✨ 𝓉𝓇ℯ;

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«Ma che diavolo sta facendo Jimin che non apre la porta?»

Taehyung e Namjoon, più preoccupati che mai, erano davanti alla stanza 13, ossia la stanza dove alloggiavano Jimin e Jungkook all'interno dei dormitori.

I due ragazzi stavano chiamando il ragazzo dai capelli rosa sul cellulare da più di dieci minuti, ma quest'ultimo non si decideva ad aprire la porta o almeno non sembrava essere presente all'interno della stanza, a differenza del telefono che si sentiva squillare.

«Forse sta dormendo sul letto.
Però lo sto chiamando più volte e si sente la suoneria fin da qui, a quest'ora dovrebbe essersi già svegliato con tutto questo frastuono.» Namjoon riattaccò la chiamata, solo per farne partire un'altra.

«Giuro che lo ammazzo se non si alza da quel letto.»
Taehyung tornò a sbattere la mano sulla porta, facendosi sentire per tutto il corridoio.

«Jimin, se ci senti, apri questa cazzo di porta! Mi stai spaventando!»

«Se continui così la sfondi, la porta.
Magari se possiamo evitare di buttarla giù, non voglio che tutti possano passare davanti la stanza e vedermi mentre mi scopo qualcuno.»

Jungkook, che era appena tornato dalla lezione di letteratura, beffeggiò il ragazzo, sorprendendolo alle spalle ed estraendo la propria copia delle chiavi dalla tasca con arroganza.

«Forse si è chiuso dentro perché ha paura che possa beccarlo di nuovo mezzo nudo.»

Jungkook scosse la testa per spostarsi il ciuffo di capelli dal viso, prima di infilare la chiave nella serratura ed aprire la porta.
Taehyung lo sorpassò velocemente, infilandosi subito nella stanza alla ricerca del proprio amico.

«Un piccolo grazie sarebbe stato gradito, comunque.» Disse Jungkook, roteando gli occhi e sbattendo la lingua contro l'interno dela guancia.

I tre ragazzi, una volta entrati tutti, si girarono intorno, non trovando, però, Jimin da nessuna parte.

«Lo sfigato non c'è, problema risolto.
Adesso potete cercarlo da un'altra parte e sparire.»

Jungkook buttò con poca eleganza lo zaino sul proprio letto, sfilandosi la giacca di pelle e rimanendo in t-shirt.
Taehyung corrucciò le sopracciglia, non convinto del fatto che Jimin non ci fosse, anche perché il rosa non avrebbe mai dimenticato il cellulare in camera, finché non portò lo sguardo alla porta chiusa del bagno.

«Merda, non di nuovo, dimmi che non l'ha fatto di nuovo.»

Il ragazzo si precipitò alla porta, aprendola e fiondandosi all'interno del bagno.

Jimin era addormentato nella vasca, con il naso che sfiorava il pelo dell'acqua, i vestiti completamente appiccicati addosso.
Taehyung si portò una mano alla bocca.
Era successo di nuovo, Jimin aveva di nuovo messo in pericolo la propria vita.

«Namjoon, cazzo, corri subito qui!»

Taehyung scosse il rosa, cercando di svegliarlo e mettendogli il viso al sicuro, lontano dall'acqua.
Namjoon entrò subito dopo, seguito da Jungkook che era sinceramente incuriosito da tutto quella situazione.

I suoi occhi si sgranarono quando videro il corpicino tremante di Jimin nella vasca, pallido come un morto e completamente privo di sensi.

«Ma che cazzo...» Jungkook imprecò, spaventandosi.
Non aveva mai visto qualcosa del genere.
Per la prima volta dopo tanto tempo ebbe di nuovo paura.

«Spostati, Jungkook. Fammi passare.»

Namjoon sorpassò il corvino, prendendo Jimin per le spalle e sollevandolo, poggiandolo sul pavimento.
Taehyung sfilò la felpa del rosa, la quale era completamente impregnata d'acqua, iniziando ad asciugarlo con un asciugamano, con premura.

MY ROOMATE IS A FUCKBOY | JIKOOKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora