Capito primo

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Arianna.
Il cielo era grigio, come sempre d'altronde, in questo paesino era tutto sempre scuro e pauroso, di sera la gente rientrava presto nelle case perché si diceva in giro che delle creature risalissero dalla terra e vagassero seminando panico e distruzione ogni notte, ma la gente che diceva queste fesserie era sempre rinchiusa in manicomi, quindi ormai più nessuno voleva dire ciò che vedeva dalle proprie finestre.
Stavamo tornando dalla solita visita alla nonna che stava in un centro di cura perché aveva testimoniato di aver visto un uomo con enormi ali che volava per la città, se devo essere sincera nemmeno io ci credo però voglio un gran bene a mia nonna e tutte le volte che mi racconta quella storia la sto ad ascoltare in silenzio.

"Tesoro, stai sempre li con quelle cuffie, parlami un po', a volte sembra che odi tutti quanti" Mio padre, affrontavamo questo discorso ogni giorno almeno 5 volte e io rispondevo sempre allo stesso modo.

"Non odio proprio nessuno papà, solo che mi rilassa e poi non saprei cosa dirti"

Deluso accese la radio della macchina e si accese una sigaretta.
Appena arrivati a casa corsi in camera mia attaccai il cellulare allo stereo e parti una canzone di ariana grande, amavo le canzoni lente ma alcune volte ascoltavo del rock. La radio si mise a suonare e io a cantare a squarcia gola,cantare era una mia liberazione quando ero agitata o ansiosa cantavo, cantare era il mio unico modo di sfogo.
Arrivarono le 8 di sera e io decisi di uscire a comprare il latte visto che mio padre non vuole mai uscire.

"Arianna, ricorda di essere qua prima delle 10, sai che succ.." Non fece in tempo a finire la frase che avevo già risposto

"Si pa, so che succede creature volanti con denti e bruttissime corna, l'ho già sentita e sai che non ci credo"

"Non mi importa nulla di quello che tu credi io ci credo ed essendo tuo padre ho detto che alle 10 devi essere qua"
Uscì senza rispondere, tanto parlare con lui era impossibile.
A passo svelto arrivai al supermercato entrai comprai 3 cartoni di latte,pagai e uscii. Controllando l'orologio del campanile notai che erano solo le 8:40 così decisi di andare al bar centrale a prendere qualcosa di commestibile da mangiare.

"Salve, vorrei una pizza e della coca cola grazie"

"Arriva subito signorina, la porto al tavolo?"

"Si grazie, mi siedo laggiù in fondo" con il dito gli indicai il tavolo libero in angolo, l'uomo mi fece cenno con il capo e andò in cucina a dare l'ordine. Mi sedetti al tavolo, fuori stava scendendo la nebbia come ogni sera, e guardando il cielo questa sera avrebbe di sicuro piovuto, vidi una bambina correre in casa e le ultime vecchiette abbandonare il bar, eravamo rimasti solamente io e due uomini ubriachi fradici.
Quando arrivò la mia pizza la divorai senza pensare alle buone maniere, finita anche la coca andai a pagare.

"Sono le 9:30 ragazzina sai che dovresti essere già a casa?" Oh no, anche qua, non ce mio padre e ci pensa il barista a farmi la predica.

"Si, ci sto andando infatti"
Gli misi i soldi sul bancone e uscì, la verità è che non avevo nessuna voglia di andare a casa così feci il giro lungo per tornare, ma alle 9:50 non ero nemmeno a metà strada, io e le mie stupide idee. L'orologio della città suonò annunciando a tutti che era ora di rientrare e io non ero nemmeno vicino a casa, decisi di correre, anche se non credevo a queste cose mi faceva un brutto effetto vedere la gente che correva in casa toglieva i panni stesi dal balcone portava dentro il cane o addirittura toglieva le piante dal giardino.
Dopo 10 minuti buoni rallentai ero stanchissima, sapevo che arrivata a casa mio padre mi avrebbe ucciso, e non scherzo, l'ultimo volta mi ha lanciato una forchetta e per poco non mi toglie un occhio.
Ero quasi arrivata quando..

"Ehi, ma che fai fuori? È tardissimo lo sai?" Mi girai e c'era una signora alla finestra.

"Si ho fatto tardi, sto tornado, la mia casa è dietro l'angolo"

"No no no e no, non puoi andare sulla via principale, è lì che si ritrovano"

"E allora che faccio rimango qui?"

"Si prudente" e richiuse la finestra. Quella donna mi aveva messo i brividi. Corsi. Più veloce che potevo. Tirai fuori le chiavi, preparai quella giusta da aprire la porta di casa. Accelerai la corsa, cero quasi. Voltai l'angolo e..
Proprio nulla, era tutto deserto, mandai mentalmente a fanculo la signora ed entrai nel cortile di casa, apri la porta e non feci in tempo a chiuderla che mio padre inizio ad urlare.
CHE BEL BENVENUTO A CASA. ARIANNA SEI IN DISASTRO.

Non sono come luiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora