Capitolo secondo

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Angel
Fui convocato da Lucifero, era raro che mi convocasse di solito gli scagnozzi come me non li chiama mai al suo appello, però ci andai un po' impaurito ma ci andai.

"Salve angel, ho un compito per te, non posso assegnarlo ai miei servi perché essendo troppo cresciti non possono subire mutazioni" a quella parola rabbrividì, mutazione, chissà che aveva in mente.

"Sei il più giovane qua quindi penso che ti integrerai al meglio, ti darò una forma umana e andai sulla terra specificatamente in un paesino dove gli umani credono sempre meno a noi, e tu andrai la a capirne le ragioni" umano io? Non se ne parla nemmeno.

"E che cosa dovrei fare di preciso?"

"Andare la integrarti nella scuola e fare ricerche sul perché di tutto questo"

"Non posso dire di no vero?"

" No mi dispiace, non te lo sto chiedendo ti sto avvisando che da domani tu farai parte del mondo umano e ci resterai fino a quando non hai scoperto qualcosa" abbassai lo sguardo, non volevo farlo era un compito da stupidi.

"Ora ti spiegherò le regole che non devi mai infrangere.
1: Mai svelare la tua identità, nessuno deve sapere chi sei, da domani il tuo nome sarà Andrea.
2: Non interagire mai con gli angeli scesi in terra, li ricorderai appena li vedi.
3: Non affezionarti a nessun umano o avere rapporti di qualsiasi tipo con loro.
E 4: Non attaccare me umani ne angeli."

"Sono regole difficili da seguire, però lo farò, ha detto angeli scesi in terra?"

"Si, sono scesi molti angeli per poter portare la pace e smentite tutte le storie su di noi. Comunque sarai controllato da uriel e belial, qualsiasi tua infrazione sarà punita con la morte" fortunatamente li conoscevo ed eravamo amici da un tempo eterno (scusate la battuta).
Lui schiocco le dita e l'unica cosa che ricordo è un forte mal di testa.
Mi ritrovai davanti ad una scuola, capi subito che avrei studiato li, a grandi passi facendo il naturale mi avvicinai all'entrata.

"Ragazzo, non si può ancora entrare di cosa hai bisogno?" Una donna con i capelli rossi si avvicinò a me, arretrai, il mio primo contatto con un amano mi fece un certo effetto.

"Sono nuovo" riuscì solo a dire quello.

"Ah si, ci aveva avvisato che sarebbe arrivato un nuovo ragazzo, Andrea giusto"

"Si"

"Seguimi, ti faccio firmare i moduli di iscrizione"
Firmai tanti di quei fogli che dopo un po mi venne male alla mano. Guardai l'ora ed erano le 8:30 i ragazzi stavano entrando, si capiva dalle urla provenienti dal corridoio principale.

"Vieni ti mostro la tua classe" mi fece sobbalzare dalla sedia, questa donna aveva una voce così stridula da romperti i timpani. Mi fece fare due rampe di scale e alla fine apri una porta, entrai. Gli umani erano tutti seduti, in tre file con posti da due, tutti in silenzio che ascoltavano quello che diceva l'uomo seduto difronte a loro.

"Professore, lui è un nuovo studente si chiama Andrea angel lo segna lei sul registro?"

"Si grazie Melissa" ah, era così che si chiamava la donna fastidiosa, Melissa chiuse la porta e si sentirono i suoi lunghi tacchi a spillo che si allontanavano per il corridoio.
Poi mi venne in mente un altra cosa, come cavalo gli è venuto in mente di darmi angel di cognome, quanta poca fantasia.

"Avvicinati ragazzo non sono cattivo" sorrisi e pensai, "io si però".

"Quindi ti chiami Andrea?"

"Così sembra" tutti risero.

"Vuoi dirci qualcosa di te?" O si, parte che sono un demone venuto qua per scoprire il perché non credete più a noi, beh a parte quello non ho nulla dire.

"No nulla" non seppi che altro dire.

"Allora puoi sederti li nel banco vuoto" guardai ero affianco ad una ragazza, anche bella tra l'altro, anzi era molto più che bella, aveva dei capelli così chiari, un bianco grano, e degli occhi talmente azzurri da potercisi specchiare.
Mi sedetti e lei sposto la sua borsa che occupava la mia sedia,non sapevo se parlare oppure rimanere muto,optai per dire almeno un ciao.

"Ciao,piacere" Lei,senza alzare lo sbardo dal libro disse

"Piacere" capì che non voleva avere nessun tipo di conversazione e decisi di restare zitto.
L'ora passò lentissima,il professore interrogò quasi tutti e io capi il perché la ragazza era così attenta al libro, alla fine si è meritata un bel 9.
Si sedette e mi guardò, stava per aprire bocca quando si bloccò con la bocca semi aperta, la guardai negli occhi e sorrisi. Poi finalmente dopo un lungo silenzio..

"Piacere, sono Arianna scusa per prima ma se prendevo un brutto voto mio padre mi uccideva"

"Figurati" ma perché non so dire mai più di una parola? Poi si girò e si mise ad ascoltare la lezione.

Non sono come luiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora