"Allora dove sei andata ieri sera?" è Marta, stiamo passando una sera tra sorelle. Capita una volta ogni mese, prendiamo un giorno libero per raccontarci un po' quello che ci è successo nell'ultimo periodo.
"Da Andrea, non volevo stare da sola" posso dirglielo."Arrigoni?" chiede lei.
Ricordo l'affermazione di Andrea, quando disse che si faceva mia sorella.
"Si, lui" cambio un po' espressione e se ne accorge.
"Che avete fatto?" lei sembra un po' scossa, non so se sa che io lo so.
Che scioglilingua.
"Nulla in realtà, l'ho aiutato a scrivere una canzone con un suo amico...Vincenzo se non sbaglio" che poi, diciamo la verità, non è che ho fatto chissà cosa."Paky dici?" domanda grattandosi una bollicina sulla fronte.
"Credo sia lui, vabeh fatto sta che non è andata bene" sbuffo leccando il Cornetto Algida, che in pieno inverno non è un granché.
"La canzone o cos'altro?"
"No, Andrea se l'è presa con me..." scuoto la testa e sbatto la mano sulla fronte, facendomi anche un po' male."Che te lo fa pensare? Ti ha detto qualcosa?" sembra davvero interessata, anche se non so bene il motivo. Forse perché sono sua sorella, o forse perché è curiosa di sapere cosa combina Andrea.
"No, mi ha guardato...non come al solito" perdo lo sguardo in un punto immaginario sul pavimento davanti al divano, ricordando l'espressione di Andrea. Mi sento in colpa, non voglio farlo star male, ma non voglio neanche cacciarlo nei guai."Che hai combinato Lù?" domanda.
Mi pento di averglielo raccontato perché ora sono costretta a mentire, non posso dirle nulla anche se un po' vorrei farla pagare a quel mostro di persona che mi ha messo in questa pietosa condizione.
"In realtà nulla" mi fermo e sbuffo, non so che inventarmi.Mia sorella annuisce, come se non volesse tirarmi in una situazione di estremo disagio. Mi conosce e sa quando non ho voglia di continuare una conversazione, anche se in questo caso sono stata io ad iniziarla.
"Tu invece, con Francesco?" voglio bene a quel ragazzo, è stra gentile e molto riservato.
"Tutto bene, il solito" risponde semplicemente. Le credo, insomma che motivo avrebbe di mentirmi.Mia sorella mi da una pacca sulla mano, la ritraggo velocemente come se avessi paura. Ripenso a tutte le volte che Edoardo ha sfiorato quella mano, a tutte le volte che lui mi ha usata per i suoi sfoghi perversi.
Risento il tocco di Marta su di me, poi quello di Edoardo e poi tutti insieme.
Inizio a confondermi, ad avere paura di qualsiasi persona mi tocchi.Con Andrea non è successo, mi ha preso per mano ma glie l'ho lasciato fare, il mio corpo non ha avuto alcuna strana reazione. Non capisco che problemi io abbia, ma a questo punto non so che fare. Il solo pensiero che Edoardo possa toccarmi di nuovo mi mette i brividi. Odio quella sensazione che sale pian piano in me, appropriandosi del mio cervello.
Ogni volta tremo, sento i brividi persino dentro il mio corpo. La testa mi brucia e le gambe non hanno forze, è una sensazione bruttissima, una di quelle che pian piano ti uccide.
Marta rimane stranita dal mio atteggiamento.
"Che hai Ludo?" chiede appoggiando gentilmente la sua mano sulla mia.
Non ci vedo più e faccio ciò che mi viene più spontaneo."Cazzo non ho nulla! Volete piantarvelo in quelle teste? Smettete di chiedermelo dannazione, sto bene" mi rendo conto dopo di come ho trattato mia sorella. Mi guarda dall'alto in basso con la bocca aperta, non ho mai fatto scenate simili contro di lei. Non posso farci nulla, ormai neanche io ho il mio controllo, degenero in pochi minuti.
Due minuti prima sto bene, dopo penso troppo e mi riduco in questo stato. Vorrei soltato non saper pensare, vorrei non essere un umano o almeno vorrei vivere la mia vita come un qualunque adolescente.
Mi alzo dal divano e esco di casa.
Voglio camminare in solitudine, non mi importa dell'orario.
Incredibile come le stradine siano poco illuminante e non molto trafficate. Penso a mia madre, a quanto mi manchi.Mi odio da sola perché non dovrebbe affatto mancarmi, ci ha lasciati, ma è pur sempre mia madre, la donna che mi ha messo al mondo. Una donna che è riuscita a sopportare mio padre, che non è il top. Una donna che però se ne è andata, senza farsi più sentire e senza preoccuparsi per noi.
Giro una stradina e arrivo alla piazza sotto alle popolari, è pieno zeppo di bambini che giocano a pallone, ragazzi che fumano e ragazze che parlano. Poi arrivo io, sola a camminare. Attraverso la piazza e mi siedo ai piedi di un muretto. Questo quartiere è sempre pieno di vita, le persone che ci vivono sono tutte così spontanee, non devono badare ai vestiti che indossano, a macchiare le scarpe o a sgrugnarsi un ginocchio.
Io dovevo eccome.Vedo passare due ragazzi, si tengono per mano. La ragazza ride mentre, quel che penso sia il suo fidanzato è di spalle. Purtroppo per me riconosco quelle spalle e quei capelli. Appena si gira e lo vedo in volto trattengo le lacrime. Che mi aspettavo? Dopo che ho detto ad Andrea che avevo un fidanzato, lui non poteva mica restare fermo senza far nulla. Non so se sia una ripicca nei miei confronti o che cosa.
Lui guarda verso di me e quel sorrisino che aveva scompare di colpo. La ragazza lo afferra per le guancie e gli stampa un bacio sulle labbra. Respiro a bocca aperta, mi alzo e pulendomi le gambe cammino verso il parcheggio.
![](https://img.wattpad.com/cover/226981308-288-k648150.jpg)