Capitolo quarto

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Arianna.
Per tutto il tragitto dalla scuola alla palestra rimasi in silenzio, non sapevo che dire, era un silenzio imbarazzante, grazie a dio erano solo 10 minuti ma sono stati i più lunghi di tutta la mia vita.

"Ok ragazzi, oggi si fanno alcuni allungamenti e poi ci riscaldiamo per fare una partita di pallavolo, vi voglio energici eh" io odiavo ginnastica non ero atletica e nemmeno coordina come voleva il professore, infatti mio padre si lamentava sempre dei pessimi voti che avevo nella metterai che lui riteneva scontata e super facile.
Iniziammo a correre per la palestra, Andrea stava in testa, era molto veloce, e poi diciamocelo quella canottiera e gli shorts gli risaltavano il fisico. No ok, la devo decisamente smettere. Abbassai lo sguardo e continuai a correre.

"Ehi, le tartarughe sono più veloci di te Arianna" che professore antipatico. Accelerai quanto bastava per non essere più l'ultima della fila, ma sapevo che quello sprint sarebbe durato molto poco.

"Ragazzi, ora vi divido a squadre, dovrete collaborare e imparare a fare gioco di squadra.
Andrea, ho visto che sei molto atletico e veloce, vai con Arianna così magari prende qualche tuo esempio" si, ho deciso che per la fine dell'anno lo ammazzo.

"L'esercizio è semplice, consiste nel tirarsi la palla da una parte all'altra della palestra, inizialmente quando vi arriva la fermerete e poi la rilancerete, quando siete pronti potrete avvicinarvi un po' e provare a fare dei semplici palleggi" vi avvicinai al mio compagno che era già sistemato da una parte della palestra.

"Non sono molto brava in queste cose"

"Tranquilla, non mi importa, anche a me non piace la pallavolo" non ti piace però sei bravo, io non so nemmeno come sia girata la palla. Me la lanciò e con mia grande sorpresa riuscì a prenderla, andammo avanti così per circa 10 minuti.

"Sei pronta? Facciamo due palleggi?"

"Si" no non ero pronta per niente.
Considerato che alcune palle le ho prese in fronte, ho rischiato di slogarmi in dito e cadendo mi sono scorticata un ginocchio, la lezione è andata abbastanza bene, nella partita la mia squadra ha vinto, solamente perché io sono stata in panchina tutto il tempo per il male al ginocchio.
Tornai a casa distrutta, volevo solo fare una doccia ascoltare un po' di sana musica e addormentarmi, non avevo nemmeno fame, non è possibile che un ragazzo mi scombussoli così la giornata, non è da me.

Non sono come luiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora