Torno a casa mia abbastanza stranita da quel che è appena accaduto.
Cosa dovrei fare? Restare in quel buco di casa? Io non sono come lui, quel posto per me non è importante quanto per Andrea e non so se lo sarà mai. Apro la porta di casa e trovo davanti a me mio padre, di nuovo al telefono, che neanche mi saluta. Salgo in camera mia; voglio star da sola.Appena entro in camera mi fiondo sul letto con la pancia rivolta verso l'alto. Mio padre è un uomo strano, gli voglio bene e lui ne vuole a me, credo, ma a volte mette il suo lavoro al di sopra di me. Marta è diversa, è più attaccata ai beni materiali che abbiamo, dal momento che prima, quando era in orfanotrofio non aveva nulla. Fossi lei, io, non sarei così, non darei così tanto peso ai soldi. Mia sorella è fatta un po' apposta per questa vita, io no. Siamo nel ventunesimo secolo e ancora non posso avere amici meno fortunati di me, perché considerati 'rozzi', devo relazionarmi con persone che sono giudicate come me perché il mio mondo è tra di loro, il mio mondo è tra quelle persone che fanno sembrare tutto ciò una favola, anche se questa vita è ben lontana dall'esserlo.
In generale si pensa che le famiglie 'importanti' vivano in pace e in salute, ma quando si ha un padre che è fondatore di un azienda, è molto facile che esso abbia dei rivali e che questi ultimi se la prendano anche con le persone a lui vicine. Ciò che intendo dire è che le persone con problemi economici avranno anche meno beni materiali di noi, ma sono proprio loro che danno più valore al bene familiare, sono loro quelli che hanno capito il senso dell'amicizia, che non è quello di profitto o quello di trarre dall'amicizia -se così si può considerare- dei benefici economici.
Toc toc.
Chi è ora?
"Avanti" lo dico anche se non voglio vedere nessuno, anche perché chiunque abbia bussato entrerebbe anche senza una risposta. "Ei Ludo" entra in camera Benedetta, la mia amica. Avrà saputo, non so come ne da chi, che siamo tornati a casa, ed eccola lì davanti alla mia porta, con la sua solita aria perfetta, è così bella, sembra quasi ingenua. Sembra. "Ben ciao, come stai?"
"Tutto bene, vi ho visto tornare a casa e son passata" dice la mia amica entrando in camera.________________
Benny se n'è appena andata, è tardo pomeriggio e decido di andare a farmi una doccia. Entro in bagno e mi guardo allo specchio, vedo una ragazza troppo magra, troppo bassa e troppo assonnata. Ho i capelli arruffati, due occhiaie come se avessi fatto after tre giorni consecutivi e qualche brufolo sparso qui e la per tutto il mio viso. Odio le mie lentiggini che ricoprono il mio naso e la parte sotto l'occhio tra quest'ultimo e lo zigomo. Tolgo la maglia e i pantaloni per poi portare lo sguardo sulla cesta dei panni sporchi, contenente la felpa di Arrigoni: quel ragazzo è strano. Entro in vasca, che ho riempito di acqua calda, e cerco di rilassarmi un po'.
Una volta uscita, mi asciugo i capelli e me li piastro per averli più in ordine, mi asciugo e mi cambio. Scendo al piano di sotto, trovando un ragazzo mai visto prima, quelli che penso siano i suoi genitori e mio padre. "Finalmente Ludovica eccoti!" esclama mio padre per poi riprendere a parlare "Lui è Edoardo, il figlio di Barbara e Massimo" dice indicando i genitori di quell'Edoardo.
"Ma ciao Ludovica, tuo padre parla sempre di te." dice Massimo rivolgendomi un sorriso. "Spero vi parli bene di me"azzardo a dire, vedo mio padre aggrottare le sopracciglia. "Ma certo, dice sempre quanto tu sia responsabile, gentile e altruista" oh ma certo...
"A cosa devo la vostra visita scusate?" chiedo a quei due, mentre Edoardo continua a guardarmi. "Ma come, abbiamo una cena per farti conoscere nostro figlio. Sono sicura andrete molto d'accordo" si rivolge a me Barbara, una signora di circa 40 anni, robusta e si media altezza. "Barbara, Massimo, voi potete andare con Edoardo a tavola, io devo parlare un attimo con mia figlia" i tre ospiti si dirigono in sala da pranzo e mio padre, prendendomi per le spalle si fa più serio "Ludovica cerca di comportarti bene, da te dipendono i miei affari con il padre di Edoardo, è un uomo molto cauto, devo guadagnarmi la sua fiducia, quindi se tu parlerai bene di me con suo figlio-" non ci posso credere. "Praticamente sono una tua pedina" dico a mio padre, che si arrabbia "Senti Ludo per te ho fatto tanto, hai tutto ciò che vuoi, basta chiedere, ora aiutami" mio padre mi prende per mano e insieme andiamo in sala da pranzo.