✨ℴ𝓉𝓉ℴ;

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«Ci lasci qui, per favore, la ringrazio.»

Jungkook diede i soldi all'autista del taxi, aiutando Jimin a scendere dalla vettura, così da poter raggiungere i dormitori velocemente.
Jimin sentiva la testa girare, l'alcol che aveva bevuto stava facendo i suoi effetti, facendogli avvertire una strana euforia.
Probabilmente l'unione della vodka e degli ansiolitici non era esattamente un bel cocktail, ma ci avrebbe pensato il giorno dopo alle conseguenze.

«Forza, Jimin, siamo quasi arrivati.»

Jungkook prese la mano dell'altro, trascinandolo verso la loro stranza ed indirizzandolo verso di essa, gli occhi che ogni tanto controllavano che Jimin non sbattesse a destra o a sinistra visto che gli girava tutto.
Jimin, al contatto immediatamente rabbrividì, notando come la grande mano del corvino avvolgesse la propria, la quale era molto più piccola.
I due, finalmente, arrivarono alla loro camera e Jungkook aprì la porta, assicurandosi di far entrare per prim il grigio, che sembrava insolitamente silenzioso, se non per gli sporadici singhiozzi che ogni tanto emetteva.

«Siediti qui, ora mi cambio un attimo e poi aiuto te a mettere qualcosa di più comodo per dormire, okay?»

Jungkook fece sedere Jimin delicatamente sul proprio letto, dirigendosi poi verso l'armadio.
Il ragazzo si sbottonò velocemente la camicia sudata, rimanendo a torso nudo, prima di aprire i cassetti alla ricerca di una t-shirt larga da mettere addosso.
Jimin, che intanto si era sdraiato sul letto di Jungkook, una volta con la testa sul cuscino, fu letteralmente travolto dal profumo del corvino, il quale impregnava tutte le lenzuola.
Jimin si morse il labbro inferiore, stringendo con una mano il cuscino, mentre lo sguardo automaticamente verso la schiena muscolosa di Jungkook.
Era una pessima idea quello che stava per fare.
Lo era decisamente.
Eppure non vedeva l'ora di farlo.

Il grigio si alzò così dal letto, dirigendosi verso Jungkook.
Il corvino aveva appena trovato la maglietta adatta da mettere sù quando sentì Jimin avvolgerlo da dietro con un abbraccio, mettendo il viso sulla sua schiena e respirando profondamente il profumo della sua pelle.
Jungkook immediatamente si paralizzò sul posto, i muscoli che si contraevano per il contatto.

«Babyboy, che cosa combini, mh

«S-Sei uno stronzo, lo sai?»
Biascicò Jimin, iniziando a baciare la schiena di Jungkook lentamente, bagnandola con la saliva.

«Non so cosa diavolo stai combinando alla mia testa, Jungkook.
N-Non riesco a pensare quando mi sei vicino.»

Jungkook si leccò le labbra, cercando di mantenere la calma, nonostante i baci dell'altro gli stessero facendo un certo effetto.
Sapeva che Jimin era ubriaco e non poteva approfittarsene, anche se l'erezione nei suoi pantaloni la pensava probabilmente diversamente.
Jungkook si girò, scostando con delicatezza il grigio ed indirizzandolo con cautela verso il letto.

«Sei ubriaco babyboy, meglio che ti metta a dormire o mi farai finire nei guai.
Non sono esattamente il migliore nel resistere alle tentazioni.»

Jungkook provò ad allontanarsi ma Jimin, con uno strattone, gli tirò il polso, portandolo verso di sé e facendolo cadere con uno scatto a pancia in sù sul letto.
Il corvino non ebbe nemmeno il tempo di realizzare cosa stesse succedendo che Jimin era già a cavalcioni su di lui, le braccia che si stringevano intorno al suo petto

«J-Jungkookie...»

Jimin si morse il labbro vistosamente, gli occhi lucidi per l'alcol, portando lo sguardo in quello del corvino.
Jungkook, nonostante la buona volontà, si fece scappare un'imprecazione, resistendo con tutte le proprie forze all'istinto di portare le mani sul sedere del grigio per stringerlo tra le dita.

MY ROOMATE IS A FUCKBOY | JIKOOKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora