Capitolo nono

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Angel.
Era passata una settimana da quel brutto incidente alla sua povera mano, mi dispiace così tanto, ma non ho avuto il tempo di spiegargli che se tiri un pugno a un demone è come tirarlo a del cemento, muoio dalla voglia di dirgli tutto, di raccontargli la mie origini. Ma non posso e diventa sempre più dura ogni giorno che passa.
Oggi è il giorno di Natale e mentre dormiva sono uscito a comprargli un regalo, ero indeciso fra un collana e un bracciale, ho optato per un braccialetto rosa con un cuore con scritto "ho promesso e la manterrò" le ho fatte inciderà apposta, spero capisca, voglio che capisca da sola quello che sono, voglio entrare in casa e sentirmi dire " so cosa sei e non me ne andrò nonostante tutto" ma è un sogno molto irrealizzabile.
Ieri abbiamo fatto l'albero di Natale, era felice come una bambina, era la prima volta che faceva una cosa così insieme a qualcuno,di solito il padre la abbandonava per le feste e spariva per i tre mesi dell'estate, a volte prova di pagarmi le spese,ma io rifiuto, dice sempre che odia dipendere così tanto da qualcuno, non ha ancora capito però che qua quello che dipende da qualcuno sono io, quella ragazza sta diventando la mia droga.
Rientrai a casa senza fare rumore, ma vidi che sul divano non c'era nessuno.

"Andrea, ho fatto il pranzo"

"La mano?"

"Sta bene, non ti preoccupare, non mi fa quasi più male"

"Vieni qua" si avvicinò con grazia anche se aveva una mia felpa e dei miei pantaloni ai cui doveva fare il nodo senò gli cadevano.

"Prima di tutto buon natale disastro, e secondo, spero ti piaccia" tirai fuori la scatolina, gli si illuminarono
gli occhi e fece il più gran sorriso che gli avessi mai visto sul volto.

"Forza tieni, aprilo" lo prese e si sedette sul divano, come lo aprì se lo mise e mi guardò con gli occhi gonfi di lacrime. Iniziò a piangere, e mi salto addosso

"È bellissimo, è bellissimo, Andrea ti voglio tanto di quel bene, posso sposarti?"

"Ah sei vuoi, ma tutta questa gioia per un regalo?"

"Nessuno mi aveva mai regalo nulla, nemmeno da piccola, è un gesto bellissimo"

"Be te ne farò più spesso, se ti fanno così felice arriverò a casa tutti i giorni con regalo" mi abbraccio di nuovo.

"La pasta si fredda disastro"

"Non mi importa, sei così caldo"

"Vieni qua"
La presi in braccio e la misi sul divano mi ci sedetti a fianco, e la guardai, la guardavo come si guarda la torta di compleanno, come si guarda una delle cose che più al mondo desideri.

"Andrea, posso chiederti una cosa?" Annui

"Tu hai promesso che non mi avresti mai tolto un capelli, che non mi avresti toccata, ecco la promesso si può annullare?

"Cioè?"

"Cioè, ti voglio" a quelle parole il mio sangue congelò, ero felicissimo ma allo stesso tempo ansioso, come gli spiegavo che non poteva esserci nulla perché ero un demone?

"Anche io Arianna, ma non si può" diventò triste e le lacrime salirono subito ai suoi occhi. Basto era giunto il momento doveva sapere che erano due settimane che stava a casa di un demone doveva sapere tutto.

"Ari, non piangere. Ora ti spiego, ma devi promettermi di non agitarti, ascoltarmi fino alla fine è non scappare"

"Promesso"

"Ok, ecco non so da dove cominciare. Hai presente il pugno che mi hai dato? Il fatto che so tutte quelle cose sui demoni? E questo, che non posso avere rapporti di alcun genere con te?" Lei annuì solamente con gli occhi sgranati
" Io in verità non sono Andrea sono angel, un demone mandato sulla terra per scoprire il perché gli umani non credono più a noi, non ci temono più come una volta, e si inventano fesserie" la guardai, e lei dalla faccia da spaventata che aveva prima mi sorrise semplicemente.

"Dimostramelo" che? Ti ho appena detto di essere una cosa succhia sangue e tu mi chiedi di dimostrartelo?

"Che dovrei fare?"

"Trasformati, fatti spuntare le ali come a quello sulla strada" se era quello che voleva l'avrei accontentata, mi feci crescere le ali e volai sul soffitto. Era a bocca spalancata, si mise una mano tra i capelli e abbassò lo sguardo. Allora scesci e tornai in forma normale.

"Ari, ti senti bene?" Se vuoi ti accompagno a casa e.."

"Non ci credo, tu sei un demone, perché non me l'hai mai detto?

"Perché non posso dirtelo, ho infranto una delle prime regole "non svelare mai la propria identità ad umano"

"E allora perché l'hai fatto?"

"Perché anche io ti voglio, ma non posso proprio per questo motivo"

"Perché sei un demone? Che c'è di male? Ho sentito di storie di gente che ha convissuto con loro"

"Come te insomma" rise, non era spaventata, era affascinata. Mi avvicinai a lei.
" Hai paura?"

"No, non ho paura di te" e mi si avvicinò, quelle labbra, erano così vicine alle mie, sentivo l'odore. Angel riprenditi, non puoi, non puoi.

"Allora mi spieghi perché non posso avere rapporti di nessun genere con te, fossi in parlerei in fretta"

"Perché i demoni sono accecati dal desiderio, potrei addirittura arrivare ad ucciderti per soddisfare i miei desideri"

"È ora qualè il tuo?" Gli ero sempre più vicino sentivo il suo respiro.

"Avere te" senza pensarci due volte la presi un braccio, e la appoggiai al muro.

"È il tuo Arianna?"

"Avere te"
Mi guardava con quei due occhi da cerbiatto, non seppi resistere, arrivai alla sua bocca con più dolcezza potevo, lei la apri permettendo il passaggio alla mia lingua, un bacio lungo un bacio con tanto di incisivi.

"Scusa ari ti ho fatto male?" Gli guardai il labbro aveva un piccolo taglio.

"Te l'ho detto è difficile controllarmi"

"Sono solo denti e questo solo un piccolo taglietto" inizio a passare la lingua suo miei incisivi, che si allungavano sempre di più, poi mi baciò con ancora più energia di prima, le mie mani le accarezzavano la schiena, lei tremava, tremava dalla voglia, percepivo le emozione molte volte, e questa emozione arriva dal cuore ma anche dalle sue parti intime, era così bagnata.

"Ehi disastro se non ci fermiamo perdere una cosa entrambi" lei rise

"Si e io anche il labbro"

"Tanto male? "

"No, mi piace" mi staccai da lei, avrei voluto stare lì tutta la vita.

"Cucciolo ti va un te?"

"Si signore" e si inchinò.
La amavo così tanto. Arianna sei mia e lo sarai per sempre.

Non sono come luiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora