Arianna.
Mmm, che ore sono? Aspetta ma questa non è la mia stanza. Guardo in giro finché capisco di essere da angel, ma lui dovè? Non mi va di controllare, ho sonno e un gran mal di testa.
Cerco il cellulare sul comodino ma non lo trovo."Sono le 10 ari" oddio, che paura.
"Angel, mi hai fatto prendere un colpo"
"Non volevo" è seduto su una sedia, con le braccia incrociate e un gran sorriso.
"Che hai da ridere?"
"Nulla, solo che parli nel sonno" parlo nel cosa? Non è possibile.
"E che ho detto?"
"Niente di comprensibile" meno male, stavo sognando proprio lui, pensate che imbarazzo se dicevo qualche roba strana su di lui.
"Ma tu sei stato lì tutta la notte"
"Si, ho dormito sulla sedia. Non è scomoda tranquilla"
"Potevi stenderti a letto" si alza e mi si siede vicino.
"Lo sai che senza il tuo consenso non posso fare nulla" vero, quella promessa.
"Ce la colazione?"
"Certo. Vestiti, e oggi andiamo a fare un giro"
"Dove? ti prego non dirmi che è un altra sorpresa"
"No, solo che oggi è il 31, ti porto a festeggiare il capodanno a Cuba" A CUBA?
"Siamo lontanissimi"
"Ecco perché all'una abbiamo un aereo da prendere, arriveremo sulle 5"
Aereo? Cuba? Festeggiare il capodanno fuori? Non avevo mai fatto nessuna di queste cose, e lui in 2 settimane mi ha fatto fare tutte le cose che desideravo di più al mondo."Ari, se non ti piace Cuba possiamo cambiare, basta che non siamo troppo lontani e l'aereo parte prima delle 3"
"No, Cuba va benissimo, è bellissima" volevo saltargli addosso, mi limito ad abbracciarlo e baciarlo sulle guance. Lui fa lo stesso.
"Se non ti dispiace ho invitato anche dei miei amici"
"Amici amici o amici demoni?"
"È solo per avere più protezione. poi quando si inizia a fare tardi che sei stanca andremo in albergo e loro andranno via"
"Non cercheranno di mangiarmi?"
"Ma no. Uno è uriel e gli altri due te li farò conoscere, tranquilla ti piaceranno" beh, intanto mi solleva che uno sia uriel, ho preso tanta fiducia anche in lui, riguardo a gli altri due, beh speriamo solo siano simpatici.
"Vai a vestirti, e fai la valigia che non torniamo più in camera" corro, non vedo l'ora, sono eccitata come una bambina alla vigilia di Natale.
In fretta metto dentro le cose sparse in giro, mi metto una canottiera nera, che la commessa mi ha venduto come "vedo non vedo" ma io sinceramente, non vedo proprio niente. Una giacca azzurra abbastanza larga, odio il mio corpo e con le felpe riesco a nascondere le imperfezioni, e dei finti jeans, che in verità sono leggins, delle all star non ho voglia, quindi metto le ballerine che mi ero portata dietro.
Ho deciso che all'aeroporto compro delle scarpe nuove. Stacco il caricatore dalla presa e lo metto nello zaino, insieme al portafoglio, le chiavi il mio cellulare e dei vestiti di scorta che porto sempre dietro.
Bene, sono pronta per Cuba.
Metto il giaccone ed esco, lui è già fuori che mi aspetta."Se sei sempre così lenta perderai tutti gli aerei" gli faccio la linguaccia, volevo farmi una doccia ma a quel punto avrei davvero perso l'aereo.
"Forza facciamo colazione"
"Ehm, non ho così tanta fame"
"Come vuoi. Compriamo qualcosa da mangiare in macchina?"
"Si, prendi della cioccolata"
"Golosa".
Paghiamo le merendine e il conto della stanza e ci avviamo alla macchina, ovviamente ha pagato lui, ho insistito perché facessimo a metà ma non c'è stato nulla da fare ."Quanto ci mettiamo ad arrivare all'aeroporto?"
"Un ora e un quarto più o meno"
"Quindi a mezzogiorno siamo la"
"Si perché?"
"Perché voglio comprare delle scarpe, mi sono rotta delle all star, le odio, e poi mi ricordano mio padre, e preferisco non pensarci."
"Si, mentre io vado a ritirare i biglietti puoi andare a comprarti le scarpe. Non mi hai mai raccontato perché odi così tuo padre" non sapevo se dirglielo.
"È una storia orribile"
"Peggio di quando ti ho detto che cosa sono?" Mentre parlava con me stava attento alla strada. In effetti aveva ragione, e poi lui mi aveva detto così tante cose su di lui.
"Ecco quando avevo 3 anni, mia madre morì in un incidente, lei era in macchina ferma ad uno stop è un uomo che guidava un camion perse il controllo e gli andò addosso.
Da quel giorno mio padre cambiò, prima era gentile e giocava con me, anche se non c'erano soldi faceva di tutto per darmi qualcosa da mangiare. Invece da quando c'è stato l'incidente era come se non esistessi, ha iniziato a bere, aveva assunto una baby sitter che ogni sera quando rientrava si scopava.
Poi quando compì 6 anni lui iniziò a drogarsi, veniva a casa e mi urlava dietro, mi picchiava e mi spegneva le sigarette addosso." Angel ascoltava allucinato, ha anche gli occhi lucidi. " Un giorno la vicina di casa sentendo le mie urla chiamò la polizia e quando arrivò lui stava recando di stuprarmi, ci ha provato tante volte, ma senza mai riuscirci, una volta mi ha costretta a fargli un lavoro di bocca.
Insomma, la polizia mi sequestra a lui, e vado a finire in una comunità. Non parlavo con nessuno, mi fidavo solo di una suora che ci portava ogni giorno le caramelle.
Poi quando feci i 15 anni, mio padre venne a reclamarmi, si era disintossicato, e aveva fatto delle cure per la pazzia. Non volevo tornarci, ma alla fine era mio padre e non volevo abbandonarlo.
Ora non mi picchia più, a volte impazzisce e mi lancia dietro oggetti, ma si rende conto che sbaglia e mi chiede scusa. È molto oppressivo e rompi cazzo però, se gli dai ascolto la convivenza con lui non è male. Fa da mangiare e mi porta a scuola." Angel mi guarda e aspera un attimo quella è una lacrima?"Angel, perché piangi?"
"Perché tu sei una ragazza così bella, così fragile e soprattuto perfetta. Non capisco come un uomo possa fare una cosa del genere. E poi eri solo una bambina"
"Angel, è passato, so che è un passato brutto ma io l'ho dimenticato e ora ti prego non ti deprimerti. Stiamo andando a Cuba e voglio pensare solo a quello"
"Hai ragione ari. Ricorda una cosa, io l'unico male che ti posso fare è a causa delle mie zanne, per il resto non mi azzarderei mai nemmeno a tirarti uno schiaffo."
"Lo so disastro lo so"
"Ehi, guarda che qua il disastro sei tu" accendo la radio e metto una canzone che di sicuro a lui non piace però non dice nulla e continua a guardare la strada.
"Arrivati, le valigie le prendo io, corri a prendere le scarpe e ci vediamo alle 12:30 nella sala di attesa"
"Corro" corsi veramente, ormai tiravo sotto un bambino. Optai per delle vans bianche che costavano anche poco, solo 50 euro.
"Dove corri disastro" ma che?
"Ah, ciao uriel, da Angel, abbiamo un aereo da prendere".
Lo so sono sullo stesso volo"
"A perfetto così mi eviti di cercare la sala di attesa. Arrivi sempre momenti più opportuni." Mi avvicinai gli diedi una bacio sulla guancia e lui contraccambiò.
"Ehi, vi siete trovati.
Forza andiamo Senó perdiamo il volo" saliamo, mi fanno depositare lo zaino nella stiva e poi mi lasciano entrare, mi siedo vicino a angel, uriel si siede nei posti vicino, di fianco a una donna che leggeva un libro, che io tra l'altro avevo letto mille volte "colpa delle stelle" libro triste ma bellissimo. Bene, godiamoci l'aereo, qua c'è gente che ha paura, che magari è stata costretta a salire. Sono pazzi, volare è una delle cose più belle che ci siano.
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Non sono come lui
RomanceArianna,ragazza pura con progetti ben precisi nella vita. Angel, "ragazzo" con troppa confusione in testa. Che succede se un angelo e un demone si incontrano? Questa è la loro storia.