"Allora Ludovica, da grande cosa vorresti fare?Porterai avanti l'azienda di tuo padre?" sono ancora intrappolata in questa maledetta cena che sembra non finire mai, Edoardo è tutto meno che simpatico per i miei gusti; sarà anche ricco sfondato ma è un cafone assurdo, in più mi pare anche egoista. "Insomma, non lo so. MI piacerebbe creare la mia vita, come ha fatto mio padre, lui la sua se l'è scelta. Se io decidessi di non portare avanti l'azienda di mio padre ci sarebbe mia sorella, che secondo la mia opinione è molto più portata di me"
Ad essere sincera non mi importa dell'opinione di questi tizi, rimarrò me stessa e sarò sempre la solita ragazza diretta, con tutti. "Invece vostro figlio cosa vorrebbe fare da grande?" chiede mio padre a quel montato di un Edoardo, con la quale non ho mai parlato e mai vorrò parlare. "Io voglio portare avanti l'impresa dei miei genitori, non voglio che i loro sacrifici siano sprecati, hanno fatto tutto ciò per farmi vivere una vita agiata" risponde a mio padre, rivolgendomi uno sguardo superiore, quasi di sfida. "Bravo, mi stai già simpatico. Abbiamo bisogno di ragazzi come te oggi giorno" ma certo papà, dagli soddisfazione. Praticamente mi sta mettendo in difficoltà, ma se vuole giocare su questo campo lo faccia, sarà pure più esperto di me a fare discorsi ma non mi importa "Beh papà, la società ha anche bisogno di ragazzi e ragazze intraprendenti, che sappiano costruirsi un futuro migliore sia per loro stessi che per il Mondo. Ognuno ha una visione diversa della società" il padre di Edoardo sembra sconvolto, in positivo, da quel che ho appena detto. "Concordo con Ludovica, in più mi sembra una ragazza molto diretta e che sa cosa fa" ma io adoro quest'uomo. "Grande Massimino" do il cinque al mio alleato e mi metto a ridere, mio padre sembra sconvolto, Edoardo sta ridendo con me e Barbara ci guarda impassibile.
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Sono le 23:45 e finalmente gli ospiti se ne sono andati, mio padre ha insistito per farmi lasciare il numero da Edoardo che di sicuro non userò mai. Aiuto mio padre a sparecchiare; molte volte ha provato ad assumere delle domestiche ma io e mia sorella non abbiamo mai voluto. Poche volte concordo con Marta ma quando si tratta di 'domestiche' siamo sulla stessa linea d'onda. Questo lavoro mi fa pensare che ci sia una grandissima differenza sociale, le vedo un po' come schiavizzate, per questo preferisco fare io le faccende domestiche, anche perché non mi dispiace. A mio padre piace molto cucinare, infatti prepara sempre lui da mangiare. Dopo aver messo i piatti in lavastoviglie, decido di andare a fare due passi, è tardi ma camminare di notte mi rilassa. Apro la porta, mi assicuro di aver preso le chiavi e inizio a camminare, verso non so dove. Mi manca mia sorella, per quanto possa essere diversa da me, mi ha sempre aiutata, per qualsiasi cosa era presente e io facevo lo stesso per lei. In questo ultimo periodo l'ho vista davvero poco, perché stava con i suoi amici o perché era impegnata con il lavoro. Lavora come cameriera in un ristorante, è un lavoretto ma a lei piace, per ora. Cambia spesso idea, è sempre in movimento e quando si mette in testa qualcosa deve ottenerla; è stata abbandonata dai genitori quando aveva solo tre anni, la portarono in orfanotrofio, qualche anno dopo mio padre la adottò.
Svolto un angolo e trovo davanti a me Micheal con un ragazzo: hanno un fare abbastanza losco. "Ciao Mike" dico io mentre il ragazzo che gli stava vicino nasconde qualcosa nella giacca allontanandosi dal mio amico. "Oh ciao Lù, mi hai fatto spaventare"
Beh non sembro una forza dell'ordine...
"Ma va tranquillo, hai qualcosa per me?" gli dico completamente disinvolta mentre il ragazzo di prima saluta Mike con una battuta di cinque e a me con un gesto della testa. "Erba?Non sapevo fumassi?" sembra quasi scioccato. Ha ragione, posso sembrare una delle tante figlie di papà a cui piace uscire dalle regole per essere accettata. "Infatti non ho mai fumato certa roba" sono solo sincera. "Va bene prendi questa ma fai attenzione che è forte" "Va bene Mike, grazie"
Decido di restare con lui, dal momento che si è appena seduto su un gradino dell'entrata di un palazzo; mi farà bene un po' di compagnia. Micheal intanto cerca di farmi un tutorial avanzato su come si rolla una canna; dopo vari tentativi, tra risate e bestemmie ci riesco. "Hai il migliore maestro del Mondo...ma che dico, dell'Universo" dice fra le risate "Si, anche il più modesto" gli voglio bene nonostante io lo conosca davvero poco. "Come stai Mike?" il ragazzo mi guarda "Tutto bene, se non fosse che è da prima che Andrea è un po' giù di morale quindi è abbastanza rompi palle".
Quello già era rompipalle prima, figuriamoci ora.
"Il motivo?" pensandoci potrebbe essere da quando l'ho incontrato per la volta scorsa, dopo avergli detto che sarei tornata a casa mia ha cambiato completamente espressione. "Non so il motivo ma forse tu potresti aiutarlo, ci tiene a te", "Non credo Mike" faccio un tiro e guardo il mio amico, ha lo sguardo perso, come se mi dovesse dire qualcosa ma non potesse perché non so chi glie lo impedisce. "Lo conosco bene, è strano ma non senza cuore. Piuttosto che ci fai in giro a quest'ora? Una ragazza come te potrebbe essere presa di mira da molti malfidati" dice indicandosi. "I malfidati mi stanno simpatici. Grazie per la compagnia ma ora è meglio che torni a casa, altrimenti mio padre chi lo sente" sbuffo, sperando che a quest'ora stia dormendo. "Oh hai ragione, ciao Lulù" mi da un abbraccio per poi staccarsi "Ciao Mike il malfidato" "Sono il tuo maestro ricorda!" esclama urlando mentre me ne sto andando. Ti voglio bene Micheal.
HOLAAAA
è incredibile come io, aggiorni sempre nell'orario meno adatto. Comunque sto cercando di fare capitoli un po' più lunghi e di aggiornare un po' più spesso per recuperare il tempo perso. Fatemi sapere se il capitolo vi piace con una stellina e se volete commentate, mi piace interagire con voi. Detto ciò vi saluto.
G <3