Capitolo decimo

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Arianna.
Questa notte ho deciso di dormire sul divano, avevo troppo freddo per andare al piano di sopra a letto. Andrea invece andò sù dopo un ora di discussione, sul perché non poteva rimanere qua.
Volevo un po per me stessa, volevo pensare a tutto quello che era successo, sai, scoprire che qualcuno che ti piace tra l'altro è una cosa del genere fa un certo effetto;
Anche se, dicendola tutta la cosa mi eccita un po, non è cosa di tutti i giorni vivere in casa con un demone.
Mi pulsa ancora il labbro per i piccoli tagli che mi ha provocato, in fondo lui non può controllarlo, l'unica cosa è quando mi guarda negli occhi mi mette un po di paura, ma non gli dirò mai che ci sono delle volte che mi vengono i brividi e che tremo di paura, volete un esempio? Ieri mentre mi baciava con le mani stringeva sui miei fianchi, non in modo aggressivo ma aveva un presa così salda, che mi metteva in qualche modo paura.

Mi alzai alle 10, sali le scale e lui dormiva ancora. Ok, gli faccio una bella colazione, lui fa sempre il carino con me ora tocca un po' a me.
Faci dei pan cake a cui disegnai due Zanne con il succo d'acero, mi sembra una cosa carina (ahah) poi feci un po di uova, visto che lui le mangiava sempre, e scaldai il te della sera prima. Presi carta e penna e scrissi "buongiorno angel, " mi faceva una strano effetto chiamarlo così, ma infondo Andrea non era il suo vero nome.

"Ehi, sveglia, ti ho portato la colazione" apri solo un occhio, si stiracchiò e poi mi sorrise.

"Hai fame?" Si mise seduto.

"Certo disastro, grazie mille per la colazione in camera" prese il biglietto lo lesse e gli si formò un enorme sorriso.

"Non sei costretta a chiamarmi così, puoi comunque dire Andrea"

"No, non è il tuo nome, e poi mi piace angel"

"Vieni fatti dare un bacio" mi avvicinai a lui e mi diede un piccolo bacio nell'angolo della bocca.

"La smetti di farti venire i brividi?"

"Allora li senti"

"Si, tremi tutti li sentirebbero" oh, cazzo, cazzo è ancora cazzo.

"Sei tu che me li fai venire non è colpa mia"

"Bene, allora allontanati no?" Lo ascoltai mi allontanai da lui.

"Vado a fare un doccia" e corsi in bagno. Ok, questa volta mi ha fatto ancora più paura, diciamo che devo ancora farci l'abitudine. Potrebbe saltarmi addosso da un momento all'altro, ma so che non lo farà, quando arriva all'estremo mi manda via, proprio come ora. Feci una doccia bollente stando ancora attenta alla mano che era ormai guarita è ancora un po viola, però il male era diminuito di parecchio.
Finito tutto, mi asciugai i capelli, mi misi la biancheria intima e.. E porca puttana non avevo preso dei vestiti, non potevo andare a cercare da sola nel suo armadio e tanto meno mettermeli quelli sporchi. Valutai quando era bagnato l'asciugamano, anche se era fradicio lo misi addosso. Scesi le scale.

"Angel, mi daresti della roba pulita e asciutta, oggi vado a casa mia promesso"

"Non è un po fradicio quell'asciugamano?"

"Si, ma non volevo venire giù nuda" mi squadrò, aspetta forse non dovevo dirgli che sotto ero nuda. Mi passo vicino senza neanche toccarmi e sali le scale due gradini per volta io lo seguì.

"Tieni disastro, spero che ti vadano bene, ah io ti devo un asciugata di capelli" poi mi fece l'occhiolino. Non ci pensai due volte.

"Si, ti prego asciugameli, aspetta solo che mi vesto". Corsi in bagno e misi la felpa e dei pantaloni corti.

"Fatto" aprì la finestra c'era troppo caldo.
"Scusa il caldo, ma io faccio la doccia bollente" mi guardò come per dire, caldo, bella vivo nel fuoco. Aspetta vivevano veramente nel fuoco?
Accese il phone e iniziò, io ero così rilassata che mi si chiudevano gli occhi, nessuno mai mi aveva asciugato i capelli era una sensazione bellissima.

"Disastro non addormentarti, che oggi pomeriggio ti voglio portare a fare un giro."

"Dove?"

"Segreto" no non potevi mantenermi così sulle spine.
Finito di asciugare i capelli corsi a prendere la giacca e le mie scarpe.

"Sono pronta" rise. Uffa sembra che mi prenda in giro a volte.

"Ari, staremo via una notte a dormire devo fare la valigia, poi ti porterò a casa e tu farai la tua" fuori a dormire, era un sogno, ma che meravigliosa vita è questa? Non è la mia. Arriva un ragazzo e mi stravolge tutto.

"Si si si si grazie" e gli saltai in braccio, era sempre così caldo.

"Mi fai fare la valigia oppure stai qua?"

"Posso stare qua mentre fai la valigia?"

"Chiudi gli occhi" non ne ero così sicura, però lo ascoltai.

"Aprili" li apri con molta calma ero, ero ero sul tetto due ali mi avvolgevano e lui era dietro di me.

"Vuoi volare?"

"Cosa? Puoi farlo veramente?

"Certo che posso farlo"

"Si voglio volare" mi fece girare e aggrappare a lui poi parti, era così veloce e io non avevo il coraggio di aprire gli occhi.

"Ehi ari, apri gli occhi, prometto che non cadi" promesso? Allora si li apro. Apri gli occhi e vidi che stavamo volando, era bellissimo, eravamo così in alto.

"Oh, angel è bellissimo"

"Vuoi vedere di più? Vuoi andare veloce?"

"Non mi far cadere però"

"Questo mai" mi baciò la fronte e con uno scatto delle ali parti, ora la mia schiena era contro la sua pancia, mi teneva per bacino, stavo volando stavo davvero volando. Apri le braccia e chiusi gli occhi volevo godermi questo momento, nessuno me lo avrebbe rovinato.

"Forza disastro come è?

"Bellissimo, non mi sono mai divertita tanto" poi improvvisamente mi lancio in aria e mi riprese era lui sotto questa volta.

"Tienimi stretta"

"Tranquilla non cadi"

"Ti prego prendimi" ci rinuncio e mi fece aggrappare al suo collo, si fermò e si misi in piedi, amavo le sue ali, erano enormi e bellissime.

"Posso toccare le ali?" Me ne allungò una, che mi copri quasi tutta. Era morbida e aveva il suo odore.

"Ti piace?"

"Tantissimo" appoggiai la testa sulla sua spalla e continuai ad accarezzare l'ala, mi piaceva così tanto la sensazione delle piume sotto la mia mano. Lui non disse nulla non voleva rovinarmi questo momento. Così parlai io.

"Allora andiamo in quel posto la?"

"Certo, dobbiamo andarci in macchina però ,non in volo"

"Lo so scemo"

"Forza scendi che così fai quella valigia"mi bacio la fronte e tirò indietro l'ala, scese dolcemente, e quando fummo sul tetto mi lascio, passai dalla scala esterna ed entrai dalla finestra, lui chissà che specie di teletrasporto aveva usato.

"Sono pronto cucciolo" uscì dalla porta principale ed era già in macchina, saltai su senza troppe domande.

"Destinazione casa tua, poi lo scoprirai"

"Sei insopportabile" e misi il broncio.

Non sono come luiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora