibrare il suo telefono.

Ehi fra

Ehi Gu, dimmi

scrisse in fretta senza guardare quasi per niente lo schermo.
Bloccò il telefono, appoggiò la testa e chiuse gli occhi godendosi la musica nelle orecchie.
Dopo una mezz'oretta era finalmente arrivato, subito mandò un messaggio ad Anna che, però, non rispose.

"Che cosa starà combinando?" si domandò, "qualcosa di melodrammatico sicuramente" si rispose da solo.

Gu nel frattempo gli aveva risposto.

Gil fatti valere con la tua ragazza stasera, poi voglio tutti i dettagli

Ridendo Gilbert rispose

Ma vaffanculo amico, vatti a guardare dei film porno invece di stressarmi, non ti racconterò i fatti miei

Una risata di risposta.
Guglielmo era veramente uno spasso, proprio per questo era il suo migliore amico, per questo e per altri mille motivi.
Però era un donnaiolo di prima categoria.
Sceso dal treno decise subito di non rispettare i piani fatti la sera prima con Anna e andare direttamente a casa sua senza avvertirla.
Voleva vederla, adesso.
Suo fratello, Bash, era venuto a prenderlo in stazione.

Si fiondò dalla macchina appena Bash mise il piede sul freno.
La casa di Marilla e Matthew era ancora più bella di quanto la ricordasse, oppure aveva sognato di essere qui davanti troppo a lungo.
Bussò alla porta e per fortuna gli aprì Matthew.

"Ciao Gilbert, che piacere vederti ragazzo mio"

"Buongiorno Matthew, come stai?"

Subito, ma proprio subito, Matthew si rese conto che ora come ora a Gilbert di come stava gliene importava ben poco.

"Aaah bene bene, prego entra, Anna é di sopra" rispose sbrigativo.

"Grazie" disse mentre già stava salendo le scale.

Aprì la porta della camera di Anna e la vide.
Dire che le farfalle iniziarono a salire, volando come pazze, su per la sua gola, sarebbe dire poco.

Anna

Sentì la porta della camera aprirsi.

"Chiunque tu sia vai fuori, mi sto preparando e sono in ritardo" disse senza nemmeno voltarsi.

Subito delle braccia forti e delle mani calde le avvolsero i fianchi e una voce dolce le disse nell'orecchio

"In ritardo per cosa, Carota?"

Si girò di scatto con gli occhi spalancati come se quella voce l'avesse terrorizzata.
Si tuffò letteralmente su sul petto, tanto da sbatterci col naso facendosi male.

"GILBERT" gridò, piangendo, singhiozzando dalla gioia, le farfalle adesso erano sparite, al loro posto c'era un fiume in piena, un fiume di gratitudine, per averlo rivisto, per averlo lì, per essere tra le sue braccia.

"Ehi carotina, calmati, sono qui" rispose lui con tono dolce e calmo.

"Mi sei mancato troppo" continuò lei ancora tra i singhiozzi.

Anna alzò lo sguardo su di lui e finalmente poté guardarlo.
Quando i loro sguardi si incatenarono Gilbert la prese per la vita e la avvicinò a sé per baciarla.
La sua bocca era calda e rassicurante, il bacio si fece subito intenso, tutti e due ne avevano bisogno.
Anna aprì la bocca lasciando entrare la sua lingua calda che accarezzò la propria.
Le mani di Gilbert si spostarono dalla sua vita al suo fondoschiena, come se ci fosse una calamita.
Anna si staccò dalla sua bocca e fermò le sue mani.

"Gil nemmeno sei arrivato che già stai cercando di toccarmi il culo"

"Scusami?"

"Era una domanda?"

"Si, cioè no, voglio dire... scusa ma sei troppo bella"

Anna arrossì, cioè non te lo aspetti dopo mesi di relazione, di arrossire intendo, ma ancora le faceva quell'effetto.
Senza preavviso guidò le mani di Gilbert sul suo fondoschiena, non che ce n'era bisogno, di guidarle, ma lui, come previsto, rimase piacevolmente sorpreso.

"Aaah grazie, ora mi sento meglio" disse ridendo.

"Il solito" rise anche lei.

*Salve, sono la mente che ha partorito questo breve (?) capitolo (?) (non ho ancora le idee chiare), devo dire che sono sorpresa da me stessa.
Premetto che é solo una bozza che modificherò di certo, sicuramente ci sarà qualche errore di forma qua e là, non sarà perfetto insomma, ma spero vi piaccia.
Grazie a chi si prenderà del tempo per leggerlo.*

Crazy In Love   //SHIRBERT//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora