"Ludovica dobbiamo parlare"
ed eccole là, la frase più temuta da tutti. Così poche parole ma così tanto significato.
Mi fermo di colpo."Si papà..?" vado verso il tavolo dove è seduto e vedo Marta di fianco a lui che mi guarda con aria dispiaciuta.
"Cos'è questa storia degli incontri illegali? E da quando conosci quei tizi della Blood?"
"Papà ti posso-" lancio uno sguardo assassino a Marta ma fa spallucce.
"Non mi spiegare nulla, non è stata tua sorella. Non voglio più vederti con quei tizi sia chiaro, altrimenti andrai in Svezia con tua madre""Sono persone come noi sai?" dico io cercando di farlo ragionare.
"Tu non devi immischiarti, non sei come loro" fa segno con il braccio di andare in camera.Appena apro la porta della mia stanza trovo seduto sulla poltrona Edoardo. Mi prende un colpo quando lo vedo, esattamente come è entrato?
"Ei Ludovica ciao" dice con tono calmo. Questo ragazzo mi mette paura, ho più paura ora di prima quando ero in quel maledetto ring."Che ci fai qui?" chiedo sprezzante.
"Eii, sii più dolce" dal suo tono sembra quasi un comando.
"Perché dovrei?"
"Perché non vuoi far sapere a tuo padre della tua relazione amorosa con il capo di quella gang di farabutti"
Ma chi si crede di essere?"Rispondimi, che ci fai qui e che ne sai della mia vita?" ora ho ancora più ansia di prima.
"Tuo padre ha detto che avresti voluto la mia compagnia e mi ha chiamato, in più so molto di te."
Ok ha tutta l'aria di essere uno stalker."Puoi uscire dalla mia stanza" speravo potesse sentirmi, speravo potesse uscire e lasciarmi sola.
"Tuo padre ha detto che volevi la mia compagnia" si alza dalla poltrona strofinando le mani sui pantaloni come se si stesse pulendo da qualcosa.
"Si ma io non sono mio padre e lui non sa un cazzo di me, quindi esci"
la situazione iniziava a farsi strana."Uscirò ma ad una condizione" sospirai a quelle parole. Incredibile come nessuno ottenga quello che vuole senza dare nulla in cambio.
"Se non vuoi far sapere tutto a tuo padre e vuoi restar qui ti conviene stare alle mie regole. Dovrai mandarmi delle foto ogni volta che te lo chiederò, non delle semplici foto" si interruppe quasi per farmi intendere ciò che intendeva, e io lo avevo capito.
"Altrimenti il signor Paolo saprà tutto"Mi aveva messo alle strette.
"Ah in più tu non dirai nulla alla polizia quando avrai le prove, altrimenti io farò presente di tutto ciò che accade in quella gang e il tuo fidanzatino passerà i guai, in più dirò a tuo padre tutto quanto"
Incredibile, mi sentivo impotente, inutile e usata. Avrei voluto picchiarlo ma ero troppo stanca per via dell'incontro e qualcosa mi impediva di farlo, avevo paura di lui.
"Io e Andrea non stiamo insieme"Si avvicinò a me e mi diede un bacio sulla guancia, che poi io pulii con la mano. "Buonanotte principessa" e detto questo uscì dalla mia stanza.
Mi fa schifo, un essere come lui non meriterebbe neanche di respirare.
Scesi al piano di sotto per parlare con mio padre."Papà ma come ti viene in mente di far entrare quello in camera mia?" chiesi con tono abbastanza arrogante.
Mi accorsi che Marta non c'era più, probabilmente era salita in camera.
"Innanzitutto 'quello' si chiama Edoardo, poi gli avevo detto di venire per cena ma tu non ci sei stata...ti stava aspettando" continuava a dire mentre scriveva su dei fogli indefiniti sul tavolo.A quel punto salii al piano di sopra, non aveva intenzione di ascoltarmi, le mie parole e i miei pensieri per lui erano inutili, contava solo ciò che voleva lui. Entrai in camera e sbattei la porta rumorosamente.
Non ho voglia di lavarmi ora.
Non posso dire nulla a nessuno e io odio dovermi tenere tutto dentro ma, se ne parlo con qualcuno quell'essere dirà tutto a mio padre che mi costringerà ad andare da mia madre come minimo, per tenermi lontana dai 'farabutti', come dicono loro. In più Andrea passerebbe i guai e io non voglio, tanto vale accumulare tutto e star male piuttosto che rovinare le persone a cui voglio bene e rischiare di non vederle più.Fin da piccola ho sempre seguito gli ordini di mio padre, non sono mai andata ad un compleanno dei miei amici se non a quelli dei figli dei suoi colleghi quando mi ci mandava sotto costrizione; non potevo vedere la televisione se non per guardare il telegiornale o i documentari; non potevo incontrare Benedetta (che è sempre stata la mia unica amica) se prima non avevo studiato tutto, e se per caso prendevo un brutto voto via in punizione.
Per colpa sua non mi sono mai costruita una mia vita e ora che sta iniziando a lasciarmi stare, accettando che io sto crescendo, arriva quell'Edoardo a mettermi alle strette. Benedetta è sempre stata la sola che mi capiva e mi aiutava, mi ha sempre aspettato e non si è mai lamentata delle mie strane abitudini, ma ora non posso dirle nulla e odio questa situazione.
Di Andrea non so più che pensare, non so se lui farebbe lo stesso per me ma non voglio farlo finire nei guai, non voglio mettere nei guai lui e gli altri. A volte penso che se non avessi conosciuto nessuno di loro ora non mi troverei in questa situazione.
Mi avvicino alla mia scrivania e trovo una busta, appoggiata su di essa.
La apro e dentro trovo delle foto mie, in compagnia di Andrea.
Saranno le foto che farà vedere a mio padre se non farò come dice?
Mi sento perennemente osservata ora, di scatto vado verso la finestra e tirò giù le tapparelle, chiudo a chiave la porta e mi siedo a terra.
Ho paura che pian piano io possa impazzire.***
Toc Toc.
Bussano alla porta con foga, non so chi sia, così mi alzo barcollante e vado ad aprire.
È Marta.
"Posso entrare?" dice lei.
"Vieni" la mia voce trema, spero non se ne accorga."Ti giuro che io non c'entro nulla, è stato quell' Edoardo a dire tutto a papà" dice sedendosi.
"Lo so Marta..."
"Mi sento in colpa perché con me papà si comporta bene e per quanto non gli vada a genio Francesco non mi costringe a frequentare un altro"
In che senso?
La mia faccia assume un'espressione di domanda.
"Papà...ha detto che devi...insomma..."
"Non farò la troia con quello per aiutare papà con i suoi affari" dico io interromprendo mia sorella che non riusciva ad esprimere quel che pensava."Mi dispiace Ludo..." sta piangendo, e per quanto lei ci sia poco per me, capisco che mi vuole un bene dell'anima.
"Non è colpa tua Marty" dico io abbracciandola.
"Si invece, sono la tua sorellona e dovrei esserci sempre per te invece di svagarmela con i miei amici 24/7. Non so quasi nulla di te, ricordo solo le cose di quando eri piccola e penso tu sia cambiata da all'ora" dice facendo un piccolo sorrisetto.Le voglio bene, in fondo è sempre mia sorella.
"Mi sento in colpa perché sei te quella che dovrebbe star piangendo e non io" continua lei.
"Marta, ei tranquilla"
Tira su con il naso, si pulisce gli occhi e si alza di scatto andando verso la porta.
"Per qualsiasi cosa, io ci sono" ed esce.Per qualsiasi cosa.
Purtroppo non può esserci per qualsiasi cosa, non può aiutarmi ad uscire nella situazione nella quale sono ora.Vado a mettermi a letto, ignara di che ore siano. Mi avvolgo nelle coperte quasi per sentirmi al sicuro, anche se avevo appena capito che nessuno lo è mai.
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